ZeroCalcare diserta Salone del Libro di Torino. Polemiche contro espositore neofascista
"Non posso pensare di rimanere seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli e incrociarli spesso", ha dichiarato Zerocalcare per la presenza al Lingotto della casa editrice Altaforte
Il fumettista romano, Michele Rech, in arte Zerocalcare, ha annullato la sua partecipazione al Salone del libro di Torino per la presenza al festival della casa editrice Altaforte. Già nei giorni scorsi c'erano state polemiche, dimissioni e defezioni, alla vigilia del festival al Lingotto in programma dal 9 maggio, proprio per la presenza, tra gli altri, dell'espositore vicino a Casapound.
"In effetti ho annullato tutti i miei impegni a Torino, sono pure molto dispiaciuto ma mi è davvero impossibile pensare di rimanere tre giorni seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli, incrociarli" spesso "facendo finta che sia tutto normale. Non faccio jihad - continua Zerocalcare - non traccio linee di buoni o cattivi tra chi va e chi non va, sono questioni complesse che non si esauriscono in una scelta sotto i riflettori del Salone del Libro e su cui spero continueremo a misurarci perché la partita non si chiude così".
Su Facebook, il fumettista precisa: "Sono contento anche che altri che andranno proveranno con i mezzi loro a non normalizzare quella presenza, spero che avremo modo di parlare anche di quello. Non è che io so diventato più cacac. negli ultimi tempi, anzi so pure molto più rammollito, è che oggettivamente sta roba prima non sarebbe mai successa. Qua ogni settimana spostiamo un po' l'asticella del baratro".
La risposta di Altaforte
"Alle affermazioni di Zerocalcare non rispondo, mi è sempre stato antipatico. Lui può fare i fumetti in cui gli antifascisti picchiano i fascisti, e nessuno dice nulla. Getta benzina sul fuoco". Afferma Francesco Polacchi, della casa editrice Altaforte, in merito alle affermazioni del fumettista Rech, che ha annullato i suoi impegni al Salone del Libro di Torino per la presenza del marchio editoriale vicino a Casapound. "Quanto sta avvenendo è allucinante, noi abbiamo solo intervistato il ministro dell'Interno (con il libro-intervista "Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio"). A leggere certi commenti sulla libertà di espressione mi viene da ridere. Ora c'è chi si ritira dal Salone: a sinistra, quando qualcuno viene da un altro contesto culturale, dicono 'mi ritiro sull'Aventino'...", ha concluso Polacchi.
E poi: "Siamo rammaricati per le polemiche che hanno investito la nostra partecipazione al Salone del Libro, segno tangibile di una volontà egemonica di un certo
mondo intellettuale che finisce con il mettere a rischio la stessa incolumità fisica dei nostri collaboratori presenti a Torino, collaboratori che, peraltro, con la politica non hanno nulla a che vedere". Così il comitato editoriale di Altaforte in merito alla presenza al Salone del Libro di Torino del marchio ritenuto vicino a Casapound.
"Il dibattito feroce di questi giorni - aggiunge - non ha avuto nulla a che fare con i contenuti di quanto editiamo, ma solo ed esclusivamente con le esperienze politiche di chi l'ha fondata. D'altra parte, l'indirizzo di una casa editrice si giudica dalle pubblicazioni e non dall'appartenenza politica di chi la anima. A questo punto il nostro auspicio - aggiungono - è che lo spazio che andremo a occupare al Salone di Torino possa essere, nonostante tutto, uno spazio di cultura e di confronto perché chi è sicuro delle proprie idee non ha paura di quelle altrui".
I no dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi)
La presidente nazionale dell'Anpi, Carla Nespolo, ha annullato la sua partecipazione al Salone del Libro di Torino dove avrebbe dovuto presentare il 10 maggio il volume di Tina Anselmi "La Gabriella in bicicletta", edito da Manni. Il motivo - riferisce un comunicato dell'associazione nazionale partigiani d'Italia - è legato "all'intollerabile presenza al Salone della casa editrice Altaforte che pubblica volumi elogiativi del fascismo oltre che la rivista Primato nazionale, vicina a CasaPound e denigratrice della Resistenza e dell'Anpi stessa".
Casa editrice People
Dello stesso parere di Zerocalcare la casa editrice People: "Condividiamo le critiche avanzate in questi giorni all'organizzazione del Salone del Libro di Torino per lo spazio concesso a case editrici e gruppi afferenti al neofascismo". Affermano Giuseppe Civati, Stefano Catone e Francesco Foti, soci fondatori di People: "Di fronte alla crescente ondata di violenza, di razzismo e di xenofobia che attraversano non solo il nostro paese, ma l'intero continente - spiegano - non possiamo essere indifferenti. Come People, abbiamo deciso di dimostrare fisicamente la nostra dissociazione da chi pensa sia normale dare visibilità e dignità di dibattito al neofascismo. Per questo, il nostro stand al Lingotto sarà lasciato vuoto per tutta la durata della manifestazione".
La scrittrice Michela Murgia
Non la pensa così la scrittrice Michela Murgia che promuove un appello e in un post su Facebook argomenta così la vicenda: "Se CasaPound mette un picchetto nel mio quartiere che faccio, me ne vado dal quartiere? Se Forza Nuova si candida alle elezioni io che faccio, straccio la tessera elettorale e rinuncio al mio diritto di voto? Se la Lega governa il paese chiedo forse la cittadinanza altrove? No. Non lo faccio. E non lo faccio perché da sempre preferisco abitare la contraddizione piuttosto che eluderla fingendo di essere altrove. Per questa ragione al Salone del libro di Torino io ci andrò e ci andranno come me molti altri e altre".
