20 anni fa l'alluvione di Sarno, una marea di fango uccise 160 persone #accaddeoggi
Furono colpiti anche i comuni Siano, Bracigliano, Quindici e San Felice a Cancello
Il 5 maggio 1998, dopo giorni di piogge torrenziali, una marea nera di fango travolse Sarno, inghiottendo uomini e cose. Furono centosessanta le vittime di quella tragedia che coinvolse anche altri comuni della valle, come Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello. Sarno pagò il prezzo più alto, con 137 morti e la frazione Episcopio fu spazzata via dalle colate di lava fredda che, scese dalla montagna ferita in cinque punti, bypassarono la rete di canali di inizio secolo, troppo a valle per fare da argine.
Oggi, a vent'anni dalla tragedia, a Sarno sono state completate l'85% delle opere previste.
Il nostro è un Paese ad alto rischio idrogeologico
In Italia, si continua a morire a causa del dissesto idrogeologico: dal 2000 al 2017 le vittime per alluvioni o esondazioni sono state 189 e, secondo le stime del rapporto Ecosistema Rischio di Legambiente sono gli oltre 7,5 milioni gli italiani esposti quotidianamente al pericolo. Mentre i danni economici causati dal maltempo solo nel triennio 2013-2016, stando ai dati di ItaliaSicura, ammontano a circa 7,6 miliardi di euro.
"L'incuria e la cattiva gestione del territorio determinano ancora oggi una situazione di rischio idrogeologico molto grave nel nostro Paese". Ad affermarlo è Lorenzo Benedetto, Coordinatore Commissione Difesa Suolo del Consiglio Nazionale dei Geologi.
"Ogni qualvolta - spiega l'esperto - si manifestano precipitazioni intense, peraltro sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici in atto, si determinano fenomeni franosi e alluvionali che, impattando con le aree antropizzate, determinano la distruzione dei beni e spesso anche vittime. Per questo motivo - continua Benedetto - occorrerebbe investire molto di più in azioni di prevenzione in modo da ridurre al minimo gli interventi in emergenza.
Oggi, a vent'anni dalla tragedia, a Sarno sono state completate l'85% delle opere previste.
Il nostro è un Paese ad alto rischio idrogeologico
In Italia, si continua a morire a causa del dissesto idrogeologico: dal 2000 al 2017 le vittime per alluvioni o esondazioni sono state 189 e, secondo le stime del rapporto Ecosistema Rischio di Legambiente sono gli oltre 7,5 milioni gli italiani esposti quotidianamente al pericolo. Mentre i danni economici causati dal maltempo solo nel triennio 2013-2016, stando ai dati di ItaliaSicura, ammontano a circa 7,6 miliardi di euro.
"L'incuria e la cattiva gestione del territorio determinano ancora oggi una situazione di rischio idrogeologico molto grave nel nostro Paese". Ad affermarlo è Lorenzo Benedetto, Coordinatore Commissione Difesa Suolo del Consiglio Nazionale dei Geologi.
"Ogni qualvolta - spiega l'esperto - si manifestano precipitazioni intense, peraltro sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici in atto, si determinano fenomeni franosi e alluvionali che, impattando con le aree antropizzate, determinano la distruzione dei beni e spesso anche vittime. Per questo motivo - continua Benedetto - occorrerebbe investire molto di più in azioni di prevenzione in modo da ridurre al minimo gli interventi in emergenza.