Umberto Bossi e cinque fondatori: così nasceva trentacinque anni fa la Lega Nord
Una donna e cinque uomini sottoscrissero l'atto di nascita del partito, che negli anni cambiò nome fino a diventare Lega Nord
Correva l'anno 1984. Erano le 16 di giovedì 12 aprile quando Umberto Bossi, suo cognato, la sua futura moglie, un commerciante, un dentista e un architetto varcarono la soglia dello studio del notaio di Varese Franca Bellorini. Qualche minuto dopo, in via Bernasconi numero 1, nasceva la Lega Nord. "Scherzai un po' con la ragazza - ricorda il notaio - per il fatto che, come lei, anch'io avevo un genitore con le origini siciliane. Lei suo padre, io mia madre".
"Il gruppo di giovani - ricostruisce la Lega in una nota - sui 35-40 anni si accomoda con entusiasmo attorno ad un grande tavolo di fronte al notaio. A capo di quel gruppo, un giovane magro dai capelli neri, Umberto Bossi da Cassano Magnago, lo stesso che aveva redatto lo statuto e inventato il nome, Lega Autonomista Lombarda, e il simbolo, Alberto da Giussano". Quel nome fu destinato a cambiare ben presto con Lega Lombarda, che dopo essersi associata, anni dopo, alla Liga Veneta, alla Lega Piemont (l'ex movimento Arnàssita Piemontèisa di Roberto Gremmo), diventò Lega Nord.
A molti piace, invece, ricordare la nascita del partito a bordo di una vecchia Citroen. L'auto utilizzata da Bossi nei suoi spostamenti frenetici. I suoi proseliti non si fermarono ai viaggi in macchina, ma trovarono spazio nei manifesti, sui muri delle autostrade e sulle pareti di vecchi edifici dismessi ("I muri sono il libro dei popoli"). Anni prima Bossi, con la qualifica di direttore responsabile ed editore della Lombardia Autonomista, giornale da lui fondato, "bombardava il territorio con i suoi articoli. Propagava le sue idee in giro, nei bar e nei circoli culturali. Scriveva poesie in dialetto lombardo", raccontano i suoi.
Chi sono i fondatori della Lega Nord?
Tra i fondatori del partito ci sono: Giuseppe Leoni, architetto di Mornago (Varese), che organizzò l'appuntamento con il notaio. Marino Moroni, anche lui di Mornago, commerciante di articoli igienico-sanitari dalla personalità stravagante. Pierangelo Brivio di Samarate, il paese della madre di Bossi, Ida Valentina Mauri. Brivio, cognato di Bossi, marito di sua sorella Angela, di professione commerciante. L'odontotecnico di Milano Emilio Benito Rodolfo Sogliaghi. E infine una giovane donna, Manuela Marrone, divenuta in seguito la moglie di Bossi.
Nel 1985, alle elezioni comunali a Varese, Leoni diventò il primo consigliere comunale. Alle politiche del 1987, Bossi si presentò alle urne con la coalizione formata da Lega Lombarda, Liga Veneta e Lega Piemont. Fu eletto 'Senatùr'.
Bossi parla della Lega "frutto dell'amore"
"La Lega è come un bambino, è il frutto dell'amore. Io sono convinto che questo movimento sia il risultato del lavoro generoso di migliaia di uomini e di donne, che si vogliono bene. Che vogliono bene alla città dove vivono, alla nazione cui si sentono di appartenere. Il bambino è cresciuto, ha imparato a camminare con le sue gambe. Ma bisognerà lavorare ancora perché diventi adulto e realizzi le sue ambizioni", avrebbe sostenuto Bossi nella biografia scritta da Daniele Vimercati, 'Vento dal Nord'.
"Il gruppo di giovani - ricostruisce la Lega in una nota - sui 35-40 anni si accomoda con entusiasmo attorno ad un grande tavolo di fronte al notaio. A capo di quel gruppo, un giovane magro dai capelli neri, Umberto Bossi da Cassano Magnago, lo stesso che aveva redatto lo statuto e inventato il nome, Lega Autonomista Lombarda, e il simbolo, Alberto da Giussano". Quel nome fu destinato a cambiare ben presto con Lega Lombarda, che dopo essersi associata, anni dopo, alla Liga Veneta, alla Lega Piemont (l'ex movimento Arnàssita Piemontèisa di Roberto Gremmo), diventò Lega Nord.
A molti piace, invece, ricordare la nascita del partito a bordo di una vecchia Citroen. L'auto utilizzata da Bossi nei suoi spostamenti frenetici. I suoi proseliti non si fermarono ai viaggi in macchina, ma trovarono spazio nei manifesti, sui muri delle autostrade e sulle pareti di vecchi edifici dismessi ("I muri sono il libro dei popoli"). Anni prima Bossi, con la qualifica di direttore responsabile ed editore della Lombardia Autonomista, giornale da lui fondato, "bombardava il territorio con i suoi articoli. Propagava le sue idee in giro, nei bar e nei circoli culturali. Scriveva poesie in dialetto lombardo", raccontano i suoi.
Chi sono i fondatori della Lega Nord?
Tra i fondatori del partito ci sono: Giuseppe Leoni, architetto di Mornago (Varese), che organizzò l'appuntamento con il notaio. Marino Moroni, anche lui di Mornago, commerciante di articoli igienico-sanitari dalla personalità stravagante. Pierangelo Brivio di Samarate, il paese della madre di Bossi, Ida Valentina Mauri. Brivio, cognato di Bossi, marito di sua sorella Angela, di professione commerciante. L'odontotecnico di Milano Emilio Benito Rodolfo Sogliaghi. E infine una giovane donna, Manuela Marrone, divenuta in seguito la moglie di Bossi.
Nel 1985, alle elezioni comunali a Varese, Leoni diventò il primo consigliere comunale. Alle politiche del 1987, Bossi si presentò alle urne con la coalizione formata da Lega Lombarda, Liga Veneta e Lega Piemont. Fu eletto 'Senatùr'.
Bossi parla della Lega "frutto dell'amore"
"La Lega è come un bambino, è il frutto dell'amore. Io sono convinto che questo movimento sia il risultato del lavoro generoso di migliaia di uomini e di donne, che si vogliono bene. Che vogliono bene alla città dove vivono, alla nazione cui si sentono di appartenere. Il bambino è cresciuto, ha imparato a camminare con le sue gambe. Ma bisognerà lavorare ancora perché diventi adulto e realizzi le sue ambizioni", avrebbe sostenuto Bossi nella biografia scritta da Daniele Vimercati, 'Vento dal Nord'.