Un "Incubo umanitario". Sale a 60 il numero dei Rohingya morti nell'ultimo naufragio
Tra le vittime molti bambini. Riunione di urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, Guterres chiede "la fine delle operazioni militari". Russia e Cina continuano a sostenere Myanmar.
Sono strazianti le immagini dell'ultimo naufragio avvenuto ieri quando una barca carica di profughi Rohingya in fuga dal Myanmar si è rovesciata nel Golfo del Bengala davanti a Inani Beach nel distretto di Cox's Bazar. Per questo abbiamo deciso di pubblicare solo quelle, comunque drammatiche, necessarie per raccontare il fatto. Tra le vittime tanti bambini anche in tenerissima età.
Oggi, per i profughi superstiti che hanno raggiunto il Bangladesh raggiungendo gli oltre 500mila Rohingya che dall'inizio della crisi si sono riversati oltre il confine settentrionale di Myanmar è il giorno del lutto e delle lacrime mentre l'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) fa sapere che il bilancio dell'incidente è assai più grave di quanto temuto in un primo momento. Non sono 19 ma oltre 60 le vittime del naufragio: "Ventitre persone sono già state dichiarate morte, 40 sono ancora disperse e presumibilmente annegate", ha dichiarato il portavoce dell'OIM Joel Millman a Ginevra parlando con i giornalisti, "Il numero totale delle vittime si aggira intorno ai 60."
Mentre giungevano queste notizie dal Golfo del Bengala, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha parlato di un "incubo umanitario" e ha chiesto "la fine delle operazioni militari" nel Myanmar nord-occidentale. Durante la riunione pubblica del Consiglio di Sicurezza sul Myanmar richiesta da sette dei suoi 15 membri, Guterres ha anche chiesto al governo birmano un "accesso umanitario" alla zona del conflitto e di "assicurare il rientro in sicurezza, volontario, degno e duraturo" nelle loro regioni d'origine ai rifugiati fuggiti in Bangladesh. Myanmar tuttavia può ancora contare sul sostegno di Russia e Cina all'interno del Consiglio.