Corea del Sud: chiesti trent'anni di carcere per l'ex presidente Park Geun-hye
E' accusata di corruzione, abuso di potere e rivelazione di segreti di stato
La pubblica accusa ha chiesto in primo grado una condanna a 30 anni di carcere a carico dell'ex presidente della Repubblica sudcoreana Park Geun-hye, che deve rispondere di 18 capi d'imputazioni per reati come corruzione, abuso di potere e rivelazione di segreti di Stato. La procura ha anche chiesto l'applicazione di una multa di 118,5 miliardi di won (circa 110 milioni di dollari).
Park Geun-hye, 66 anni, è stata la prima donna a ricoprire la carica istituzionale più alta della Corea del Sud. Figlia del dittatore e modernizzatore del paese Park Chung-hee, è accusata in particolare di avere ottenuto, in cambio di favori politici, 59,2 miliardi di won (una cifra pari a 55,2 milioni di dollari) da alcune grandi conglomerate di Seul, tra cui Samsung, Lotte e Sk, in combutta con l'amica di vecchia data e confidente Choi Soon-sil. Questa, ribattezzata la "sciamana" dai media locali, è stata condannata il 13 febbraio scorso a venti anni di carcere per corruzione, abuso di potere e pressioni indebite e ha presentato istanza di appello contro la sentenza. L'ex presidente, che avrebbe permesso a Choi di intromettersi negli affari dello Stato pur non avendo questa alcun ruolo formale nell'amministrazione sud-coreana, si è sempre dichiarata innocente.
Park Geun-hye, 66 anni, è stata la prima donna a ricoprire la carica istituzionale più alta della Corea del Sud. Figlia del dittatore e modernizzatore del paese Park Chung-hee, è accusata in particolare di avere ottenuto, in cambio di favori politici, 59,2 miliardi di won (una cifra pari a 55,2 milioni di dollari) da alcune grandi conglomerate di Seul, tra cui Samsung, Lotte e Sk, in combutta con l'amica di vecchia data e confidente Choi Soon-sil. Questa, ribattezzata la "sciamana" dai media locali, è stata condannata il 13 febbraio scorso a venti anni di carcere per corruzione, abuso di potere e pressioni indebite e ha presentato istanza di appello contro la sentenza. L'ex presidente, che avrebbe permesso a Choi di intromettersi negli affari dello Stato pur non avendo questa alcun ruolo formale nell'amministrazione sud-coreana, si è sempre dichiarata innocente.