Roma saluta Bulldozer: i funerali di Bud Spencer nella Chiesa degli Artisti
Le note di "Dune buggy" (dalla colonna di "Altrimenti ci arrabbiamo") ad accompagnarlo, scandite dagli applausi delle centinaia di fan che hanno atteso tutto il tempo dei funerali in piazza, sotto al sole.
"Ora vedrai che anche gli angeli mangiano fagioli. Ciao Bud", recita uno striscione firmato dai tifosi della 'sua' Lazio. Chiesa degli artisti, in piazza del Popolo a Roma, gremita, fan sotto il sole. Franco Nero legge la Preghiera degli artisti, familiari e amici dedicano un ricordo al gigante buono del cinema: il figlio Giuseppe Pedersoli racconta di aver vissuto in una famiglia allargata, "la nostra, solida e unita", ma anche quella composta da "tutti gli attori che hanno lavorato con lui e dal pubblico che non ha mai smesso di volergli bene", per non parlare di Terence Hill al quale il figlio di Spencer ha ricordato che "Trinità e Bambino sono due fratelli veri", citando così uno dei loro film più noti. In seguito sono intervenute le figlie e gli stuntmen protagonisti di tante scazzottate.
Quindi è stato il momento dello stesso Terence Hill: "Bud ripeteva sempre una frase, 'ma non abbiamo mai litigato', e la ripeteva continuamente con stupore. Era la dimostrazione che noi ci rispettiamo e ci amiamo", ha continuato, e "quando Giuseppe mi ha comunicato che Bud era andato via io ero ad Almeria, in Spagna, nello stesso punto dove ci siamo incontrati la prima volta per girare il nostro primo film. E dopo la confusione, il dispiacere, il dolore, è arrivata una sensazione di calma, quasi di gioia: ho capito che niente avviene a caso, che la vita è eterna e che per questo Bud la viveva con gioia. Sono certo che quando lo incontrerò - ha concluso Terence Hill - mi verrà incontro con la sua sella in spalla e mi dirà: 'ma non abbiamo mai litigato'".