Brexit, il Regno Unito esce anche dall'Erasmus? L'accordo andrà rinegoziato. La protesta sui social
"Non è un addio", ha precisato su Twitter il sottosegretario all'istruzione Skidmore: "Ne parleremo nei nostri negoziati futuri con l'Unione europea. Diamo grande valore agli scambi internazionali tra studenti". La Camera dei Comuni, intanto, ha approvato senza sorprese la legge attuativa sul recesso dall'Ue. La palla passa ora alla Camera dei Lord
Rimbalza sui media internazionali la polemica sulla conferma della volontà del governo britannico di Boris Johnson di far uscire il Regno Unito anche dall'Erasmus+, lo storico programma di scambio fra studenti europei, non appena sarà in vigore la Brexit. La questione è stata definita una volta per tutte ieri pomeriggio con la netta bocciatura di un emendamento alla legge di ratifica del divorzio da Bruxelles presentato dall'opposizione liberal democratica in una Camera dei Comuni ormai dominata dai conservatori di Boris Johnson dopo la vittoria elettorale del mese scorso.
In pratica, il Parlamento britannico ha votato - 344 a 254 - contro la "New Clause 10" del disegno di legge, che, qualora fosse passata, avrebbe imposto al governo di continuare a negoziare la piena appartenenza nel Regno Unito al programma Erasmus+ anche dopo il 2020, quando finirà l'attuale ciclo già finanziato e soprattutto quando Londra uscirà dall'Ue.
Di per sé questo voto non significa ancora l'uscita del Regno Unito dal programma europeo di scambio universitario, visto che le modalità del mantenimento potranno essere discusse in negoziati paralleli post-Brexit. Il governo ha insistito sul fatto che rimane impegnato nei confronti di Erasmus, che nel 2017 ha compiuto 30 anni. Un portavoce del Dipartimento per l'Istruzione ha assicurato che il governo "è impegnato a proseguire le relazioni accademiche tra Regno Unito e Ue, anche attraverso il prossimo programma Erasmus Plus, se è nel nostro interesse farlo".
L'indignazione su Twitter
Il voto, per quanto atteso, ha comunque suscitato reazioni di protesta sui social media da parte di vari studenti e accademici del Regno, nello stesso giorno in cui si attende l'ok finale dei Comuni della ratifica, prima del passaggio di rito dell'iter della legge la settimana prossima alla Camera dei Lord.
Lo storico britannico Simon Schama ha scritto su Twitter: "Questa è una decisione miserabile, un furto alle giovani e future generazioni". L'accademico Paul Bernal a sua volta ha aggiunto: "Tutti quelli che sanno minimamente cosa sia l'Erasmus, sanno che quella del governo è una decisione diabolica, miope e controproducente. Tipico della Brexit". E altre centinaia di tweet di utenti sconvolti e indignati dalla decisione.
"Ebbene sì la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto addio anche all'Erasmus, quella piattaforma che include anche il programma europeo di scambio degli studenti tanto apprezzato. La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata. Ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l'Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l'Erasmus". Lo scrive, sui suoi canali social, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Sergio Battelli. "Ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione, credo quindi che l'Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni. Solo lo scambio e l'integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti", conclude.
Non è un addio: "Ne parleremo nei futuri negoziati con l'Ue"
Mentre sui social infuria la polemica, interviene su Twitter anche il sottosegretario all'istruzione e l'università britannico Chris Skidmore: "Il voto di ieri sera non significa che la Gran Bretagna lascerà per sempre Erasmus+ dopo l'uscita dall'Unione europea. La partecipazione del Regno Unito ad Erasmus+ farà parte dei nostri negoziati futuri con l'Unione europea. Diamo grande valore agli scambi internazionali tra studenti".
