Turismo e città d'arte: il boom nel boom è quello cinese. Ma c'è il rovescio della medaglia
Cifre da capogiro per Roma, Matera e Firenze. Ma l'Overtourism e le sue conseguenze sui centri storici è un problema all'ordine del giorno
Continua inarrestabile la crescita del turismo nelle città d'arte: hanno chiuso in crescita anche il 2018, con un aumento sostenuto sia degli arrivi (44,4 milioni, 600 mila in più del 2017) sia delle presenze, che passano da 110 milioni a 113,4 milioni, oltre un quarto (il 26,3%) delle presenze complessive in Italia (430 milioni nel 2018). E i visitatori stranieri rappresentano circa il 60% delle presenze. Emerge dai dati del Centro Studi Turistici di Firenze e Assoturismo Confesercenti in occasione del lancio della 23/a Borsa del Turismo delle 100 Città d'Arte.
Roma si conferma la meta regina del turismo italiano. Nel 2018 la Città Eterna ha registrato 15,2 milioni di arrivi e 36,6 milioni di pernottamenti con una crescita di 1,1 milioni sul 2017 e per una media di 2,4 notti a visitatore. A trainare i turisti stranieri, che contano per il 64% delle presenze. Emerge dai dati del Centro Studi Turistici di Firenze e Assoturismo Confesercenti in occasione del lancio della 23/a Borsa del Turismo delle 100 Città d'Arte. Continua a crescere Matera: aumento boom (176%) delle presenze negli ultimi 7 anni dovuti soprattutto alla domanda straniera (+216%).
Le cifre in dettaglio
Le città d'arte continuano ad attirare folle di turisti, anche nel 2018 le località d'interesse storico ed artistico del nostro Paese hanno chiuso in crescita, con un aumento sostenuto sia degli arrivi (44,4 milioni, 600mila in più del 2017) sia delle presenze (pernottamenti), che passano da 110 milioni a 113,4 milioni, oltre un quarto delle presenze, il 26,3%, di quelle registrate complessivamente in Italia pari a 430 milioni nel 2018. A farsi catturare dal fascino del nostro vasto patrimonio culturale sono soprattutto i mercati esteri: i visitatori stranieri rappresentano circa il 60% delle presenze turistiche nelle città d'arte, dove hanno speso nel 2018 circa 15,5 miliardi di euro, l'11% in più della scorsa stagione. I visitatori di altri Paesi che vengono in Italia per motivi culturali, infatti, spendono di più, 129 euro, il 21% in più rispetto ai 106 euro della media di tutti i turisti stranieri. Quasi tre turisti 'culturali' su quattro si concentrano nelle mete più conosciute: le prime 10 città d'arte d'Italia: Roma, Milano, Firenze, Venezia, Torino, Napoli, Bologna, Verona, Genova e Pisa totalizzano oltre 84 milioni di presenze su 113,4 milioni.
Per Cst per Confesercenti si tratta di un ottimo risultato che evidenzia e conferma un periodo prolungato di crescita del turismo "culturale" in Italia. Dal 2010 al 2018, infatti, le presenze turistiche nelle città d'arte italiane sono passate da 93,9 a 113,4 milioni, con un incremento complessivo del 20,8% (+19,5 milioni), segnando una diminuzione solo nel 2012, l'anno più duro della crisi. Tra le principali località di interesse, a registrare la performance migliore in questo periodo è stata Matera, con un aumento boom del 176% delle presenze negli ultimi sette anni, dovuto soprattutto alla domanda straniera (+216%). Nella top 5 delle città d'arte a maggior crescita turistica seguono Napoli (+108,7% sul 2010), Verona (+76,7%), Bologna (+61,3%) e Padova (+60,3%).
Oltre la metà dei posti letto nelle città d'arte, il 54,5% è a disposizione nel circuito extralberghiero, erano il 45,4% nel 2010. Complessivamente tra il 2010 e il 2018 i posti letto disponibili sono cresciuti del 25% (+196mila), trainati appunto dall'offerta extralberghiera. L'aumento del turismo ha portato anche ad un incremento esponenziale delle attività ricettive, che tra il 2010 ed il 2018 sono aumentate di 32 mila unità, pari a +126%.
