"Londra fu la culla della Francia libera". Macron nel Regno Unito per celebrare de Gaulle
Il 18 giugno 1940, 80 anni fa, a Londra, dai microfoni della BBC il generale francese, sotto la protezione del governo Churchill, chiedeva ai connazionali di resistere all'occupazione nazista
Il capo di Stato francese Emmanuel Macron si è recato a Londra per celebrare gli 80 anni del famoso appello lanciato il 18 giugno 1940 da Charles de Gaulle con cui chiedeva ai francesi di resistere all'occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale. Il 2020 segna anche il 130° anniversario della nascita del generale e i 50 anni dalla sua morte. E' il primo viaggio internazionale di Macron dopo la pandemia di Covid-19 che ha colpito pesantemente Regno Unito e Francia.
Le celebrazioni si sono aperte a Clarence House, residenza del principe Carlo, con una piccola parata per ricordare de Gaulle per la resistenza al nazifascismo. Macron è stato ricevuto dall'erede al trono e dalla consorte Camilla, con i quali ha posato rispettando la distanza di 2 metri prescritta nel Regno nell'ambito dell'emergenza Covid-19.
"Arrivato a Londra il 17 giugno - ha detto Macron ripercorrendo le imprese di de Gaulle - ricevette subito l'aiuto di Churchill. La monarchia diventò il rifugio della Repubblica francese - ha proseguito -. Londra fu la culla della Francia libera, l'ultimo bastione della speranza nel momento in cui tutto sembrava perduto". In vista dell'arrivo del presidente francese la statua di Churchill di fronte a Westminster è stata liberata dalle protezioni con le quali era stata coperta dopo essere stata vandalizzata durante le manifestazioni per George Floyd.
A distanza anche la foto di rito a Downing Street con il primo ministro Boris Johnson, che ha omaggiato l'ospite con alcuni oggetti e documenti destinati a rievocare il rapporto fra De Gaulle e Winston Churchill. Johnson ha anche formalizzato la massima decorazione britannica per cittadini stranieri a 4 veterani francesi superstiti della resistenza gollista ormai quasi centenari.
A margine delle cerimonie, è previsto infine un colloquio fra i due leader dedicato alla cooperazione contro la pandemia, alla questione dei confini e della quarantena temporanea imposta da Londra a chi arriva nel Regno dall'Estero e al difficile negoziato sul dopo Brexit.
Timori per un nuovo "Winter of Discontent"
I rischi dei contraccolpi economici della pandemia di coronavirus preoccupano il principe Carlo, la cui figura di erede al trono britannico appare ormai avviata a evolvere visto l'isolamento precauzionale dalla scena pubblica che la regina Elisabetta, 94 anni compiuti, dovrà continuare a osservare per chissà quanto tempo.
Reduce dal contagio e tornato in ottima forma, il 71enne principe di Galles ha lanciato nei giorni scorsi un appello in favore delle tante istituzioni culturali del Regno minacciate di essere travolte dagli effetti del lockdown. E adesso, attraverso il suo trust, ha fatto trapelare sul Telegraph un allarme sul pericolo ancor più vasto che incombe a livello sociale e di disoccupazione soprattutto su milioni di giovani.
Nel testo si paventa lo scenario di "una terribile spirale al ribasso" in grado di alimentare nuove "povertà", di lasciare più persone "senza tetto", di colpire molti bambini e potenzialmente di innescare un clima di proteste analogo a quello che lo stesso trust aveva denunciato nel 1976 prima della cosiddetta stagione del Winter of Discontent ("Inverno dello Scontento") sull'isola. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Office for National Statistics (Ons), sono 12,5 milioni le famiglie già colpite pesantemente dal lockdown e sfiora il 26% la percentuale di giovani destinati nei prossimi mesi a un peggioramento delle condizioni occupazionali e economiche.
Le celebrazioni si sono aperte a Clarence House, residenza del principe Carlo, con una piccola parata per ricordare de Gaulle per la resistenza al nazifascismo. Macron è stato ricevuto dall'erede al trono e dalla consorte Camilla, con i quali ha posato rispettando la distanza di 2 metri prescritta nel Regno nell'ambito dell'emergenza Covid-19.
"Arrivato a Londra il 17 giugno - ha detto Macron ripercorrendo le imprese di de Gaulle - ricevette subito l'aiuto di Churchill. La monarchia diventò il rifugio della Repubblica francese - ha proseguito -. Londra fu la culla della Francia libera, l'ultimo bastione della speranza nel momento in cui tutto sembrava perduto". In vista dell'arrivo del presidente francese la statua di Churchill di fronte a Westminster è stata liberata dalle protezioni con le quali era stata coperta dopo essere stata vandalizzata durante le manifestazioni per George Floyd.
A distanza anche la foto di rito a Downing Street con il primo ministro Boris Johnson, che ha omaggiato l'ospite con alcuni oggetti e documenti destinati a rievocare il rapporto fra De Gaulle e Winston Churchill. Johnson ha anche formalizzato la massima decorazione britannica per cittadini stranieri a 4 veterani francesi superstiti della resistenza gollista ormai quasi centenari.
A margine delle cerimonie, è previsto infine un colloquio fra i due leader dedicato alla cooperazione contro la pandemia, alla questione dei confini e della quarantena temporanea imposta da Londra a chi arriva nel Regno dall'Estero e al difficile negoziato sul dopo Brexit.
Timori per un nuovo "Winter of Discontent"
I rischi dei contraccolpi economici della pandemia di coronavirus preoccupano il principe Carlo, la cui figura di erede al trono britannico appare ormai avviata a evolvere visto l'isolamento precauzionale dalla scena pubblica che la regina Elisabetta, 94 anni compiuti, dovrà continuare a osservare per chissà quanto tempo.
Reduce dal contagio e tornato in ottima forma, il 71enne principe di Galles ha lanciato nei giorni scorsi un appello in favore delle tante istituzioni culturali del Regno minacciate di essere travolte dagli effetti del lockdown. E adesso, attraverso il suo trust, ha fatto trapelare sul Telegraph un allarme sul pericolo ancor più vasto che incombe a livello sociale e di disoccupazione soprattutto su milioni di giovani.
Nel testo si paventa lo scenario di "una terribile spirale al ribasso" in grado di alimentare nuove "povertà", di lasciare più persone "senza tetto", di colpire molti bambini e potenzialmente di innescare un clima di proteste analogo a quello che lo stesso trust aveva denunciato nel 1976 prima della cosiddetta stagione del Winter of Discontent ("Inverno dello Scontento") sull'isola. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Office for National Statistics (Ons), sono 12,5 milioni le famiglie già colpite pesantemente dal lockdown e sfiora il 26% la percentuale di giovani destinati nei prossimi mesi a un peggioramento delle condizioni occupazionali e economiche.