Gli 80 anni di Wonder Woman, dal mito a icona pop
L'eroina dei fumetti in mostra a Milano
"Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman e in più il fascino di una donna brava e bella". Nasce così nel 1941, Wonder Woman che compie 80 anni. Ideata dallo psicologo americano William Moulton Marston e illustrata da Harry G. Peter, è passata dalla carta stampata al piccolo schermo in pieni anni Settanta con l'omonima fortunata serie televisiva statunitense, protagonista un'intramontabile Lynda Carter. Nel 2017 al cinema arrivano i film Wonder Woman (2017) e Wonder Woman 1984 (2020), entrambi interpretati da Gal Gadot e distribuiti in Italia da Warner Bros.
Negli anni, l'eroina in divisa a stelle e strisce si è affrancata come originalissimo modello della cultura pop americana incarnando l'ideale eroico della donna-guerriero, la più grande icona femminile dell'universo DC che ha debuttato nelle pagine di All Star Comics #8 come Diana, giovane membro di una tribù di donne chiamate Amazzoni, originaria di Paradise Island, un'isola nascosta situata nel mezzo di un vasto oceano.
Simbolo di verità, giustizia e uguaglianza, ha attraversato e superato confini geografici e decenni di storia. "Bella come Afrodite, saggia come Atena, più veloce di Hermes e più forte di Ercole", incarna le migliori abilità fisiche e morali che la mitologia greco-romana ci continua a insegnare. È un unicum, dunque, in cui ancora oggi si possono rispecchiare donne e anche uomini.
La mostra
In occasione dei festeggiamenti del suo 80mo anniversario e della campagna internazionale #believeinwonder, a Milano apre la mostra "Wonder Woman. Il mito" nella sede espositiva di Palazzo Morando (Costume Moda Immagine) fino al 20 marzo. Accompagnato dall'hashtag #wondersonoio, il progetto - primo assoluto in Italia - esplora la figura di Wonder Woman e gli ottant'anni di storia che ha attraversato, in una connotazione interdisciplinare che tocca molti ambiti - dall'illustrazione e il fumetto al cinema, dalla cultura pop alla moda - attraverso un percorso curato da Alessia Marchi e articolato in sezioni dove coabitano comics e tavole originali (dalla Golden Age ai nostri giorni), videoinstallazioni, costumi e props dell'universo cinematografico.
Un mito che non a caso affonda le sue origini nella classicità greco-romana, quella di figure divine ed eroi protagonisti della nascita del mondo. Attorno a questi temi si costruisce il progetto espositivo, che vede in mostra non solo tavole e fumetti originali provenienti dall'archivio DC a Burbank, California, da collezionisti privati e dai talents, ma anche i costumi originali di scena dei film Warner Bros. Pictures "Wonder Woman" (2017) e "Wonder Woman 1984" (2020) e i più iconici oggetti usati sul set dei film tra cui gli scudi, le spade, archi e frecce usate dalla protagonista. Infine, un ricco apparato multimediale di videoproiezioni e animazioni con materiali di repertorio e spezzoni di film e telefilm di Warner Bros per raccontare al pubblico dei fan - così come a chi non la conosce ancora - tutto il mondo di Diana Prince/Wonder Woman.
La mostra inizia il suo percorso dalla prima copertina di Sensation Comics #1 del 1942, che inaugura la prima serie di fumetti dedicati a Wonder Woman, dopo il debutto l'anno precedente all'interno delle pagine di All Star Comics #8, nonché dalla formazione accademica e le ricerche in campo psicologico che William Moulton Marston intraprese per creare la figura dell'eroina, dal suo profilo e carattere ai suoi superpoteri e fino al suo costume.
Si introduce al pubblico la cosiddetta "Golden Age" di Wonder Woman, ovvero il periodo epico del fumetto negli Stati Uniti (1941-1955), attraverso alcune tra le copertine più iconiche e un video racconto che intreccia la Storia con il Mito. Nel Dopoguerra, negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta il character viene ripensato sulla base di modelli e riferimenti più attuali, privata dei superpoteri (a partire dal 1968) e infine resa partecipe di una nuova ondata femminista.
In mostra, a fianco della gigantografia di Ms. magazine, co-fondato dall'attivista Gloria Steinem, una selezione di tavole delle wonder women, le illustratrici italiane dell'universo DC (tra cui Laura Braga, Emanuela Lupacchino, Maria Laura Sanapo) che vogliono porre l'attenzione del visitatore anche al valore che in questi decenni la matrice del disegno tutta italiana ha portato nella costruzione della figura di Wonder Woman come la conosciamo oggi.
Si entra nel mito attraverso la video installazione immersiva e dai toni epici, che racconta la formazione di Diana Prince nell'isola Paradiso, Themyscira, permettendo al visitatore di scoprire le origini mitologiche di Wonder Woman. Cruciali per Wonder Woman saranno gli anni Ottanta: dopo Crisis on Infinite Earths, un ciclo narrativo pubblicato da DC per dieci numeri dall'aprile 1985 al marzo 1986, grazie a nuove avventure scritte da Greg Potter e Len Wein e magistralmente illustrate da George Pérez, il personaggio acquista nuova vita e dignità.
