Siria, i 12mila miliziani Isis nelle prigioni curde e la spinosa questione dei foreign fighters
Il presidente turco Erdogan attacca nuovamente l'Occidente reo, secondo lui, di permettere che siano sventolate nelle città le bandiere del PKK
Queste foto sono state scattate nella prigione di Hasakeh, città del nordest della Siria. Nelle celle, uomini sospettati di appartenere all'Isis. Secondo fonti curde, sarebbero circa 12 mila i miliziani affiliati all'Isis, tra siriani, iracheni e foreign fighters provenienti da 54 paesi, trattenuti nelle carceri curde del nordest siriano.
L'esercito dei foreign fighters, i combattenti stranieri che si sono uniti all'Isis, ha terrorizzato l'Occidente quando era in attività e ora lo divide perché nessuno ne vuole la responsabilità. Annunciando l'uccisione di Abu Bakar Al Baghdadi, il presidente americano, Donald Trump, ha attaccato gli europei che "sono stati una grande delusione" perché non hanno voluto riprendersi indietro i loro prigionieri.
Erdogan, riferendosi agli occidentali senza mai nominarli, a difesa dell'offensiva turca nel Nord-est siriano contro i curdi, ha sottolineato che "questi che non permettono nessuna parola o comportamento favorevole alla Turchia, mostrano tutte le forme di comprensione quando permettono nei loro Paesi che vengano sventolate le bandiere del PKK che loro stessi considerano un'organizzazione terrorista". "Sappiamo che fuggite - ha proseguito Erdogan rivolgendosi sempre ai paesi occidentali - per non ricevere i terroristi vostri cittadini e membri dell'Isis. Siete stati voi ad averli addestrati, perché allora non li accogliete?"
Parlando davanti al gruppo del suo partito al parlamento, il capo di stato turco citato dall'agenzia statale Anadolu, ha anche detto: "Alcuni stati danno la caccia a terroristi che considerano una minaccia per la loro sicurezza e li elimina, anche la Turchia gode dello stesso diritto".
Con l'offensiva turca contro le zone curde nel nord della Siria, diversi combattenti sono riusciti a evadere. Alcuni fonti parlano di oltre 500 persone scappate. I curdi avevano avvertito diverse volte che non sarebbero stati sempre in grado di gestire le prigioni. La Turchia, da parte sua, aveva dato garanzia di processare in patria i cittadini turchi che si erano uniti al sedicente Stato islamico. Gli altri Paesi, Francia e Gran Bretagna in testa, non si sono ancora sbilanciati.
"Questa aggressione della Turchia sta destabilizzando l'area e mette a rischio la sicurezza non solo dell'Italia, ma di tutta l'Europa, perché i foreign fighters che sono su quel territorio, che sono stati combattuti dal popolo curdo a cui va tutta la nostra riconoscenza e gratitudine, sono a rischio di tornare in libertà o in alcuni casi lo sono già perché
erano in alcune carceri gestite proprio dal popolo curdo". Ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nella replica dopo l'informativa in Senato sulla situazione in Siria.
L'esercito dei foreign fighters, i combattenti stranieri che si sono uniti all'Isis, ha terrorizzato l'Occidente quando era in attività e ora lo divide perché nessuno ne vuole la responsabilità. Annunciando l'uccisione di Abu Bakar Al Baghdadi, il presidente americano, Donald Trump, ha attaccato gli europei che "sono stati una grande delusione" perché non hanno voluto riprendersi indietro i loro prigionieri.
Erdogan, riferendosi agli occidentali senza mai nominarli, a difesa dell'offensiva turca nel Nord-est siriano contro i curdi, ha sottolineato che "questi che non permettono nessuna parola o comportamento favorevole alla Turchia, mostrano tutte le forme di comprensione quando permettono nei loro Paesi che vengano sventolate le bandiere del PKK che loro stessi considerano un'organizzazione terrorista". "Sappiamo che fuggite - ha proseguito Erdogan rivolgendosi sempre ai paesi occidentali - per non ricevere i terroristi vostri cittadini e membri dell'Isis. Siete stati voi ad averli addestrati, perché allora non li accogliete?"
Parlando davanti al gruppo del suo partito al parlamento, il capo di stato turco citato dall'agenzia statale Anadolu, ha anche detto: "Alcuni stati danno la caccia a terroristi che considerano una minaccia per la loro sicurezza e li elimina, anche la Turchia gode dello stesso diritto".
Con l'offensiva turca contro le zone curde nel nord della Siria, diversi combattenti sono riusciti a evadere. Alcuni fonti parlano di oltre 500 persone scappate. I curdi avevano avvertito diverse volte che non sarebbero stati sempre in grado di gestire le prigioni. La Turchia, da parte sua, aveva dato garanzia di processare in patria i cittadini turchi che si erano uniti al sedicente Stato islamico. Gli altri Paesi, Francia e Gran Bretagna in testa, non si sono ancora sbilanciati.
"Questa aggressione della Turchia sta destabilizzando l'area e mette a rischio la sicurezza non solo dell'Italia, ma di tutta l'Europa, perché i foreign fighters che sono su quel territorio, che sono stati combattuti dal popolo curdo a cui va tutta la nostra riconoscenza e gratitudine, sono a rischio di tornare in libertà o in alcuni casi lo sono già perché
erano in alcune carceri gestite proprio dal popolo curdo". Ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nella replica dopo l'informativa in Senato sulla situazione in Siria.