Il neonato, la bambina, l'abbraccio: storie di Ceuta, enclave spagnola "assaltata" dai migranti
Rimpatriati 4.800 degli ottomila entrati illegalmente a Ceuta. Sulle tensione tra Spagna e Marocco interviene anche l'Europa
L'arrivo in massa di migranti a Ceuta e le polemiche per la presenza di Brahim Ghali sul territorio spagnolo, accolto per aver contratto il Covid-19 in forma grave, sono terreno di scontro tra Spagna e Marocco. Tavolo cui ha preso posto il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas: "Non cederemo a queste tattiche" (riferendosi all'assalto dei migranti dall'enclave spagnola nordafricana di Ceuta nel tentativo di entrare sul territorio spagnolo a nuoto, ndr)". Sulle tensioni diplomatiche tra Madrid e Rabat, dunque, anche l'Europa prende posizione: "Non ci lasceremo intimidire da nessuno".
E mentre la Guardia Civil respinge, contiene e difende la frontiera, ci sono scene drammatiche di tensioni e di salvataggi in mare: tratti in salvo un neonato e una bambina, sono 1500 i bambini che hanno attraversato, mentre fa commuovere la foto del migrante consolato dall'abbraccio di una sanitaria della Croce Rossa.
Il Marocco, che avrebbe allentato le maglie dei controlli alla frontiera, non ha fatto grande mistero sulla propria irritazione per la decisione di Madrid di fornire cure mediche nell'ospedale di Logroño (Spagna) a Brahim Ghali, 73 anni, leader del Fronte Polisario a capo della guerriglia separatista del Sahara occidentale, accusato di violazione dei diritti umani, stupro, torture e genocidio. L'ambasciatrice di Rabat a Madrid, Karima Benyaich, ha lasciato intendere che il nodo da sciogliere è proprio questo. Ghali è ricoverato in Spagna, a garanzia di non essere interessato dalla giustizia.
Lo scorso 23 aprile, da quando il governo spagnolo ha ammesso la presenza di Ghali sul suo territorio, il leader separatista era stato raggiunto da un mandato di comparizione per rispondere di fronte al giudice, il 1 giugno. Ghali si è rifiutato di firmare l'accettazione del mandato e, al momento, il giudice Pedraz non ha emesso alcun provvedimento restrittivo nei suoi confronti. Il tribunale spagnolo dell'Audiencia Nacional ha riaperto l'indagine sulle denunce di un'associazione di dissidenti saharawi che avevano raccontato di essere stati sottoposti a violenze di ogni genere nei campi profughi di Tindouf (Algeria). Il procedimento si aggiunge alla querela presentata nel 2019 da Fadel Mehdi Breica, cittadino spagnolo di origine saharawi che afferma di essere stato torturato nei campi profughi dai miliziani del Fronte Polisario, la guerriglia capeggiata da Ghali che contende al Marocco il controllo del Sahara occidentale, ex colonia spagnola, e che lo scorso autunno ha rotto la tregua in vigore dal 1991.
La ministra degli Esteri Arancha Gonzalez Laya ha dichiarato che la Spagna non intende approfondire la crisi diplomatica con il Marocco ma ha assicurato che le autorità del paese saranno "ferme" nella difesa "della frontiera, la sicurezza e l'ordine". Il premier spagnolo Pedro Sánchez, fischiato durante la sua visita nelle enclave di Ceuta e Melilla, ha annunciato il rimpatrio di 4800 persone, degli ottomila marocchini entrati illegalmente a nuoto a Ceuta. La stampa spagnola segnala che una parte dei migranti stanno ritornando volontariamente, considerando che non c'è un posto per dormire e nulla da mangiare.
Sono già tornate in Marocco 5.600 migranti dei circa 8.000 che sono arrivati nell'enclave spagnola di Ceuta tra le prime ore di lunedì e ieri. Lo scrive El País, che cita fonti del Ministero degli Interni spagnolo. La cifra include le persone respinte dopo aver attraversando irregolarmente il confine e quelle che hanno abbandonato Ceuta volontariamente.
E mentre la Guardia Civil respinge, contiene e difende la frontiera, ci sono scene drammatiche di tensioni e di salvataggi in mare: tratti in salvo un neonato e una bambina, sono 1500 i bambini che hanno attraversato, mentre fa commuovere la foto del migrante consolato dall'abbraccio di una sanitaria della Croce Rossa.
Il Marocco, che avrebbe allentato le maglie dei controlli alla frontiera, non ha fatto grande mistero sulla propria irritazione per la decisione di Madrid di fornire cure mediche nell'ospedale di Logroño (Spagna) a Brahim Ghali, 73 anni, leader del Fronte Polisario a capo della guerriglia separatista del Sahara occidentale, accusato di violazione dei diritti umani, stupro, torture e genocidio. L'ambasciatrice di Rabat a Madrid, Karima Benyaich, ha lasciato intendere che il nodo da sciogliere è proprio questo. Ghali è ricoverato in Spagna, a garanzia di non essere interessato dalla giustizia.
Lo scorso 23 aprile, da quando il governo spagnolo ha ammesso la presenza di Ghali sul suo territorio, il leader separatista era stato raggiunto da un mandato di comparizione per rispondere di fronte al giudice, il 1 giugno. Ghali si è rifiutato di firmare l'accettazione del mandato e, al momento, il giudice Pedraz non ha emesso alcun provvedimento restrittivo nei suoi confronti. Il tribunale spagnolo dell'Audiencia Nacional ha riaperto l'indagine sulle denunce di un'associazione di dissidenti saharawi che avevano raccontato di essere stati sottoposti a violenze di ogni genere nei campi profughi di Tindouf (Algeria). Il procedimento si aggiunge alla querela presentata nel 2019 da Fadel Mehdi Breica, cittadino spagnolo di origine saharawi che afferma di essere stato torturato nei campi profughi dai miliziani del Fronte Polisario, la guerriglia capeggiata da Ghali che contende al Marocco il controllo del Sahara occidentale, ex colonia spagnola, e che lo scorso autunno ha rotto la tregua in vigore dal 1991.
La ministra degli Esteri Arancha Gonzalez Laya ha dichiarato che la Spagna non intende approfondire la crisi diplomatica con il Marocco ma ha assicurato che le autorità del paese saranno "ferme" nella difesa "della frontiera, la sicurezza e l'ordine". Il premier spagnolo Pedro Sánchez, fischiato durante la sua visita nelle enclave di Ceuta e Melilla, ha annunciato il rimpatrio di 4800 persone, degli ottomila marocchini entrati illegalmente a nuoto a Ceuta. La stampa spagnola segnala che una parte dei migranti stanno ritornando volontariamente, considerando che non c'è un posto per dormire e nulla da mangiare.
Sono già tornate in Marocco 5.600 migranti dei circa 8.000 che sono arrivati nell'enclave spagnola di Ceuta tra le prime ore di lunedì e ieri. Lo scrive El País, che cita fonti del Ministero degli Interni spagnolo. La cifra include le persone respinte dopo aver attraversando irregolarmente il confine e quelle che hanno abbandonato Ceuta volontariamente.