Ungheria. Silenziata Klubradio, l'ultima radio indipendente
La radio si è trasferita online e ha trasmesso l'Inno alla Gioia sfidando Orban. L'Ue ha chiesto la ripresa delle trasmissioni
Klubradio, l'ultima radio indipendente ungherese, è stata silenziata a mezzanotte dal governo di Viktor Orban. Questa mattina non ha trasmesso, almeno sulla frequenza analogica 92,9 utilizzata finora. Ma Andras Arato, direttore e proprietario dell'emittente, non si è dato per vinto e si è trasferito sulla piattaforma internet della radio mandando in onda l'Inno alla Gioia, l'inno ufficiale dell'Unione europea. Un sfida aperta a Orban dopo che anche l'Ue si è detta "seriamente preoccupata" e ha annunciato una lettera a Budapest per chiedere la ripresa delle trasmissioni.
Poco prima di cessare le trasmissioni, Arato ha salutato gli ascoltatori esprimendo la sua rabbia contro Orban per la decisione di silenziare la radio, e la redazione ha scandito con un conto alla rovescia gli ultimi secondi di vita delle trasmissioni sul canale consueto. Poi il silenzio, ma per poco. Mezzora dopo è stato inviato un messaggio sul gruppo Facebook creato per l'occasione: il lavoro continua, non è la fine ma solo un cambiamento.
In Ungheria la legge prevede che l'Autorità controlli l'uso delle frequenze e i contenuti dei media. E il motivo formale della revoca della licenza a Klubradio, che ha visto respinto il suo ricorso dalla Corte di giustizia di Budapest, è che non aveva notificato in tempo i contenuti trasmessi.
Ue: "Lasciate trasmettere Klubradio"
La Commissione Ue ha invitato l'Ungheria a mantenere in onda la radio. La decisione di non estendere la licenza di trasmissione di Klubradio, ha dichiarato un portavoce della Commissione Ue, Christian Wigand, è stata presa "sulla base di motivi legali altamente discutibili". L'Ungheria "dovrebbe rispettare la carta Ue dei diritti fondamentali, inclusi i diritti alla libertà di espressione, all'informazione e la libertà di condurre un'impresa", ha aggiunto.
Secondo i critici, l'emittente è stata silenziata per motivi politici, ma il Consiglio per i media dell'Ungheria ha respinto le accuse di pregiudizio politico. L'esecutivo comunitario esaminerà se il rifiuto dell'estensione della licenza di Klubradio sia in linea con il diritto Ue e adotterà ulteriori azioni se necessario, ha riferito ancora Wigand. Il portavoce ha confermato che la Commissione ha inviato una lettera alla rappresentanza permanente dell'Ungheria a Bruxelles proprio a proposito di Klubradio, esprimendo preoccupazione, e che Budapest non ha ancora risposto.
La Commissione ha chiesto all'Ungheria di adottare azioni urgenti per garantire che Klubradio possa continuare a usare la sua frequenza finché le decisioni definitive diventino legalmente vincolanti; il rischio, ha avvertito Wigand, è di un "danno irreparabile" all'emittente.
Il direttore di Klubradio: "Stiamo tornando indietro"
"Non è per questo che le persone hanno combattuto nel 1989 e 1990, è stata un'opportunità storica perduta e adesso stiamo tornando indietro. Gli uomini del sistema Orban controllano tutto e temo che più delle elezioni per mandarli via, ci vorrebbe un altro 1989". Così Mihaly Hardy, direttore delle news di Klubradio. "Formalmente la sentenza fa riferimento alla violazione del regolamento che stabilisce le quote di musica e notizie nazionali e internazionali da trasmettere, ovviamente ci sono precedenti di violazioni più gravi del nostro, abbiamo fatto ricorso alla Corte che però non ci ha difeso", spiega Hardy.
