Achille Lauro a Sanremo
I look, le performance, la musica
Il lupo, il fulmine, la maschera, la corona. Achille Lauro, in gara al Festival di Sanremo con la canzone Me ne frego, aveva cosparso di tracce i suoi social network indicando la strada che intendeva percorrere sul palco dell'Ariston. Una strada popolata da quattro simboli, appunto: il lupo, animale libero, indomito e vorace, simbolo del prevalere degli istinti e dei sensi, ma anche un animale che difende il territorio e la famiglia; il fulmine, che rappresenta l'intermediario fra il divino e l'umano, l'illuminazione spirituale, la rivelazione o la comprensione di una verità; la maschera che nasconde il volto, annulla l'identità del soggetto che la indossa ma che è anche uno strumento di espressione del sè, di esplorazione introspettiva e di manifestazione di nuovi modi di essere e infine la corona delle divinità, che rappresenta l'immortalità e la perfezione, il potere di decidere per e sugli altri, ma anche il dominio che una persona ha su di sè e la propria vita, l'autocontrollo, la capacità quindi di esercitare il potere con saggezza, giustizia e moderazione.
Il Lupo ossia San Francesco che si spoglia dei beni materiali
Sulla strada indicata dal lupo, nella prima serata del Festival, Achille Lauro ha interpretato la celebre scena attribuita a Giotto in una delle Storie di San Francesco della Basilica Superiore di Assisi: il momento più rivoluzionario della sua storia, in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà. Con la collaborazione del designer Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, Lauro ha scelto di rappresentare la figura del Santo in una delle sue rappresentazioni iconografiche più note: "La storia della rinuncia di San Francesco ai beni materiali è un messaggio universale che ancora oggi risulta di grande attualità", ha detto.
L'artista è salito sul palco a piedi nudi, con indosso una cappa di velluto nero, ricamata a mano, con pailettes oro e argento per rappresentare il mondo a cui il Santo ha scelto di rinunciare. Nel momento clou dell'esibizione, spogliandosi proprio come il Santo d'Assisi e ispirandosi al noto affresco, Lauro ha svelato l'ensamble custom made, body e shorts in strass nude. Peraltro un capolavoro di sartoria realizzato in Puglia.
Il Fulmine di Ziggy Stardust, un salto nell'universo Bowie
Nella serata dei duetti, Lauro ha interpretato con Annalisa una delle canzoni più belle di Mia Martini, Gli uomini non cambiano, omaggiando uno dei personaggi più iconici della scena pop e rock mondiale: Ziggy Stardust, uno dei tanti alter ego di David Bowie.
"Ziggy Stardust, anima ribelle, simbolo di assoluta libertà artistica, espressiva e sessuale e di una mascolinità non tossica" scrive l'artista sui social per raccontare il look gender fluid - sempre firmato da Alessandro Michele per Gucci: un completo di raso verde smeraldo, con dettagli personalizzati. Per l'occasione è stato eseguito anche un approfondito lavoro di hairstyling e make-up: una parrucca realizzata appositamente per l'esibizione e un make-up ispirato a quello di Ziggy Stardust e al trucco glam rock dell'epoca. Per omaggiare l'esibizione, una tavola di Lauro/Ziggy Stardust è stata realizzata da Riccardo Atzeni, illustratore e animatore 2D attualmente al lavoro su un'opera di Panini Comics che proprio nel 2020 ha lanciato un progetto internazionale sul Duca Bianco.
La Maschera e il mito della donna che si fece opera d'arte
Per rappresentare il terzo simbolo, Achille Lauro nella penultima serata del Festival, si è ispirato alla marchesa Luisa Casati Stampa, vissuta a cavallo tra '800 e '900 e dei più grandi artisti dell'epoca, tra i quali Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Giacomo Balla e Man Ray. Grande mecenate, è stata di una delle protagoniste della 'belle epoque' a Venezia, città che scelse come il proprio palcoscenico. Personaggio controverso, è stata una performer prima della performing art, eccentrica tanto da diventare essa stessa un'icona, un'opera d'arte vivente, insofferente a regole e convenzioni, di cui - appunto - si era sempre fregata. Come recita il titolo del brano di Lauro , "Me ne frego"...
