Mafia. 40 anni dall'uccisione di Peppino Impastato. Il fratello: non c'è futuro senza memoria
Tante le iniziative per ricordare il giovane giornalista e attivista siciliano. Si va dall'apertura straordinaria del casolare dove fu ucciso alla marcia che dalla sede di Radio Aut a Terrasini arriverà alla Casa memoria Felicia e Peppino Impastato a Cinisi
"Senza memoria non c'è futuro". Lo ricorda Giovanni Impastato, fratello di Peppino, di cui oggi ricorre il 40ennale della morte. I suoi attacchi alla mafia, gli costarono la vita. Fu ucciso nella notte tra l'8 ei l 9 maggio in un casolare alle porte di Cinisi, a pochi chilometri da Palermo. In un primo momento si pensò ad un suicidio: il suo corpo fu fatto ritrovare sui binari della ferrovia con accanto del tritolo. Ma grazie - alla caparbietà del fratello e della mamma -nonchè dei suoi amici attivisti si arrivò - dopo 18 anni di iter giudiziario - alla condanna del mafioso, divenuto collaboratore di giustizia, Vito Palazzolo e di quella del super boss Tano Badalamenti. Oggi tante le iniziative per ricordare il giovane Peppino Impastato. Si va dall'apertura straordinaria del casolare dove fu ucciso alla marcia che dalla sede di Radio Aut a Terrasini arriverà alla Casa memoria Felicia e Peppino Impastato a Cinisi,