"Il premier Orban - sottolinea il direttore - ha dato un occhio al calendario: nella primavera del 2022 ci saranno le elezioni parlamentari. Fino ad allora ha tempo di eliminare tutte le voci indipendenti. Anche se ci definiscono una radio di sinistra e liberale, ribadisco che noi forniamo un servizio pubblico, critico e senza appartenenza politica, che funziona su base commerciale. Siamo una radio di notizie, di dibattiti e programmi di politica e cultura. Dal 2021 viviamo solo delle donazioni del nostro pubblico e, in dieci anni, abbiamo ricevuto in pagamenti e abbonamenti oltre quattro milioni di euro".
Poco prima di cessare le trasmissioni, Arato ha salutato gli ascoltatori esprimendo la sua rabbia contro Orban per la decisione di silenziare la radio, e la redazione ha scandito con un conto alla rovescia gli ultimi secondi di vita delle trasmissioni sul canale consueto. Poi il silenzio, ma per poco. Mezzora dopo è stato inviato un messaggio sul gruppo Facebook creato per l'occasione: il lavoro continua, non è la fine ma solo un cambiamento.
In Ungheria la legge prevede che l'Autorità controlli l'uso delle frequenze e i contenuti dei media. E il motivo formale della revoca della licenza a Klubradio, che ha visto respinto il suo ricorso dalla Corte di giustizia di Budapest, è che non aveva notificato in tempo i contenuti trasmessi.
Ue: "Lasciate trasmettere Klubradio"
La Commissione Ue ha invitato l'Ungheria a mantenere in onda la radio. La decisione di non estendere la licenza di trasmissione di Klubradio, ha dichiarato un portavoce della Commissione Ue, Christian Wigand, è stata presa "sulla base di motivi legali altamente discutibili". L'Ungheria "dovrebbe rispettare la carta Ue dei diritti fondamentali, inclusi i diritti alla libertà di espressione, all'informazione e la libertà di condurre un'impresa", ha aggiunto.
Secondo i critici, l'emittente è stata silenziata per motivi politici, ma il Consiglio per i media dell'Ungheria ha respinto le accuse di pregiudizio politico. L'esecutivo comunitario esaminerà se il rifiuto dell'estensione della licenza di Klubradio sia in linea con il diritto Ue e adotterà ulteriori azioni se necessario, ha riferito ancora Wigand. Il portavoce ha confermato che la Commissione ha inviato una lettera alla rappresentanza permanente dell'Ungheria a Bruxelles proprio a proposito di Klubradio, esprimendo preoccupazione, e che Budapest non ha ancora risposto.
La Commissione ha chiesto all'Ungheria di adottare azioni urgenti per garantire che Klubradio possa continuare a usare la sua frequenza finché le decisioni definitive diventino legalmente vincolanti; il rischio, ha avvertito Wigand, è di un "danno irreparabile" all'emittente.
Il direttore di Klubradio: "Stiamo tornando indietro"
"Non è per questo che le persone hanno combattuto nel 1989 e 1990, è stata un'opportunità storica perduta e adesso stiamo tornando indietro. Gli uomini del sistema Orban controllano tutto e temo che più delle elezioni per mandarli via, ci vorrebbe un altro 1989". Così Mihaly Hardy, direttore delle news di Klubradio. "Formalmente la sentenza fa riferimento alla violazione del regolamento che stabilisce le quote di musica e notizie nazionali e internazionali da trasmettere, ovviamente ci sono precedenti di violazioni più gravi del nostro, abbiamo fatto ricorso alla Corte che però non ci ha difeso", spiega Hardy.
"Il premier Orban - sottolinea il direttore - ha dato un occhio al calendario: nella primavera del 2022 ci saranno le elezioni parlamentari. Fino ad allora ha tempo di eliminare tutte le voci indipendenti. Anche se ci definiscono una radio di sinistra e liberale, ribadisco che noi forniamo un servizio pubblico, critico e senza appartenenza politica, che funziona su base commerciale. Siamo una radio di notizie, di dibattiti e programmi di politica e cultura. Dal 2021 viviamo solo delle donazioni del nostro pubblico e, in dieci anni, abbiamo ricevuto in pagamenti e abbonamenti oltre quattro milioni di euro".