Defunti, papa Francesco al cimitero americano di Nettuno
La Gendarmeria vaticana stima in cinquemila i presenti alla messa che il Papa ha celebrato presso il cimitero americano di Nettuno, dove sono sepolti gli americani caduti in Italia durante la Seconda guerra mondiale.
"Con la guerra si perde tutto" ma l'uomo sembra non essere mai sazio di sangue ed anche oggi "il mondo, un'altra volta, è in guerra e si prepara per andare più fortemente in guerra". Il grido di dolore è stato lanciato da Papa Francesco da un luogo-simbolo per l'odierna festività dei defunti: il Cimitero Americano di Nettuno dove, nel primo pomeriggio, ha celebrato Messa. "Non più, Signore. Non più", è stata la preghiera del pontefice che ha voluto pregare particolarmente per i "ragazzi" seppelliti nel cimitero. "Quando tante volte nella storia gli uomini pensano di fare una guerra, sono convinti di portare un mondo nuovo, sono convinti di fare una 'primavera'. E finisce in un inverno, brutto, crudele, con il regno del terrore e la morte. Oggi preghiamo per tutti i defunti, tutti, ma in modo speciale per questi giovani, in un momento in cui tanti muoiono nelle battaglie di ogni giorno di questa guerra a pezzetti. Preghiamo anche per i morti di oggi, i morti di guerra, anche bambini, innocenti. Questo è il frutto della guerra: la morte. E che il Signore ci dia la grazia di piangere".
Al suo arrivo a Nettuno, il Papa ha deposto dei fiori su alcune tombe, tra le quali quella di un ignoto, un italo-americano e un ebreo, e subito dopo è stato accolto in sagrestia dal Vescovo di Albano, Mons. Marcello Semeraro, dalla Direttrice del Cimitero, Melanie Resto, dal Sindaco di Nettuno Angelo Casto, e dal Sindaco di Anzio Luciano Bruschini. Nel corso dell'omelia ha citato Benedetto XV che parlò della I Guerra Mondiale come di una "inutile strage". "Mi viene alla mente quell'anziana che - ha poi detto - guardando le rovine di Hiroshima, con rassegnazione sapienziale ma molto dolore, con quella rassegnazione lamentosa che sanno vivere le donne, perché è il loro carisma, diceva: 'Gli uomini fanno di tutto per dichiarare e fare una guerra, e alla fine distruggono se stessi'. Questa è la guerra: la distruzione di noi stessi. Sicuramente quella donna, quell'anziana, lì aveva perso dei figli e dei nipotini; le erano rimaste solo la piaga nel cuore e le lacrime. E se oggi è un giorno di speranza, oggi è anche un giorno di lacrime. Lacrime come quelle che sentivano e facevano le donne quando arrivava la posta: 'Lei, signora, ha l'onore che suo marito è stato un eroe della Patria; che i suoi figli sono eroi della Patria'. Sono lacrime che oggi l'umanità - ha concluso Papa Bergoglio - non deve dimenticare. Questo orgoglio di questa umanità che non ha imparato la lezione e sembra che non voglia impararla!".
Al suo arrivo a Nettuno, il Papa ha deposto dei fiori su alcune tombe, tra le quali quella di un ignoto, un italo-americano e un ebreo, e subito dopo è stato accolto in sagrestia dal Vescovo di Albano, Mons. Marcello Semeraro, dalla Direttrice del Cimitero, Melanie Resto, dal Sindaco di Nettuno Angelo Casto, e dal Sindaco di Anzio Luciano Bruschini. Nel corso dell'omelia ha citato Benedetto XV che parlò della I Guerra Mondiale come di una "inutile strage". "Mi viene alla mente quell'anziana che - ha poi detto - guardando le rovine di Hiroshima, con rassegnazione sapienziale ma molto dolore, con quella rassegnazione lamentosa che sanno vivere le donne, perché è il loro carisma, diceva: 'Gli uomini fanno di tutto per dichiarare e fare una guerra, e alla fine distruggono se stessi'. Questa è la guerra: la distruzione di noi stessi. Sicuramente quella donna, quell'anziana, lì aveva perso dei figli e dei nipotini; le erano rimaste solo la piaga nel cuore e le lacrime. E se oggi è un giorno di speranza, oggi è anche un giorno di lacrime. Lacrime come quelle che sentivano e facevano le donne quando arrivava la posta: 'Lei, signora, ha l'onore che suo marito è stato un eroe della Patria; che i suoi figli sono eroi della Patria'. Sono lacrime che oggi l'umanità - ha concluso Papa Bergoglio - non deve dimenticare. Questo orgoglio di questa umanità che non ha imparato la lezione e sembra che non voglia impararla!".