Gli ultimi trent'anni sono raccontati in una sezione dedicata. Il pantheon dei suoi illustratori comprende ora, tra gli altri, artisti come Adam Hughes, Alex Ross, Phil Jimenez, Brian Bolland; è un'ulteriore rinascita del personaggio, fino alle serie The New 52 (dal 2011) e Rebirth (dal 2016). La mostra si conclude con un'escursione nei mondi della televisione e del cinema: dalla serie tv con Lynda Carter fino ai recenti film con Gal Gadot.
Negli anni, l'eroina in divisa a stelle e strisce si è affrancata come originalissimo modello della cultura pop americana incarnando l'ideale eroico della donna-guerriero, la più grande icona femminile dell'universo DC che ha debuttato nelle pagine di All Star Comics #8 come Diana, giovane membro di una tribù di donne chiamate Amazzoni, originaria di Paradise Island, un'isola nascosta situata nel mezzo di un vasto oceano.
Simbolo di verità, giustizia e uguaglianza, ha attraversato e superato confini geografici e decenni di storia. "Bella come Afrodite, saggia come Atena, più veloce di Hermes e più forte di Ercole", incarna le migliori abilità fisiche e morali che la mitologia greco-romana ci continua a insegnare. È un unicum, dunque, in cui ancora oggi si possono rispecchiare donne e anche uomini.
La mostra
In occasione dei festeggiamenti del suo 80mo anniversario e della campagna internazionale #believeinwonder, a Milano apre la mostra "Wonder Woman. Il mito" nella sede espositiva di Palazzo Morando (Costume Moda Immagine) fino al 20 marzo. Accompagnato dall'hashtag #wondersonoio, il progetto - primo assoluto in Italia - esplora la figura di Wonder Woman e gli ottant'anni di storia che ha attraversato, in una connotazione interdisciplinare che tocca molti ambiti - dall'illustrazione e il fumetto al cinema, dalla cultura pop alla moda - attraverso un percorso curato da Alessia Marchi e articolato in sezioni dove coabitano comics e tavole originali (dalla Golden Age ai nostri giorni), videoinstallazioni, costumi e props dell'universo cinematografico.
Un mito che non a caso affonda le sue origini nella classicità greco-romana, quella di figure divine ed eroi protagonisti della nascita del mondo. Attorno a questi temi si costruisce il progetto espositivo, che vede in mostra non solo tavole e fumetti originali provenienti dall'archivio DC a Burbank, California, da collezionisti privati e dai talents, ma anche i costumi originali di scena dei film Warner Bros. Pictures "Wonder Woman" (2017) e "Wonder Woman 1984" (2020) e i più iconici oggetti usati sul set dei film tra cui gli scudi, le spade, archi e frecce usate dalla protagonista. Infine, un ricco apparato multimediale di videoproiezioni e animazioni con materiali di repertorio e spezzoni di film e telefilm di Warner Bros per raccontare al pubblico dei fan - così come a chi non la conosce ancora - tutto il mondo di Diana Prince/Wonder Woman.
La mostra inizia il suo percorso dalla prima copertina di Sensation Comics #1 del 1942, che inaugura la prima serie di fumetti dedicati a Wonder Woman, dopo il debutto l'anno precedente all'interno delle pagine di All Star Comics #8, nonché dalla formazione accademica e le ricerche in campo psicologico che William Moulton Marston intraprese per creare la figura dell'eroina, dal suo profilo e carattere ai suoi superpoteri e fino al suo costume.
Si introduce al pubblico la cosiddetta "Golden Age" di Wonder Woman, ovvero il periodo epico del fumetto negli Stati Uniti (1941-1955), attraverso alcune tra le copertine più iconiche e un video racconto che intreccia la Storia con il Mito. Nel Dopoguerra, negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta il character viene ripensato sulla base di modelli e riferimenti più attuali, privata dei superpoteri (a partire dal 1968) e infine resa partecipe di una nuova ondata femminista.
In mostra, a fianco della gigantografia di Ms. magazine, co-fondato dall'attivista Gloria Steinem, una selezione di tavole delle wonder women, le illustratrici italiane dell'universo DC (tra cui Laura Braga, Emanuela Lupacchino, Maria Laura Sanapo) che vogliono porre l'attenzione del visitatore anche al valore che in questi decenni la matrice del disegno tutta italiana ha portato nella costruzione della figura di Wonder Woman come la conosciamo oggi.
Si entra nel mito attraverso la video installazione immersiva e dai toni epici, che racconta la formazione di Diana Prince nell'isola Paradiso, Themyscira, permettendo al visitatore di scoprire le origini mitologiche di Wonder Woman. Cruciali per Wonder Woman saranno gli anni Ottanta: dopo Crisis on Infinite Earths, un ciclo narrativo pubblicato da DC per dieci numeri dall'aprile 1985 al marzo 1986, grazie a nuove avventure scritte da Greg Potter e Len Wein e magistralmente illustrate da George Pérez, il personaggio acquista nuova vita e dignità.
Gli ultimi trent'anni sono raccontati in una sezione dedicata. Il pantheon dei suoi illustratori comprende ora, tra gli altri, artisti come Adam Hughes, Alex Ross, Phil Jimenez, Brian Bolland; è un'ulteriore rinascita del personaggio, fino alle serie The New 52 (dal 2011) e Rebirth (dal 2016). La mostra si conclude con un'escursione nei mondi della televisione e del cinema: dalla serie tv con Lynda Carter fino ai recenti film con Gal Gadot.