Secondo una indagine Eurostat del 2011 in Europa, ogni 1000 abitanti, la Germania ha 8,22 posti letto, la Francia 6,37, l’Italia 3,6.
Un po’ più della Spagna (3,1) e del Regno Unito (2,89) ma se a questo dato sommiamo quello degli ospedali chiusi riconvertiti nell’ultimo decennio, si capisce un po’ di più la situazione in cui versano parecchi grandi ospedali, da Nord a Sud.
Soprattutto nei Pronto Soccorso, che in mancanza di servizi intermedi sul territorio fanno da avamposto per emergenze vere e milioni di “codici bianchi”: malati con piccole patologie, che al pronto Soccorso non avrebbero dovuto arrivarci ma ci restano per ore, in lista, perché non hanno alternative.
Secondo i dati del Ministero della Salute, tra il 2008 ed il 2012 gli ospedali pubblici sono scesi da 645 a 578. I posti letto da 178mila a 165mila. Quelli in day hospital da 21mila a 16mila. Se a questo si aggiunge il mancato ricambio di chi va in pensione per il blocco del turn over, si capisce perché alcuni grandi policlinici siano in affanno, al netto delle scelte spesso sbagliate di organizzazione interna dei servizi.
Questo estratto dell’inchiesta di Piergiorgio Giacovazzo del TG2, ci fa vedere cosa sia il pronto soccorso del San Camillo di Roma, uno dei più grandi della Capitale. Ospedale dalle molte eccellenze, è vero, ma che tieme il pronto soccorso in questa situazione.