Koh-i-Noor, la storia del diamante della Regina Madre che l'India rivuole indietro
Il Koh-i-Noor ("montagna di luce"), diamante bianco da 105,602 carati, è uno dei più preziosi e celebri del mondo. È incastonato al centro della croce maltese della corona di Elizabeth Bowes-Lyon, la Regina Madre, che la indossò la prima volta il giorno dell'incoronazione del marito Giorgio VI ed è conservato nel museo della Torre di Londra. Vale circa 140 milioni di euro. La storia della pietra inizia nel Sud dell'India, un tempo unico produttore di diamanti al mondo. Probabilmente è stata estratta intorno al 1300 dalla miniera di Kollur, nello Stato di Andhra Pradesh, ed è poi stato oggetto di scambio, di guerra e di leggende tra cui quella secondo cui porterebbe sfortuna agli uomini che lo posseggono, mentre sarebbe invece un talismano per le donne che lo indossano. Di mano in mano, nel 1849, è finito in quelle della Compagnia delle Indie che lo offrì alla regina Vittoria. Questo è quanto recentemente ha dichiarato il procuratore generale Ranjit Kumar alla Corte Suprema riaccendendo però una mai sopita querelle. Da tempo infatti l'India chiede la restituzione del diamante sostenendo che fu rubato e non semplicemente dato alla Compagnia delle Indie dal regno Sikh. Una Ong indiana ha presentato una petizione chiedendo al governo di fare un'offerta e con un comunicato, il Ministero della Cultura ha ribadito recentemente che non saranno lesinati sforzi per riportare il diamante Koh-i-noor in India, "amichevolmente".
Nel 1976 Il Regno Unito ha rigettato una richiesta simile, citando il trattato di pace della Seconda Guerra Anglo-Sikh, quando l'intero territorio dell'Impero del Punjab fu sottomesso alla compagnia inglese, che completò così l'occupazione coloniale del Paese appropriandosi in seguito anche di numerosi e leggendari tesori primo fra tutti il celeberrimo diamante. Recentemente anche il primo ministro Cameron ha detto che si sarebbe opposto alla restituzione della pietra.