Turisti cinesi: il boom nel boom
Un milione di presenze in piu' nel 2019. Sulla Nuova Via della Seta, quindi, non passeranno solo merci. Ma anche turisti. Cinesi. Turisti oltre tutto ambiti, per la loro elevata propensione ai consumi.
A prevedere il considerevole risultato una indagine del Centro studi CNA, condotta in collaborazione con CNA Turismo e Commercio tra gli iscritti alla Confederazione. Sei milioni di presenze
Il turismo cinese in Italia è destinato a impennarsi. Infrangendo il muro dei sei milioni di presenze, contro i cinque milioni del 2018 e del 2017 e i 4,5 milioni del 2016, anno in cui l'apertura di undici centri per i visti consolari ha facilitato gli ingressi nel nostro Paese. In termini relativi, la crescita delle presenze toccherebbe, di conseguenza, il 20% in un anno e il 33% in tre anni.
Un miliardo e mezzo d'incasso Il movimento economico generato da questa ondata turistica proveniente dall'Estremo Oriente è previsto raggiunga il miliardo e mezzo di euro. Spese di viaggio, per il pernottamentoe per il mangiare&bere. Ma anche shopping, come dimostrano i loro "scontrini". Tra i turisti extra-europei, i cinesi sono quelli che mediamente spendono di più. Dall'analisi degli acquisti "tax free" emerge uno "scontrino" pro capite superiore ai mille euro, ovviamenteper quanti presentano la richiesta di rimborso prima di lasciare il nostro Paese. Una somma ingente, che incorpora, però, ancheun altro fenomeno. Quello degli acquisti per interposta persona, sempre più diffusi tra i cinesi venuti in Italia, che importano privatamente prodotti acquistati per conto terzi, ordinati magari attraverso piattaforme digitali dedicate. Tra i turisti cinesi proprio l'attrazione esercitata dai marchi italiani - dell'abbigliamento in particolare, dell'enogastronomia, del design - favorisce la forte presenza di donne (rappresentano il 60% del totale) e la preponderante giovane (ma non giovanissima) eta': il 65% conta tra i 20 e i 45 anni. Per soggiornare in Italia le preferenze dei turisti cinesi vanno agli alberghi, che ne attirano il 60%, lasciando a resort eleganti, alloggi signorili cittadini e ville di campagna la parte del leone nelle strutture extra-alberghiere. Quanto alla organizzazione dei viaggi, il fai-da-te tramite Internet attira soprattutto i più giovani (tra i 20 e i 35 anni).
Overtourism e svuotamento dei centri storici, la protesta
E proprio contro gli effetti di quella che sembra un'onda inarrestabile dei turisti nelle città d'arte tra cui la gentrificazione, gli sfratti sempre più numerosi, il caro affitti e la difficoltà di trovare alloggio in centri sempre meno abitati e sempre più votati alla remunerativa rendita dell'accoglienza turistica, cresce la mobilitazione. Il 6 aprile a Napoli, Barcellona e Berlino la rete Sert (Sud Europa di fronte alla turistizzazione) organizza una marcia in contemporanea contro gli sfratti e lo svuotamento dei centri storici. Barcellona, dove già da tempo la sindaca Ada Colau è in prima linea contro l'overtourism, di recente ha messo nel mirino il turismo delle crociere, un settore che anche nella capitale catalana è in continua crescita di presenze e fatturato - 830 navi contro le 778 dell’anno precedente - sbrachi che hanno infranto un altrro primato: il numero di passeggeri sbarcati in città ha superato i 3 milioni rispetto ai 2,7 milioni dei 12 mesi precedenti per un fatturato di 796 milioni di euro. Cifre da capogiro quelle sfornate dal turismo delle città d'arte ma in cui spesso non sono conteggiati i costi per i residenti e la collettività oltre che la vivibilità stessa, per abitanti e turisti, di questi preziosi centri storici. In questo webdoc RaiNews analizzò per tempo un fenomeno, quello del sofraffollamento turistico, che è ormai all'ordine del giorno proprio a partire dalle città d'arte.