'Europe for sale': i governi mettono in vendita i gioielli di famiglia
Monumenti, foreste, luoghi simbolici: molti governi hanno deciso di vendere i "tesori di famiglia" per fare cassa, tra le proteste dei cittadini che in quei luoghi riconoscono la propria identità: dalla East Side Gallery, porzione superstite del celeberrimo Muro, dipinta da artisti come Keith Haring, al parco sulla collina del centro di Liège che una marca di Champagne vuol trasformare in vigneto, alla vendita, nei sobborghi di Londra, di una statua donata trent'anni fa da Henry Moore alla cittadinanza. A Speciale Tg1 il documentario "Europe for sale"
"EUROPE FOR SALE"
Nel tentativo di controllare il debito pubblico, molti paesi europei hanno lanciato una massiccia vendita dei tesori di famiglia: palazzi, isole, foreste, perfino siti archeologici. Altri, in modo più velato, hanno cominciato a mettere un cartellino col prezzo a beni un tempo di tutti, come parchi e musei, e perfino opere d'arte. Quanto del nostro patrimonio comune è in pericolo? Chi lo sta minacciando? A queste domande risponde "Europe for sale", un film documentario che esplora il complesso rapporto tra la logica di efficienza degli stati, la razionalità del mercato e le preoccupazioni patrimoniali e simboliche dei cittadini, che fanno da sfondo alle vendite.
Nel film si mostra in concreto la dimensione di questo processo e delle sue conseguenze, raccontando per immagini le storie di casi esemplari, scelti tra quelli più controversi nel periodo in corso: la East Side Gallery, porzione superstite del celeberrimo Muro, dipinta da artisti come Keith Haring, smantellata dal palazzinaro berlinese per ricavare spazio per il suo cantiere, tra le proteste dei cittadini; il parco sulla collina del centro di Liège che una marca di Champagne vuol trasformare in vigneto; la vendita, nei sobborghi di Londra, di una statua donata trent'anni fa da Henry Moore alla cittadinanza (che orna la piazza centrale ed è affettuosamente soprannominata Ol'Flo) per 'far cassa'… Sullo sfondo, delle collettività che sempre più di frequente hanno già privatizzato servizi di base come i trasporti, la sanità, l'istruzione, non sempre a vantaggio delle casse pubbliche.