45 anni senza Pier Paolo Pasolini
Poeta, intellettuale scomodo e controcorrente, Pasolini si dedicò al cinema, firmando alcuni capolavori, come "Accattone", "Mamma Roma", "Il Vangelo secondo Matteo"
Il 2 novembre 1975 viene trovato all'Idroscalo di Ostia il corpo martoriato di Pier Paolo Pasolini. Nella notte i carabinieri fermano un giovane, Giuseppe Pelosi, detto “Pino la rana” alla guida di una Giulietta 2000 che risulterà di proprietà proprio di Pasolini. Il ragazzo, interrogato dai carabinieri, confessa l’omicidio.
A 45 anni di distanza la famiglia continua a chiedere la verità su quanto accadde quella notte che ancora oggi presenta più di un punto oscuro e che con la morte di Pino Pelosi potrebbe essere sepolta per sempre. "Sono trascorsi 45 anni dal delitto ma abbiamo delle prove che possono resistere anche al trascorrere del tempo. Oggi sappiamo che Pier Paolo Pasolini non venne ucciso soltanto o forse nemmeno da Pino Pelosi, cioè da colui che la giustizia aveva indicato come l'unico responsabile dell'omicidio. E' necessario quindi sgombrare il campo dai tanti dubbi che ancora gravano su questa complessa e tragica vicenda", afferma l'avvocato Stefano Maccioni legale dei familiari dello scrittore-regista chiedendo alla Procura di Roma di riaprire le indagini archiviate nel 2015. Il penalista punta l'attenzione sui tre profili genetici individuati su una serie di reperti e rimasti ignoti.
Scrittore e regista cinematografico, nato a Bologna il 5 marzo 1922, visse negli anni 40 a Casarsa in Friuli con la amatissima madre e il fratello (morto partigiano) e se ne andò nel 1950 a Roma per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia di ''corruzione di minori'' legata alla sua omosessualità e la sua professione di insegnante, che gli costò anche l'espulsione dal Pci. Nella capitale sempre più, col passare degli anni, la sua vicenda biografica si identifica con quella spesso agitata dello scrittore, dell'artista, dello studioso e dell'intellettuale impegnato a testimoniare e a difendere, anche in sede giudiziaria, la propria radicale diversità, fino appunto alla morte nella notte tra il primo e il 2 novembre 1975 all'idroscalo di Ostia.
Autore di molte raccolte di versi (riunite poi sotto il titolo ''Bestemmie''), di romanzi come ''Ragazzi di vita'' e ''Il sogno di una cosa'', di testi teatrali, da ''Porcile'' a ''Affabulazione'', Pasolini divenne anche regista di film di successo, da ''Accattone'' a ''Mamma Roma'', da ''Uccellacci e uccellini'' a ''Medea'', da "Il Vangelo secondo Matteo'' a ''Salò e le 120 giornate di Sodoma'' che ne fecero personaggio pubblico da rotocalchi, che sfruttarono anche lo scandalo dei suoi vari processi per ''oscenità'' o ''apologia di reato'' e del suo sentirsi ''inorganico'' e ''disomogeneo'' al mondo in cui operava con quella sua ''retorica della provocazione''.
Nella sua ultima intervista concessa poche ore prima di morire, disse: "Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. È facile, è semplice, è la resistenza".
Nel 1995 Marco Tullio Giordana firma il film ''Pasolini, un delitto italiano'', sceneggiato come un'inchiesta sull'assassinio e nel 2014 Abel Ferrara ricostruisce a suo modo l'ultima giornata e la morte nel film ''Pasolini'' con Willem Dafoe, ora è in uscita (online per il Covid) il documentario ''In un futuro aprile - Il giovane Pasolini'' di Francesco Costabile e Federico Savonitto che ne narra gli anni giovanili friulani, a dimostrare quanto sia ancor oggi personaggio pubblico che affascina anche le nuove generazioni.
Per approfondire:
Pier Paolo Pasolini, morte di un intellettuale scomodo
I tanti Pasolini. Ventisei scatti per ricordare lo scrittore e regista
Il cinema di Pasolini
Pasolini e la società dei consumi
A 45 anni di distanza la famiglia continua a chiedere la verità su quanto accadde quella notte che ancora oggi presenta più di un punto oscuro e che con la morte di Pino Pelosi potrebbe essere sepolta per sempre. "Sono trascorsi 45 anni dal delitto ma abbiamo delle prove che possono resistere anche al trascorrere del tempo. Oggi sappiamo che Pier Paolo Pasolini non venne ucciso soltanto o forse nemmeno da Pino Pelosi, cioè da colui che la giustizia aveva indicato come l'unico responsabile dell'omicidio. E' necessario quindi sgombrare il campo dai tanti dubbi che ancora gravano su questa complessa e tragica vicenda", afferma l'avvocato Stefano Maccioni legale dei familiari dello scrittore-regista chiedendo alla Procura di Roma di riaprire le indagini archiviate nel 2015. Il penalista punta l'attenzione sui tre profili genetici individuati su una serie di reperti e rimasti ignoti.
Scrittore e regista cinematografico, nato a Bologna il 5 marzo 1922, visse negli anni 40 a Casarsa in Friuli con la amatissima madre e il fratello (morto partigiano) e se ne andò nel 1950 a Roma per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia di ''corruzione di minori'' legata alla sua omosessualità e la sua professione di insegnante, che gli costò anche l'espulsione dal Pci. Nella capitale sempre più, col passare degli anni, la sua vicenda biografica si identifica con quella spesso agitata dello scrittore, dell'artista, dello studioso e dell'intellettuale impegnato a testimoniare e a difendere, anche in sede giudiziaria, la propria radicale diversità, fino appunto alla morte nella notte tra il primo e il 2 novembre 1975 all'idroscalo di Ostia.
Autore di molte raccolte di versi (riunite poi sotto il titolo ''Bestemmie''), di romanzi come ''Ragazzi di vita'' e ''Il sogno di una cosa'', di testi teatrali, da ''Porcile'' a ''Affabulazione'', Pasolini divenne anche regista di film di successo, da ''Accattone'' a ''Mamma Roma'', da ''Uccellacci e uccellini'' a ''Medea'', da "Il Vangelo secondo Matteo'' a ''Salò e le 120 giornate di Sodoma'' che ne fecero personaggio pubblico da rotocalchi, che sfruttarono anche lo scandalo dei suoi vari processi per ''oscenità'' o ''apologia di reato'' e del suo sentirsi ''inorganico'' e ''disomogeneo'' al mondo in cui operava con quella sua ''retorica della provocazione''.
Nella sua ultima intervista concessa poche ore prima di morire, disse: "Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. È facile, è semplice, è la resistenza".
Nel 1995 Marco Tullio Giordana firma il film ''Pasolini, un delitto italiano'', sceneggiato come un'inchiesta sull'assassinio e nel 2014 Abel Ferrara ricostruisce a suo modo l'ultima giornata e la morte nel film ''Pasolini'' con Willem Dafoe, ora è in uscita (online per il Covid) il documentario ''In un futuro aprile - Il giovane Pasolini'' di Francesco Costabile e Federico Savonitto che ne narra gli anni giovanili friulani, a dimostrare quanto sia ancor oggi personaggio pubblico che affascina anche le nuove generazioni.
Per approfondire:
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