Maltempo, il crollo del viadotto sulla Torino Savona: spazzato via da una frana
In Italia ci sono 620mila aree a rischio frana
Un tratto del viadotto Madonna del Monte lungo l'autostrada A6 Torino-Savona è crollato a causa di frana. Si tratta di una trentina di metri circa di autostrada, dopo l'innesto con la A10, a circa un chilometro e mezzo da Savona verso Altare. A scopo precauzionale, il traffico è stato interrotto anche nel tratto opposto, in direzione Savona.
"Abbiamo sentito un botto, abbiamo visto il ponte dell'autostrada che non c'era più. Ovviamente abbiamo pensato subito a un nuovo ponte Morandi". Sono alcune delle testimonianze di chi ha assistito al crollo del viadotto sulla Torino-Savona.
In 24 ore in alcune zone della regione è caduto un terzo della pioggia media di un anno. Nel Savonese sono caduti 100 millimetri di pioggia in tre ore, da inizio ottobre quasi un metro e 70 centimetri d'acqua.
Aree a rischio frana
In Italia ci sono 620mila aree a rischio frana. "In realtà il numero di zone a rischio è più ampio, poiché il territorio, il paesaggio italiano sono letteralmente stati scolpiti e sono così come li vediamo oggi proprio per via di questi fenomeni continui e diffusi", spiega il direttore dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) Fausto Guzzetti. "La frana che ha provocato il crollo di una porzione di viadotto lungo l'autostrada A6 Torino-Savona, è effettivamente molto piccola. Ma proprio questo ci dice quanto è fragile l'Italia e come possa essere colpita gravemente nelle sue infrastrutture anche da un fenomeno non di grandi dimensioni. Le frane di piccole dimensioni sono difficili da prevedere, l'unica cosa da fare è il monitoraggio e la manutenzione di lungo periodo di ponti, viadotti, strade, strutture". E ancora: "Quando si costruiscono delle infrastrutture, si scende a compromessi con il paesaggio. Si fanno delle analisi costi-benefici, gli ingegneri sanno come vanno convogliate le acque e progettano secondo questi criteri con reti che le portano nel posto giusto. Ma in Italia il problema è vecchio come il cucco, e una frana come quella di oggi, se non aveva dato avvisaglie, era imprevedibile".
"Abbiamo sentito un botto, abbiamo visto il ponte dell'autostrada che non c'era più. Ovviamente abbiamo pensato subito a un nuovo ponte Morandi". Sono alcune delle testimonianze di chi ha assistito al crollo del viadotto sulla Torino-Savona.
In 24 ore in alcune zone della regione è caduto un terzo della pioggia media di un anno. Nel Savonese sono caduti 100 millimetri di pioggia in tre ore, da inizio ottobre quasi un metro e 70 centimetri d'acqua.
Aree a rischio frana
In Italia ci sono 620mila aree a rischio frana. "In realtà il numero di zone a rischio è più ampio, poiché il territorio, il paesaggio italiano sono letteralmente stati scolpiti e sono così come li vediamo oggi proprio per via di questi fenomeni continui e diffusi", spiega il direttore dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) Fausto Guzzetti. "La frana che ha provocato il crollo di una porzione di viadotto lungo l'autostrada A6 Torino-Savona, è effettivamente molto piccola. Ma proprio questo ci dice quanto è fragile l'Italia e come possa essere colpita gravemente nelle sue infrastrutture anche da un fenomeno non di grandi dimensioni. Le frane di piccole dimensioni sono difficili da prevedere, l'unica cosa da fare è il monitoraggio e la manutenzione di lungo periodo di ponti, viadotti, strade, strutture". E ancora: "Quando si costruiscono delle infrastrutture, si scende a compromessi con il paesaggio. Si fanno delle analisi costi-benefici, gli ingegneri sanno come vanno convogliate le acque e progettano secondo questi criteri con reti che le portano nel posto giusto. Ma in Italia il problema è vecchio come il cucco, e una frana come quella di oggi, se non aveva dato avvisaglie, era imprevedibile".
#Savona, frana sul viadotto #A6: #vigilidellfuoco impegnati nella ricerca di eventuali auto coinvolte pic.twitter.com/vJmi5RLRA1
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) November 24, 2019