100 anni fa nasceva Simone Signoret
Attrice e scrittrice è stata una delle più grandi interpreti della storia del cinema, visse una lunga storia d'amore con Yves Montand
Simone Signoret, pseudonimo di Simone-Henriette-Charlotte Kaminker, è stata un'attrice e scrittrice francese.
Considerata una delle più grandi interpreti della storia del cinema, dalla forte personalità, nella sua lunga carriera vinse, tra gli altri, il premio Oscar e quello come migliore attrice al Festival di Cannes per Room at the top (1958; La strada dei quartieri alti) di Jack Clayton, ottenne l'Orso d'argento al Festival di Berlino nel 1971 per Le chat (Le chat, l'implacabile uomo di Saint Germain) di Pierre Granier-Deferre. Lavorò con alcuni dei più grandi registi del suo tempo come Henri-Georges Clouzot, Luis Buñuel, Jack Clayton, Antonio Pietrangeli, René Clément, Stanley Kramer e Moshé Mizrahi.
Tra i suoi film più celebri, Casco d'oro (1952), I diabolici (1955), Le vergini di Salem (1957), Adua e le compagne (1960), La nave dei folli (1965). Nel 1977 la sua interpretazione in La vita davanti a sé di Moshé Mizrahi e tratto dall'omonimo romanzo di Romain Gary, le varrà il premio César 1978 come migliore attrice, mentre il film vinse l'Oscar al miglior film straniero. Narra la storia di Madame Rosa, ex prostituta ebrea, residente in un quartiere dove coabitano neri, arabi ed ebrei. Scampata al campo di concentramento, decide di allevare i figli delle colleghe.
Nel 1976 Simone Signoret pubblicò la sua autobiografia, La nostalgia non è più quella di un tempo, e nel 1985 il romanzo Addio Volodia.
Anticonformista, combattiva, devota alla causa della giustizia sociale, conobbe Jacques Prévert, che le presentò un italiano arrivato in Francia da bambino, che Édith Piaf aveva scoperto e lanciato come cantante. Si chiamava Ivo Livi, poi Yves Montand. La loro fu una lunga, potente storia d'amore. Si sposarono nel 1951 e tra alti e bassi - come il legame lavorativo e passionale tra lui e Marilyn Monroe - restarono insieme fino alla morte di Simone, a 64 anni, nel 1985.
Considerata una delle più grandi interpreti della storia del cinema, dalla forte personalità, nella sua lunga carriera vinse, tra gli altri, il premio Oscar e quello come migliore attrice al Festival di Cannes per Room at the top (1958; La strada dei quartieri alti) di Jack Clayton, ottenne l'Orso d'argento al Festival di Berlino nel 1971 per Le chat (Le chat, l'implacabile uomo di Saint Germain) di Pierre Granier-Deferre. Lavorò con alcuni dei più grandi registi del suo tempo come Henri-Georges Clouzot, Luis Buñuel, Jack Clayton, Antonio Pietrangeli, René Clément, Stanley Kramer e Moshé Mizrahi.
Tra i suoi film più celebri, Casco d'oro (1952), I diabolici (1955), Le vergini di Salem (1957), Adua e le compagne (1960), La nave dei folli (1965). Nel 1977 la sua interpretazione in La vita davanti a sé di Moshé Mizrahi e tratto dall'omonimo romanzo di Romain Gary, le varrà il premio César 1978 come migliore attrice, mentre il film vinse l'Oscar al miglior film straniero. Narra la storia di Madame Rosa, ex prostituta ebrea, residente in un quartiere dove coabitano neri, arabi ed ebrei. Scampata al campo di concentramento, decide di allevare i figli delle colleghe.
Nel 1976 Simone Signoret pubblicò la sua autobiografia, La nostalgia non è più quella di un tempo, e nel 1985 il romanzo Addio Volodia.
Anticonformista, combattiva, devota alla causa della giustizia sociale, conobbe Jacques Prévert, che le presentò un italiano arrivato in Francia da bambino, che Édith Piaf aveva scoperto e lanciato come cantante. Si chiamava Ivo Livi, poi Yves Montand. La loro fu una lunga, potente storia d'amore. Si sposarono nel 1951 e tra alti e bassi - come il legame lavorativo e passionale tra lui e Marilyn Monroe - restarono insieme fino alla morte di Simone, a 64 anni, nel 1985.