"È un personaggio iconico e mistico. Musa inarrivabile, eterea e decadente", così la descrive l'artista che sale sul palco con uno scenografico copricapo di piume con inserti di cristalli. Addosso, un abito di chiffon nero completamente trasparente e dei collant tailor made, con motivo geometrico di cristalli neri, bracciale serpente al braccio e occhi bistrati come amava truccarsi la Marchesa. Un look anche in questo caso frutto dell'estro creativo di Alessandro Michele.
Elisabetta I
Il simbolo dell'ultima sera è la Corona. Stasera, alla serata finale del festival di Sanremo, Achille Lauro è Elisabetta I Tudor. "Sono stato molto colpito dalla sua indipendenza, di cui aveva fatto un vero e proprio baluardo. Mi è parso il personaggio più adatto per chiudere la serie di performance con cui, in queste sere, ho unito personaggi che in modi diversi mi hanno ispirato attraverso modalità altrettanto differenti di esprimere e vivere la libertà - ha dichiarato Lauro -. Elisabetta I è riuscita a fregarsene, a tener testa agli uomini con cui si confrontava: lo faceva anche attraverso il suo aspetto, indossando abiti larghi sulle spalle, per rendere la propria fisicità imponente quanto la propria personalità e per non essere mai inferiore ai propri interlocutori maschili". Regina d'Inghilterra e d'Irlanda, Elisabetta è sempre stata considerata una governatrice esemplare. E' stata definita la regina vergine perché non si sposò mai. Difese la propria patria, con cui amava dire di "essere sposata". Il suo fu un regno di grande fioritura artistica: William Shakespeare, Christopher Marlowe, Ben Jonson, Edmund Spenser, Francis Bacon sono solo alcuni degli scrittori e pensatori che vissero durante il suo regno. Il look come per le sere precedenti è stato curato da Gucci, insieme al team creativo di Lauro: un omaggio molto pop e pittorico, in cui il viso di Lauro era incorniciato da centinaia di perle. La parrucca, segnata anch'essa da inserti di perle, ricordava l'acconciatura della regina. Addosso, gorgiera e crinolina tipiche dell'epoca. Nella seconda parte della performance, Lauro ha tolto la struttura (che serviva a sorreggere le grandi gonne tipiche dell'abbigliamento delle nobildonne) e ha rivelato un look ancora d'ispirazione anni '70, ma sempre con richiami alla regalità, composto da una camicia con strascico di chiffon rosa, un pantalone di velluto rosso e stivaletti a tacco alto in vernice rossa, che si adattavano perfettamente alla fisicità di Lauro. Alla fine dell'esibizione Fiorello ha voluto fare una foto con lui.
Il Lupo ossia San Francesco che si spoglia dei beni materiali
Sulla strada indicata dal lupo, nella prima serata del Festival, Achille Lauro ha interpretato la celebre scena attribuita a Giotto in una delle Storie di San Francesco della Basilica Superiore di Assisi: il momento più rivoluzionario della sua storia, in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà. Con la collaborazione del designer Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, Lauro ha scelto di rappresentare la figura del Santo in una delle sue rappresentazioni iconografiche più note: "La storia della rinuncia di San Francesco ai beni materiali è un messaggio universale che ancora oggi risulta di grande attualità", ha detto.
L'artista è salito sul palco a piedi nudi, con indosso una cappa di velluto nero, ricamata a mano, con pailettes oro e argento per rappresentare il mondo a cui il Santo ha scelto di rinunciare. Nel momento clou dell'esibizione, spogliandosi proprio come il Santo d'Assisi e ispirandosi al noto affresco, Lauro ha svelato l'ensamble custom made, body e shorts in strass nude. Peraltro un capolavoro di sartoria realizzato in Puglia.
Il Fulmine di Ziggy Stardust, un salto nell'universo Bowie
Nella serata dei duetti, Lauro ha interpretato con Annalisa una delle canzoni più belle di Mia Martini, Gli uomini non cambiano, omaggiando uno dei personaggi più iconici della scena pop e rock mondiale: Ziggy Stardust, uno dei tanti alter ego di David Bowie.