La Camera approva la legge sul "divorzio" dalla Ue il 31 gennaio
La Camera dei Comuni, intanto, ha approvato senza sorprese la legge attuativa sul recesso dall'Ue dal 31 gennaio. L'accordo sulla Brexit di Boris Johnson ha dunque superato l'ostacolo, rendendo più vicina la promessa del primo ministro britannico di realizzare l'uscita del Paese dall'Unione Europea. Dopo tre giorni di dibattiti e numerosi emendamenti respinti, i deputati hanno votato per approvare il disegno di legge sull'accordo di recesso con, in terza lettura, 330 voti favorevoli e 231 contrari. La palla passa ora alla Camera dei Lord.
In pratica, il Parlamento britannico ha votato - 344 a 254 - contro la "New Clause 10" del disegno di legge, che, qualora fosse passata, avrebbe imposto al governo di continuare a negoziare la piena appartenenza nel Regno Unito al programma Erasmus+ anche dopo il 2020, quando finirà l'attuale ciclo già finanziato e soprattutto quando Londra uscirà dall'Ue.
Di per sé questo voto non significa ancora l'uscita del Regno Unito dal programma europeo di scambio universitario, visto che le modalità del mantenimento potranno essere discusse in negoziati paralleli post-Brexit. Il governo ha insistito sul fatto che rimane impegnato nei confronti di Erasmus, che nel 2017 ha compiuto 30 anni. Un portavoce del Dipartimento per l'Istruzione ha assicurato che il governo "è impegnato a proseguire le relazioni accademiche tra Regno Unito e Ue, anche attraverso il prossimo programma Erasmus Plus, se è nel nostro interesse farlo".
L'indignazione su Twitter
Il voto, per quanto atteso, ha comunque suscitato reazioni di protesta sui social media da parte di vari studenti e accademici del Regno, nello stesso giorno in cui si attende l'ok finale dei Comuni della ratifica, prima del passaggio di rito dell'iter della legge la settimana prossima alla Camera dei Lord.
Lo storico britannico Simon Schama ha scritto su Twitter: "Questa è una decisione miserabile, un furto alle giovani e future generazioni". L'accademico Paul Bernal a sua volta ha aggiunto: "Tutti quelli che sanno minimamente cosa sia l'Erasmus, sanno che quella del governo è una decisione diabolica, miope e controproducente. Tipico della Brexit". E altre centinaia di tweet di utenti sconvolti e indignati dalla decisione.
"Ebbene sì la Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto addio anche all'Erasmus, quella piattaforma che include anche il programma europeo di scambio degli studenti tanto apprezzato. La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata. Ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l'Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l'Erasmus". Lo scrive, sui suoi canali social, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Sergio Battelli. "Ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione, credo quindi che l'Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove generazioni. Solo lo scambio e l'integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti", conclude.
Non è un addio: "Ne parleremo nei futuri negoziati con l'Ue"
Mentre sui social infuria la polemica, interviene su Twitter anche il sottosegretario all'istruzione e l'università britannico Chris Skidmore: "Il voto di ieri sera non significa che la Gran Bretagna lascerà per sempre Erasmus+ dopo l'uscita dall'Unione europea. La partecipazione del Regno Unito ad Erasmus+ farà parte dei nostri negoziati futuri con l'Unione europea. Diamo grande valore agli scambi internazionali tra studenti".
La Camera approva la legge sul "divorzio" dalla Ue il 31 gennaio
La Camera dei Comuni, intanto, ha approvato senza sorprese la legge attuativa sul recesso dall'Ue dal 31 gennaio. L'accordo sulla Brexit di Boris Johnson ha dunque superato l'ostacolo, rendendo più vicina la promessa del primo ministro britannico di realizzare l'uscita del Paese dall'Unione Europea. Dopo tre giorni di dibattiti e numerosi emendamenti respinti, i deputati hanno votato per approvare il disegno di legge sull'accordo di recesso con, in terza lettura, 330 voti favorevoli e 231 contrari. La palla passa ora alla Camera dei Lord.