La testimonianza: “Libici uccidono i migranti a bastonate”
Intervista di Ilario Piagnerelli
Cinque anni fa, il 3 ottobre 2013, la strage di Lampedusa, la più grave tragedia dell’immigrazione nel Mediterraneo sino ad allora. Un naufragio di massa in cui morirono almeno 368 persone. Le persone salvate furono 155. Da allora in Italia ricorre in questa data la "Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione". I morti in questi anni sono stati ancora migliaia, non solo nel Mediterraneo ma anche nelle sabbie del Sahara e in Libia. A Rainews24 la testimonianza di Moïse, un migrante 31enne del Camerun. Si tratta di uno dei tanti scoraggiati, ormai sulla via del ritorno dopo aver tentato invano per tre per tre volte la traversata in mare. Nelle sue parole, l’orrore dei “lager” libici, l’odissea di migranti venduti più volte ai torturatori delle milizie. E una denuncia: “La Libia inganna l’Italia: i migranti non vengono rimpatriati ma fatti uscire dai centri di detenzione del governo dietro pagamento”.