"In effetti ho annullato tutti i miei impegni a Torino, sono pure molto dispiaciuto ma mi è davvero impossibile pensare di rimanere tre giorni seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli, incrociarli" spesso "facendo finta che sia tutto normale. Non faccio jihad - continua Zerocalcare - non traccio linee di buoni o cattivi tra chi va e chi non va, sono questioni complesse che non si esauriscono in una scelta sotto i riflettori del Salone del Libro e su cui spero continueremo a misurarci perché la partita non si chiude così".
Su Facebook, il fumettista precisa: "Sono contento anche che altri che andranno proveranno con i mezzi loro a non normalizzare quella presenza, spero che avremo modo di parlare anche di quello. Non è che io so diventato più cacac. negli ultimi tempi, anzi so pure molto più rammollito, è che oggettivamente sta roba prima non sarebbe mai successa. Qua ogni settimana spostiamo un po' l'asticella del baratro".
La risposta di Altaforte
"Alle affermazioni di Zerocalcare non rispondo, mi è sempre stato antipatico. Lui può fare i fumetti in cui gli antifascisti picchiano i fascisti, e nessuno dice nulla. Getta benzina sul fuoco". Afferma Francesco Polacchi, della casa editrice Altaforte, in merito alle affermazioni del fumettista Rech, che ha annullato i suoi impegni al Salone del Libro di Torino per la presenza del marchio editoriale vicino a Casapound. "Quanto sta avvenendo è allucinante, noi abbiamo solo intervistato il ministro dell'Interno (con il libro-intervista "Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio"). A leggere certi commenti sulla libertà di espressione mi viene da ridere. Ora c'è chi si ritira dal Salone: a sinistra, quando qualcuno viene da un altro contesto culturale, dicono 'mi ritiro sull'Aventino'...", ha concluso Polacchi.
E poi: "Siamo rammaricati per le polemiche che hanno investito la nostra partecipazione al Salone del Libro, segno tangibile di una volontà egemonica di un certo
mondo intellettuale che finisce con il mettere a rischio la stessa incolumità fisica dei nostri collaboratori presenti a Torino, collaboratori che, peraltro, con la politica non hanno nulla a che vedere". Così il comitato editoriale di Altaforte in merito alla presenza al Salone del Libro di Torino del marchio ritenuto vicino a Casapound.
"Il dibattito feroce di questi giorni - aggiunge - non ha avuto nulla a che fare con i contenuti di quanto editiamo, ma solo ed esclusivamente con le esperienze politiche di chi l'ha fondata. D'altra parte, l'indirizzo di una casa editrice si giudica dalle pubblicazioni e non dall'appartenenza politica di chi la anima. A questo punto il nostro auspicio - aggiungono - è che lo spazio che andremo a occupare al Salone di Torino possa essere, nonostante tutto, uno spazio di cultura e di confronto perché chi è sicuro delle proprie idee non ha paura di quelle altrui".
I no dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi)
La presidente nazionale dell'Anpi, Carla Nespolo, ha annullato la sua partecipazione al Salone del Libro di Torino dove avrebbe dovuto presentare il 10 maggio il volume di Tina Anselmi "La Gabriella in bicicletta", edito da Manni. Il motivo - riferisce un comunicato dell'associazione nazionale partigiani d'Italia - è legato "all'intollerabile presenza al Salone della casa editrice Altaforte che pubblica volumi elogiativi del fascismo oltre che la rivista Primato nazionale, vicina a CasaPound e denigratrice della Resistenza e dell'Anpi stessa".
Casa editrice People
Dello stesso parere di Zerocalcare la casa editrice People: "Condividiamo le critiche avanzate in questi giorni all'organizzazione del Salone del Libro di Torino per lo spazio concesso a case editrici e gruppi afferenti al neofascismo". Affermano Giuseppe Civati, Stefano Catone e Francesco Foti, soci fondatori di People: "Di fronte alla crescente ondata di violenza, di razzismo e di xenofobia che attraversano non solo il nostro paese, ma l'intero continente - spiegano - non possiamo essere indifferenti. Come People, abbiamo deciso di dimostrare fisicamente la nostra dissociazione da chi pensa sia normale dare visibilità e dignità di dibattito al neofascismo. Per questo, il nostro stand al Lingotto sarà lasciato vuoto per tutta la durata della manifestazione".
La scrittrice Michela Murgia
Non la pensa così la scrittrice Michela Murgia che promuove un appello e in un post su Facebook argomenta così la vicenda: "Se CasaPound mette un picchetto nel mio quartiere che faccio, me ne vado dal quartiere? Se Forza Nuova si candida alle elezioni io che faccio, straccio la tessera elettorale e rinuncio al mio diritto di voto? Se la Lega governa il paese chiedo forse la cittadinanza altrove? No. Non lo faccio. E non lo faccio perché da sempre preferisco abitare la contraddizione piuttosto che eluderla fingendo di essere altrove. Per questa ragione al Salone del libro di Torino io ci andrò e ci andranno come me molti altri e altre".