Dai piedi sul divano all'addio allo studio Ovale, ecco perché Kellyanne Conway lascia Trump
Dissidi politico-familiari alla base della decisione
Conway ha informato Donald Trump della sua decisione proprio in quello Studio Ovale che, all'inizio del mandato del presidente, l'aveva vista al centro della prima bufera politica a causa della celebre foto che la ritraeva seduta con i piedi sul divano in uno dei luoghi più sacri della democrazia americana.
Nel 2016, Conway è stata la prima donna al timone di una campagna presidenziale a guidare con successo la corsa alla Casa Bianca di Trump per poi diventare una delle più strette collaboratrici e consigliere esperte del presidente.
Lascia una delle collaboratrici storiche e più influenti del Presidente Donald Trump. Conway nella sua lettera di dimissioni scrive che alla base della sua decisione c'è la necessità di trascorrere più tempo con i suoi quattro figli. Suo marito George era diventato negli ultimi tempi molto critico nei confronti di Trump e la famiglia di Conway in generale era finita al centro della fabbrica dei velenosi pettegolezzi di Washington. "Non siamo d'accordo su molte cose, ma siamo uniti su ciò che conta di più: i bambini," scrive sempre la Conway, "Per ora, e per i miei amati figli, ci sarà meno dramma e più mamma." Al momento comunque è ancora in programma il suo intervento alla Convention nazionale repubblicana che parte questa settimana.
Suo marito, un avvocato che ha voltato le spalle a Trump subito dopo la campagna del 2016, è diventato un membro del Lincoln Project, un gruppo che, dall'esterno del partito Repubblicano, lavora per sconfiggere Trump.
Il matrimonio politicamente conflittuale ha generato molte speculazioni nei salotti che contano a Washington e naturalmente è stato oggetto di discussione sui social media. George Conway ha annunciato domenica di prendersi una pausa da Twitter ma anche dal Progetto Lincoln.
Kellyanne Conway ha lavorato per anni come sondaggista repubblicana e in origine sosteneva la candidatura desenatore Ted Cruz nelle primarie repubblicane del 2016. Passata successivamente alla campagna di Trump nell'agosto del 2016 divenne responsabile della campagna sotto la guida di Steve Bannon, incriminato due giorni fa per frode.
Fedele alla causa populista del presidente era stata in questi anni protagonista di diverse iniziative tra quella per la lotta all'uso di oppioidi. Era anche nota per la sua strenua difesa del presidente nelle apparizioni mediatiche, a volte con repliche vertiginose che non lesinavano la citazione "fatti alternativi" a sostegno della sua tesi.
Pur rimanendo a fianco come consulente informale, nell'ultimo periodo Conway aveva esitato a entrare a pieno titolo nella campagna elettorale per la rielezione del presidente. La sua partenza arriva in un momento assai critico per Trump, che si trova ad affrontare l'avvio della Convenzione Nazionale Repubblicana indietro nei sondaggi.
Il primo giornale a riportare l'addio di Kellyanne Conway è stato il Washington Post.