4 anni fa la notte più buia di Parigi: gli attentati e la strage del Bataclan
Era il 13 novembre 2015. La città restò sotto attacco per ore, colpita nei suoi punti nevralgici. Morirono 130 persone di 26 nazionalità diverse tra cui l'italiana Valeria Solesin
Il 13 novembre 2015, quattro anni fa, un commando jihadista seminò il terrore nel cuore della Francia, e dell'Europa, lasciando dietro di sé 130 morti, di 26 nazionalità diverse, e circa 450 feriti. Parigi restò sotto attacco per ore, colpita nei suoi punti nevralgici.
I kamikaze agirono simultaneamente. La serie di attentati coordinati colpì lo Stade de France, diversi ristoranti e la sala concerti del Bataclan dove suonava la band americana degli Eagles of Death Metal. Ad agire furono almeno tre gruppi coordinati di un commando jihadista, che si lasciarono dietro un bilancio complessivo di 130 morti, di cui 93 nel solo Bataclan. Fra loro l'italiana Valeria Solesin. I feriti furono più di 350. Il tutto cominciò intorno alle 21.20 e si concluse verso l'1.40.
La cronaca
- 21.20 Allo Stade de France a Saint Denis è in corso l'amichevole di calcio Francia-Germania, sugli spalti siede anche il presidente della Repubblica François Hollande. La prima esplosione avviene su rue Jules Rimet, vicino la porta D di accesso allo stadio. A provocarla un giovane che, dopo essere stato respinto perché senza biglietto, si fa saltare in aria nei pressi dell'ingresso D dopo venti minuti dal fischio del calcio d'inizio. Muore una persona. Un secondo kamikaze si fa esplodere nella stessa strada, vicino alla porta H. La partita non viene interrotta, per non generare panico e perché molti non si accorgono subito dell'inferno che si sta scatenando all'esterno.
- 21.25 Spari sui clienti del ristorante Petit Cambodge e del locale Le Carillon, con circa 15 morti, nel X arrondissement. Poi il commando va verso La Bonne Bière e il ristorante Casa nostra: cinque vittime.
- 21.30 È la volta del locale La Belle Equipe nell'XI arrondissement, dove muoiono 20 persone.
- 21.40 Kamikaze anche al bistrot Comptoir Voltaire.
- 21.45 Un terzo commando arriva al Bataclan, dove è in corso il concerto degli Eagles of death metal con circa 1500 spettatori. Tre jihadisti aprono il fuoco sulla folla all'interno e prendono ostaggi.
- 21.53 Terzo kamikaze nella vicina rue de Cokerie: 14 feriti. Situazione tesa dentro lo stadio. Gli attacchi cominciano intanto a colpire decimo e undicesimo arrondissement.
- 22.00 Le prime forze dell'ordine entrano al Bataclan. Alle 22.45 arrivano le unità d'élite. Alle 23.45 viene lanciato l'assalto finale. L'edificio viene dichiarato sicuro infine verso l'1.40.
La carneficina va avanti quasi tre ore. Alle 23.53, dopo aver abbandonato d'urgenza lo stadio, il presidente Hollande parla in diretta alla nazione, annunciando lo stato di emergenza in tutto il Paese e la chiusura dei confini. Inizia una caccia all'uomo durata giorni. Il 18 novembre le forze speciali eseguono un blitz in un appartamento a Saint Denis dove si nasconde il presunto organizzatore, Abdelhamid Abaaoud. Muore insieme alla cugina che si fa saltare in aria, cinque persone vengono arrestate.
L'unico sopravvissuto ancora in vita dei tre commando jihadisti, attualmente incarcerato nel penitenziario di Fleury-Merogis è Salah Abdeslam, arrestato a Molenbeek, in Belgio, insieme ad altri sospettati, detenuti tra Francia, Belgio e Tunisia. Sono in totale 14, di cui 11 in detenzione provvisoria, le persone indagate nell'inchiesta, in attesa di giudizio. Tra questi, anche Abdeslam. Il processo potrebbe tenersi nel 2021.
I kamikaze agirono simultaneamente. La serie di attentati coordinati colpì lo Stade de France, diversi ristoranti e la sala concerti del Bataclan dove suonava la band americana degli Eagles of Death Metal. Ad agire furono almeno tre gruppi coordinati di un commando jihadista, che si lasciarono dietro un bilancio complessivo di 130 morti, di cui 93 nel solo Bataclan. Fra loro l'italiana Valeria Solesin. I feriti furono più di 350. Il tutto cominciò intorno alle 21.20 e si concluse verso l'1.40.
La cronaca
- 21.20 Allo Stade de France a Saint Denis è in corso l'amichevole di calcio Francia-Germania, sugli spalti siede anche il presidente della Repubblica François Hollande. La prima esplosione avviene su rue Jules Rimet, vicino la porta D di accesso allo stadio. A provocarla un giovane che, dopo essere stato respinto perché senza biglietto, si fa saltare in aria nei pressi dell'ingresso D dopo venti minuti dal fischio del calcio d'inizio. Muore una persona. Un secondo kamikaze si fa esplodere nella stessa strada, vicino alla porta H. La partita non viene interrotta, per non generare panico e perché molti non si accorgono subito dell'inferno che si sta scatenando all'esterno.
- 21.25 Spari sui clienti del ristorante Petit Cambodge e del locale Le Carillon, con circa 15 morti, nel X arrondissement. Poi il commando va verso La Bonne Bière e il ristorante Casa nostra: cinque vittime.
- 21.30 È la volta del locale La Belle Equipe nell'XI arrondissement, dove muoiono 20 persone.
- 21.40 Kamikaze anche al bistrot Comptoir Voltaire.
- 21.45 Un terzo commando arriva al Bataclan, dove è in corso il concerto degli Eagles of death metal con circa 1500 spettatori. Tre jihadisti aprono il fuoco sulla folla all'interno e prendono ostaggi.
- 21.53 Terzo kamikaze nella vicina rue de Cokerie: 14 feriti. Situazione tesa dentro lo stadio. Gli attacchi cominciano intanto a colpire decimo e undicesimo arrondissement.
- 22.00 Le prime forze dell'ordine entrano al Bataclan. Alle 22.45 arrivano le unità d'élite. Alle 23.45 viene lanciato l'assalto finale. L'edificio viene dichiarato sicuro infine verso l'1.40.
La carneficina va avanti quasi tre ore. Alle 23.53, dopo aver abbandonato d'urgenza lo stadio, il presidente Hollande parla in diretta alla nazione, annunciando lo stato di emergenza in tutto il Paese e la chiusura dei confini. Inizia una caccia all'uomo durata giorni. Il 18 novembre le forze speciali eseguono un blitz in un appartamento a Saint Denis dove si nasconde il presunto organizzatore, Abdelhamid Abaaoud. Muore insieme alla cugina che si fa saltare in aria, cinque persone vengono arrestate.
L'unico sopravvissuto ancora in vita dei tre commando jihadisti, attualmente incarcerato nel penitenziario di Fleury-Merogis è Salah Abdeslam, arrestato a Molenbeek, in Belgio, insieme ad altri sospettati, detenuti tra Francia, Belgio e Tunisia. Sono in totale 14, di cui 11 in detenzione provvisoria, le persone indagate nell'inchiesta, in attesa di giudizio. Tra questi, anche Abdeslam. Il processo potrebbe tenersi nel 2021.