Trump sfida 4 deputate democratiche di diverse etnie. Nuova stretta sui richiedenti asilo
Donald Trump approva nuova stretta sulla richiesta di diritto d'asilo negli Stati Uniti e appoggia raid contro gli illegali nelle grandi città americane. In un clima da campagna elettorale, le decisioni arrivano il giorno dopo la bufera per i tweet "razzisti" contro la squadra di deputate democratiche progressiste e di diverse etnie guidata da Alexandria Ocasio-Cortez
In un clima da campagna elettorale, gli attacchi del presidente contro le donne di sinistra sono stati timidamente contestati soltanto dal senatore Lindsey Graham, suo alleato, che ha invitato Trump a "mirare più in alto". Le critiche, amplificate dal silenzio del fronte repubblicano, sembrano mirate a scaldare la sua base elettorale bianca e dividere ulteriormente i democratici, scavando nella frattura tra il fronte moderato guidato da Nancy Pelosi e la fronda progressista capitanata dalla Ocasio-Cortez. "Insulti razzisti" secondo i democratici rivolti a parlamentari regolarmente elette, tra l'altro espressioni di minoranze non solo politiche ma anche etniche.
....They are anti-Israel, pro Al-Qaeda, and comment on the 9/11 attack, “some people did something.” Radical Left Democrats want Open Borders, which means drugs, crime, human trafficking, and much more....
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 15 luglio 2019
Accantonato lo scontro con le quattro donne: Ocasio-Cortez di New York, Rashida Tlaib del Michigan, prima donna di religione islamica a venir eletta al Congresso, Ayanna Pressley del Massachusetts e Ilhan Omar del Minnesota, nata a Mogadiscio e giunta negli Stati Uniti a 10 anni e divenuta cittadina statunitense nel 2000, la nuova mossa sul diritto d'asilo di Trump non è piaciuta nemmeno alle Nazioni Unite.
"Chiaramente illegale" secondo l'American Civil Liberties Union, sbagliata perché mette "a rischio le famiglie più vulnerabili". Le norme prevedono che le richieste di ottenere lo status di rifugiato possano essere accettate solo se i migranti hanno già ottenuto protezione internazionale in un Paese terzo. In questo modo, dal diritto di far domanda sarebbe esclusa la gran parte dei centroamericani giunti al confine meridionale degli Stati Uniti attraverso il Messico, provenienti spesso da Guatemala, Honduras, El Salvador o Haiti.
La scelta del presidente americano sembra essere una risposta al presidente guatemalteco Jimmy Morales, che ha annullato una visita alla Casa Bianca proprio per discutere, ed eventualmente siglare, un accordo che definisce il Guatemala "paese terzo sicuro". Il rischio è che i migranti di Honduras ed El Salvador potrebbero chiedere asilo in un paese che, adesso, non è sicuro. Così la Corte costituzionale guatemalteca ha bloccato il consenso, in attesa del parere del Parlamento.