Giornata Mondiale Contro Desertificazione: un quinto del territorio italiano a rischio
Entro fine secolo nel nostro Paese le previsioni potrebbero prevedere incrementi di temperature tra i 3 e i 6 °C con conseguente estremizzazione di fenomeni meteorici e quindi anche riduzioni, in diverse aree, delle precipitazioni
Un quinto del territorio italiano è ritenuto a rischio desertificazione. L'allarme degli specialisti viene rilanciato dal Wwf: si tratta di aree appartenenti a regioni dell’Italia meridionale, come Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma sono coinvolte anche quelle di altre regioni come l’Emilia-Romagna, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo. Secondo gli scenari del cambiamento climatico realizzati dagli specialisti per il nostro paese (in particolare il Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti Climatici), entro fine secolo le previsioni potrebbero prevedere incrementi di temperature tra i 3 e i 6 °C con conseguente estremizzazione di fenomeni meteorici e quindi anche riduzioni, in diverse aree, delle precipitazioni, soprattutto nei periodi estivi ed è evidente che le problematiche climatiche e quelle relative alla desertificazione saranno sempre di più intrecciate. Nel nostro Paese si sta già verificando un incremento della temperatura senza precedenti con un calo delle precipitazioni annuali, con estati più secche, ed inverni più umidi, in particolare, nelle regioni settentrionali. Su un territorio complesso e fragile come quello italiano, questi fenomeni portano ad una sostanziale variazione della frequenza e delle entità di frane, alluvioni e magre dei fiumi, con effetti importanti per l’assetto territoriale e i regimi idrici. Secondo i dati disponibili più recenti in Italia, abbiamo una quantità di risorse idriche rinnovabili corrispondente a circa 116 miliardi di metri cubi mentre i volumi di acqua effettivamente utilizzabili sono stimati attorno ai 52 miliardi di metri cubi. Complessivamente utilizziamo oltre il 30% delle risorse rinnovabili d’acqua disponibili nel nostro paese che sono ben superiori alla soglia del 20% indicata dall’obiettivo europeo (Europa efficiente nell’impiego delle risorse): per questo, l’Italia è indicato dall’Ocse come paese soggetto a stress idrico medio-alto che, inoltre, presenta una forte disomogeneità rispetto alla distribuzione delle risorse idriche e al loro fabbisogno. Dai dati Istat sulle diverse tipologie di utilizzo della risorsa idrica, risulta che il prelievo dell’acqua potabile è in aumento (del 6,6% rispetto all’inizio della serie storica di 13 anni) e ammonta a 9,5 miliardi di metri cubi (il consumo medio giornaliero per abitante giunge a 228 litri). La siccità sta colpendo anche le Oasi e da tempo: i livelli delle acque delle aree umide stanno calando e ci sono aree già secche. Le falde si sono abbassate in più luoghi. La vegetazione di alcune aree gestite dal Wwf è già in stress idrico avanzato. Si stanno comunque monitorando le condizioni per prevenire incendi o danni alla fauna. Alcuni esempi:Riserva naturale di Ripa Bianca (Marche); Riserva naturale di Valle Averto (Veneto); Oasi di Macchiagrande (Lazio) e la Riserva naturale degli Orti-Bottagone (Toscana).