Uruguay, è giallo su Luca Ventre morto in ambasciata italiana. Indagine: Omicidio preterintenzionale
Cercava rifugio nell'ambasciata italiana di Montevideo in Uruguay, i video di sorveglianza riprendono gli ultimi istanti di vita di Luca Ventre, italiano, 35 anni, trasmessi dal Tg3. "Luca aveva paura, si sentiva braccato", è il commenta del fratello. Ora la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale
L'indagine è coordinata dal pm Sergio Colaiocco, che ha affidato ai carabinieri del Ros una delega per svolgere alcuni accertamenti. Al centro dell'incontro anche una serie di documenti trasmessi dall'ambasciata italiana nelle scorse ore. Chi indaga sta valutando, in primo luogo, la possibilità di far rientrare in Italia la salma del giovane in modo da potere affidare l'incarico al medico legale per effettuare l'autopsia.
Cercava rifugio nell'ambasciata italiana di Montevideo in Uruguay, i video di sorveglianza riprendono gli ultimi istanti di vita di Luca Ventre, 35 anni. "Luca aveva paura, si sentiva braccato", dice al #Tg3 il fratello. pic.twitter.com/ZhF37HfaFh
— Tg3 (@Tg3web) January 24, 2021
Padre di una bimba di 8 mesi Luca Ventre si era trasferito a Montevideo otto anni fa. Arrivato in Uruguay il giovane aveva aperto un bar, poi una pizzeria e collaborato con la Camera di commercio della città nel settore dell'import-export di alimentari, in particolare della cioccolata.
La nota della Farnesina
La Farnesina "sta seguendo con la massima attenzione la tragica vicenda del nostro connazionale Luca Ventre, deceduto lo scorso 1 gennaio a Montevideo, dopo essersi introdotto nel compound dell'Ambasciata". È quanto si legge in una nota del Ministero degli esteri.
"Il connazionale - prosegue il comunicato - dopo aver scavalcato nelle primissime ore della mattina di un giorno festivo la recinzione dell'Ambasciata è stato fermato da personale di una società di vigilanza locale e da un agente della polizia uruguaiana deputato alla protezione delle sedi diplomatiche. Appena appreso dei fatti, il personale dell'Ambasciata si è immediatamente attivato recandosi in ospedale e rimanendo in costante contatto con il padre del connazionale, residente in Uruguay, al quale è stata fornita tutta l'assistenza possibile". L'Ambasciata, prosegue la Farnesina, "si è poi immediatamente attivata sia presso la Magistratura uruguaiana sia presso quella italiana, che hanno aperto le rispettive inchieste, le quali sono tuttora in corso".