"Ziggy Stardust, anima ribelle, simbolo di assoluta libertà artistica, espressiva e sessuale e di una mascolinità non tossica" scrive l'artista sui social per raccontare il look gender fluid - sempre firmato da Alessandro Michele per Gucci: un completo di raso verde smeraldo, con dettagli personalizzati. Per l'occasione è stato eseguito anche un approfondito lavoro di hairstyling e make-up: una parrucca realizzata appositamente per l'esibizione e un make-up ispirato a quello di Ziggy Stardust e al trucco glam rock dell'epoca. Per omaggiare l'esibizione, una tavola di Lauro/Ziggy Stardust è stata realizzata da Riccardo Atzeni, illustratore e animatore 2D attualmente al lavoro su un'opera di Panini Comics che proprio nel 2020 ha lanciato un progetto internazionale sul Duca Bianco.
La Maschera e il mito della donna che si fece opera d'arte
Per rappresentare il terzo simbolo, Achille Lauro nella penultima serata del Festival, si è ispirato alla marchesa Luisa Casati Stampa, vissuta a cavallo tra '800 e '900 e dei più grandi artisti dell'epoca, tra i quali Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Giacomo Balla e Man Ray. Grande mecenate, è stata di una delle protagoniste della 'belle epoque' a Venezia, città che scelse come il proprio palcoscenico. Personaggio controverso, è stata una performer prima della performing art, eccentrica tanto da diventare essa stessa un'icona, un'opera d'arte vivente, insofferente a regole e convenzioni, di cui - appunto - si era sempre fregata. Come recita il titolo del brano di Lauro , "Me ne frego"...
"È un personaggio iconico e mistico. Musa inarrivabile, eterea e decadente", così la descrive l'artista che sale sul palco con uno scenografico copricapo di piume con inserti di cristalli. Addosso, un abito di chiffon nero completamente trasparente e dei collant tailor made, con motivo geometrico di cristalli neri, bracciale serpente al braccio e occhi bistrati come amava truccarsi la Marchesa. Un look anche in questo caso frutto dell'estro creativo di Alessandro Michele.
Elisabetta I
Il simbolo dell'ultima sera è la Corona. Stasera, alla serata finale del festival di Sanremo, Achille Lauro è Elisabetta I Tudor. "Sono stato molto colpito dalla sua indipendenza, di cui aveva fatto un vero e proprio baluardo. Mi è parso il personaggio più adatto per chiudere la serie di performance con cui, in queste sere, ho unito personaggi che in modi diversi mi hanno ispirato attraverso modalità altrettanto differenti di esprimere e vivere la libertà - ha dichiarato Lauro -. Elisabetta I è riuscita a fregarsene, a tener testa agli uomini con cui si confrontava: lo faceva anche attraverso il suo aspetto, indossando abiti larghi sulle spalle, per rendere la propria fisicità imponente quanto la propria personalità e per non essere mai inferiore ai propri interlocutori maschili". Regina d'Inghilterra e d'Irlanda, Elisabetta è sempre stata considerata una governatrice esemplare. E' stata definita la regina vergine perché non si sposò mai. Difese la propria patria, con cui amava dire di "essere sposata". Il suo fu un regno di grande fioritura artistica: William Shakespeare, Christopher Marlowe, Ben Jonson, Edmund Spenser, Francis Bacon sono solo alcuni degli scrittori e pensatori che vissero durante il suo regno. Il look come per le sere precedenti è stato curato da Gucci, insieme al team creativo di Lauro: un omaggio molto pop e pittorico, in cui il viso di Lauro era incorniciato da centinaia di perle. La parrucca, segnata anch'essa da inserti di perle, ricordava l'acconciatura della regina. Addosso, gorgiera e crinolina tipiche dell'epoca. Nella seconda parte della performance, Lauro ha tolto la struttura (che serviva a sorreggere le grandi gonne tipiche dell'abbigliamento delle nobildonne) e ha rivelato un look ancora d'ispirazione anni '70, ma sempre con richiami alla regalità, composto da una camicia con strascico di chiffon rosa, un pantalone di velluto rosso e stivaletti a tacco alto in vernice rossa, che si adattavano perfettamente alla fisicità di Lauro. Alla fine dell'esibizione Fiorello ha voluto fare una foto con lui.