Coronavirus: è morto Giuseppi Logan, grande sassofonista del free jazz
Il musicista statunitense è deceduto ieri in una casa di riposo a New York, all'età di 84 anni, in seguito alle complicazioni legate al Covid19. Tra i grandi talenti creativi del free jazz degli anni Sessanta e Settanta, dalla metà degli anni '70, divorato dalla droga e dal disagio mentale, scomparve nel nulla. Tornò alla ribalta nel 2009, "da sopravvissuto del free jazz", per sua stessa ammissione
Il musicista statunitense Giuseppi Logan, uno dei grandi talenti creativi del free jazz degli anni Sessanta e Settanta, polistrumentista di grande virtuosismo, è morto ieri in una casa di riposo a New York, il Lawrence Nursing Care Center, nel Queens, all'età di 84 anni, in seguito alle complicazioni legate al coronavirus. L'annuncio della scomparsa è stato dato dal trombettista Matt Lavelle, che con Logan ha collaborato negli ultimi 12 anni.
Nato a Philadelphia il 22 maggio 1935, Giuseppi (non è un errore) Logan, dopo una giovinezza di precoce passione per il jazz e il rhythm&blues, si trasferisce a Boston nel 1963 e forma un quartetto che lo vede al sassofono con il batterista Milford Graves, il pianista Don Pullen e il contrabbassista Eddie Gomez. Nel 1964 il quartetto si stabilisce a New York e incide per l'etichetta Esp due dischi: "The Giuseppi Logan Quartet" (1964) e "More" (1965). I due dischi attirano l'attenzione della critica per la carica sperimentale, in particolare per l'uso di strumenti della tradizione orientale come l'oboe pakistano e le tabla, pressoché assenti nelle orchestre jazz. Per quasi un decennio Logan continua a suonare il sax alto e tenore, il clarinetto basso, il flauto, il pianoforte e l'oboe. Collabora fra gli altri con Archie Shepp, Bill Dixon e Pharoah Sanders.
Dalla metà degli anni '70, il musicista, divorato dalla droga e dla disagio mentale, scomparve letteralmente nel nulla. Dopo oltre 30 anni di silenzio nel 2009, "da sopravvissuto del free jazz", per sua stessa ammissione, tornò alla ribalta con suo quintetto e incide il disco "The Giuseppi Logan Quintet" per l'etichetta Tompkins Square Records; nello stesso anno le sue musiche fecero da colonna sonora nel film documentario "Water in the Boat" di David Gutierrez Camps. Sono poi usciti i cd "The Giuseppi Logan Project" (Mad King Edmund, 2011) e "... And They Were Cool" (Improvising Beings, 2013).
La scomparsa di Giuseppi Logan allunga la 'Spoon River' dei protagonisti del mondo della musica legati al jazz vittime negli ultimi due mesi del coronavirus Covid-19. Se ne sono già andati il compositore, cantante, vibrafonista e sassofonista Manu Dibango (86 anni); il pianista Mike Longo (83 anni), che vantava una lunga collaborazione come direttore musicale di numerose formazioni di Dizzy Gillespie; il trombettista Wallace Roney (59 anni), allievo di Dizzie Gillespie e considerato l'erede di Miles Davis; Jil chitarrista John Paul "Bucky" Pizzarelli (94 anni), considerato una leggenda nell'ambito della musica jazz e swing, consacrato nel 2011 con il suo ingresso nella "Hall of Fame"; il leggendario sassofonista Lee Konitz (92 anni); il pianista Ellis Marsalis, considerato una leggenda della scena musicale di New Orleans.