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Chiuso per crisi. Viaggio tra le fabbriche fantasma in Grecia

Un viaggio da nord a sud tra le fabbriche abbandonate in Grecia mostra i resti di un'industria, una volta fiorente, che ha subito un calo del 30 per cento della produzione rispetto al picco. Sono i segni della recessione che da oltre sei anni attanaglia il Paese con un tasso di disoccupazione superiore al doppio della media della zona euro. Atene è riuscita a evitare il default con il rimborso dei 750 milioni di euro al Fmi, ma per evitare il peggio è stata costretta a utilizzare le sue riserve presso il Fondo, a conferma della difficile situazione della liquidità che entro qualche settimana potrebbe rendere il collasso inevitabile: secondo la Bloomberg i governi europei, che adesso sono i principali creditori di Atene, starebbero lavorando a un 'piano B' per contenere l'impatto di un 'Grexit', un addio all'euro. Intanto, il premier Tsipras avrebbe ribadito ai suoi ministri che non valicherà in nessun modo le 'linee rosse' tracciate dal programma di Governo su Iva, pensioni e lavoro, e che sono i creditori a dover fare aperture. A dettare la tempistica dei negoziati è però la situazione della liquidità: il ministro Yanis Varoufakis aveva dato un'autonomia di qualche settimana, grazie anche ai 600 milioni rastrellati dagli enti pubblici. Ma potrebbero non bastare per pagare stipendi e pensioni il 27.