Si allenano ogni giorno tra le macerie, vicino al campo profughi del quartiere di Al-Namssawi, a sud della città di Khan Younis, nella Striscia di Gaza. Sono gli atleti della squadra di parkour. Molti di loro hanno finito il liceo e fanno lavori saltuari. Ogni momento è buono per esercitarsi in questa disciplina che consiste nell'eseguire un percorso, superando ostacoli con salti, equilibrio, arrampicate, capriole. Adattare il corpo all'ambiente circostante, questo è il parkour. E per loro è anche una metafora di vita.