Corea del Sud, l'allarme Mers e la paura del contagio
Altre tre persone sono morte in Corea del Sud dopo avere contratto il coronavirus Mers portando a 19 il bilancio delle vittime per l'epidemia nel Paese. Fino ad oggi sono state 154 le persone contagiate in Corea del Sud: 17 di loro sono già state dichiarate guarite. Quattro nuovi casi sono stati confermati tra ieri e oggi. Poco meno di 5.500 persone si trovano invece in quarantena, dopo essere state a contatto con chi ha contratto il virus. Intanto, dopo essere state chiuse per le procedure di disinfestazione le scuole sono state riaperte, anche se, all'ingresso, agli studenti viene misurata la temperatura. Le autorità sudcoreane stanno cercando di limitare l'allarmismo, ma la presidente Park Geun-hye, costretta a cancellare la visita ufficiale negli Stati Uniti, prevista tra il 14 e il 18 giugno, ha lanciato un appello per la
ripresa dell'economia contro quello che ha definito "un allarme eccessivo". Si è anche recata al Dongdaemun Market, popolare attrazione turistica di Seul, per
incontrare i lavoratori e salutare i turisti stranieri. La Mers fa effettivamente molta paura. Non esiste un vaccino e il tasso di mortalità verificato è vicino al 40 per cento. Il governo ha varato anche un piano per arginare i turisti in fuga dal Paese. Visto che ben 108.000 turisti stranieri hanno cancellato le prenotazioni, saranno garantite le spese di cura e rimborsato il viaggio ai turisti infettati dal virus oltre a un indennizzo di 3.000 dollari. Circa il 75% delle cancellazioni sono giunte da Cina, Taiwan e Hong Kong che nel 2003 ha subito 299 vittime per l'epidemia di Sars.