Italia

25 anni fa la tragedia della Moby Prince

I familiari delle vittime l'hanno chiamata anche l''Ustica del mare': nessun colpevole, tanti misteri. Di certo è la più grande tragedia della marina mercantile italiana: 140 morti tra passeggeri e membri dell'equipaggio, un solo  sopravvissuto, il mozzo Alessio Bertrand. Domenica 10 aprile ricorrono i 25 anni dal disastro del Moby Prince. Quando ancora era in rada a Livorno, la collisione con la petroliera Agip Abruzzo, la prima nave soccorsa, nessuna vittima. Per quasi un'ora invece nessuno si accorse che il Moby era alla deriva avvolto dalle fiamme. Errore umano e nebbia, le cause del disastro per le inchieste della magistratura. Una 'verita'' che non ha mai accontentato i familiari che ora si aggrappano alla commissione parlamentare d'inchiesta, istituita l'anno scorso. 

Mattarella: la ricerca della verità sia pienamente soddisfatta
La "ricerca della verità" sul rogo del traghetto Moby Prince, sia "pienamente soddisfatta". E' questo l'auspicio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso in una dichiarazione diffusa in occasione del 25° anniversario del drammatico incidente che portò alla morte di 140 persone. "Il percorso giudiziario si è concluso. Il Senato ha  deciso, dal canto suo, di promuovere una commissione d`inchiesta sulle cause del  disastro. Mi auguro che la ricerca della verità possa essere pienamente soddisfatta" scrive il capo dello Stato,
che esprimendo la sua "vicinanza a tutti i familiari" ha sottolineato come "il loro dolore resta indelebile e negli anni
ha alimentato l`aspirazione civile a una autentica rappresentazione dei fatti, capace di scrutare oltre la nebbia che contribuì alla tragedia". "La perdita di vite umane ha un peso incommensurabile - ha rimarcato Mattarella -. La  circostanza che il rogo assassino sia avvenuto nella rada di Livorno, non lontano dal porto, e che il soccorso sia riuscito nel salvataggio di una sola persona, costituisce una lacerazione tuttora aperta, di cui è giusto e doveroso tener viva la memoria. La città di Livorno, che della tragedia è stata testimone, ha la passione e l`umanità per non
dimenticare". "Quell`incidente, così atroce e così inaccettabile nelle sue conseguenze - ha quindi concluso il presidente -, resta un monito permanente per accrescere gli standard di sicurezza e per assicurare che eventi del genere non possano più ripetersi".

Le celebrazioni
Sono iniziate sabato 9 aprile, alle ore 17, al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo (via Roma 234) dove verrà presentato il libro di Elisabetta Arrighi ''Moby Prince. Novemila giorni senza verità'' (Edizioni Ets). Sempre ieri, la staffetta del Coordinamento Podistico Moby Prince è partita da Pontedera e, passando dai comuni di Ponsacco, Lari, Crespina, Fauglia e Collesalvetti giungerà alle ore 17 di domenica in città dove si aggregherà al corteo per il Porto. Gli appuntamenti del 10 aprile iniziano alle ore 10  in Fortezza Nuova con la funzione religiosa presieduta dal Vescovo di Livorno Monsignor Simone Giusti.  Le iniziative proseguono nel pomeriggio: alle ore 15 nella Sala Consiliare di Palazzo Civico il sindaco Filippo Nogarin porgerà il saluto, a nome della città, alle autorità e ai familiari delle vittime. Alle ore 17 da Piazza del Municipio partirà il corteo che, dopo aver percorso alcune vie della città arriverà al porto, Andana degli Anelli, davanti alla lapide dove sono scolpiti i nomi delle 140 vittime.