Salvo grazie a un S.O.S. scritto nella neve. La storia di Tyson sopravvissuto 23 giorni in Alaska
Il video del salvataggio
È sopravvissuto 23 giorni nel freddo polare dell'Alaska e si è salvato grazie a un "Sos" scritto nella neve, visto da un elicottero che lo ha prelevato. Sembra la sceneggiatura di un film, ma è la storia a lieto fine di Tyson Steele, 30 anni, che ricorda quella di Christopher McCandless, eroe del libro e film "Into the Wild", che però fu ritrovato morto in Alaska dopo essersi avventurato in una zona disabitata.
Nel video del salvataggio, postato su Facebook dalle autorità locali, si vede l'immenso Sos tracciato nella neve e l'uomo che fa grandi segnali con le braccia in direzione del velivolo.
A metà dicembre Steele era riuscito a mettersi in salvo dall'incendio della sua capanna nella remota valle di Susitna, a nordovest di Anchorage, dove si era trasferito a settembre per trascorrere del tempo lontano dal resto del mondo. Tra le fiamme aveva perso l'amato cane Phil. Senza casa né alcun mezzo di comunicazione funzionante e con temperature fino a meno 26 gradi, aveva trovato riparo in una grotta costruita con la neve e aveva razionato il cibo che gli era rimasto: consumando due lattine al giorno avrebbe avuto scorte per un mese. Con la zona abitata più vicina a circa 30 km di distanza, aveva capito che la salvezza poteva arrivare solo dall'alto. Così dopo un'abbondante nevicata aveva inciso la scritta Sos nella neve poi intercettata da un elicottero. Adesso Steele pensa di tornare a vivere a Salt Lake City, nell'Utah, anche se, dice, "la mia casa è qui in Alaska".
Nel video del salvataggio, postato su Facebook dalle autorità locali, si vede l'immenso Sos tracciato nella neve e l'uomo che fa grandi segnali con le braccia in direzione del velivolo.
A metà dicembre Steele era riuscito a mettersi in salvo dall'incendio della sua capanna nella remota valle di Susitna, a nordovest di Anchorage, dove si era trasferito a settembre per trascorrere del tempo lontano dal resto del mondo. Tra le fiamme aveva perso l'amato cane Phil. Senza casa né alcun mezzo di comunicazione funzionante e con temperature fino a meno 26 gradi, aveva trovato riparo in una grotta costruita con la neve e aveva razionato il cibo che gli era rimasto: consumando due lattine al giorno avrebbe avuto scorte per un mese. Con la zona abitata più vicina a circa 30 km di distanza, aveva capito che la salvezza poteva arrivare solo dall'alto. Così dopo un'abbondante nevicata aveva inciso la scritta Sos nella neve poi intercettata da un elicottero. Adesso Steele pensa di tornare a vivere a Salt Lake City, nell'Utah, anche se, dice, "la mia casa è qui in Alaska".