Seul: "Sappiamo dov'è Kim Jong-un". Spunta l'ipotesi coronavirus
Parla il ministro dell'Unificazione sudcoreano: "Sulla salute di Kim, fake news e infodemia. Nessun segnale insolito da Pyongyang". Ma il sinologo Francesco Sisci dice: "Potrebbe essere clinicamente morto"
Fake news, infodemia. Seul getta acqua sul fuoco e spegne i rumors sulla salute del leader della Corea del Nord. "Il governo sa dove si trova Kim Jong-un". Il ministro dell'Unificazione sudcoreano Kim Yeon-chul, in un'audizione in parlamento, afferma con sicurezza che non ci sono segnali insoliti al Nord e che, forse, il supremo comandante potrebbe aver saltato la cerimonia del 15 aprile, dedicata al compleanno del nonno Kim Il-sung, fondatore dello Stato, per i timori del coronavirus e non perché malato: "E' vero che non ha mai mancato l'anniversario del compleanno di Kim Il-sung da quando è al potere, ma molti eventi sono stati cancellati, incluse celebrazioni e un banchetto, a causa del Covid-19".
Il governo sudcoreano definisce poi "fake news" le voci circolanti sullo stato di salute del leader nordcoreano, Kim Jong-un. La sua recente assenza dagli impegni pubblici ha moltiplicato le illazioni sulla sua sorte, ma "i media nordcoreani hanno diffuso notizie sul lavoro del presidente fin dalla sua presenza a un incontro del Politburo", l'11 aprile scorso, ha aggiunto il ministro dell'Unificazione di Seoul, "suggerendo che stia portando avanti gli affari statali in maniera normale".
Neanche oggi si sono viste immagini del leader nordcoreano sui media del regime, mentre l'ultima attività registrata è l'invio di un messaggio al presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa. Nonostante le voci degli ultimi giorni, ha aggiunto il ministro degli Esteri di Seul, Kang Kyung-wha, il Paese sembra impegnato a prevenire e controllare l'epidemia di coronavirus. "Anche se Pyongyang dice di non avere malati, mette enfasi sulle proprie capacità mediche e sanitarie", ha aggiunto la responsabile degli Esteri, citando notizie riguardanti il via ai lavori per la costruzione di un nuovo ospedale e un aumento delle spese sanitarie.
Il presidente sudcoreano Moon, intanto, ieri ha tenuto un discorso per ricordare il secondo anniversario del primo summit avuto con Kim al villaggio di confine di Panmunjom, evitando accuratamente di alimentare speculazioni ed esprimendo l'auspicio che la crisi sanitaria alla pandemia del Covid-19 possa portare a una nuova opportunità di cooperazione tra le due Coree. "Ci muoveremo in avanti per trovare i modi più realistici e pratici per i legami intercoreani", ha detto Moon. Gli impegni presi dai leader nei vari summit avuti non hanno fatto grandi progressi, "ma non possiamo solo aspettare un miglioramento delle condizioni".
Dalla Cina nessuna conferma
Anche la Cina ha smorzato i toni osservando di "non avere informazioni da dare" sul leader. Il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, sulle indiscrezioni secondo cui giovedì sarebbe partita per il Nord una delegazione cinese comprensiva di 50 medici, ha riferito solo che Pechino ha spedito i kit anti Covid-19 da usare "in caso di necessità future". Pyongyang ha negato finora contagi da coronavirus, avendo chiuso confini e collegamenti con la Cina e la Russia, e avendo obbligato gli stranieri residenti a 30 giorni di quarantena, prima di consentire lo scorso mese alla gran parte di loro dipartire con un volo speciale per Vladivostok. Ma molti osservatori sono scettici sull'ipotesi 'zero infezioni'.
La versione di Trump
"Ho un'idea piuttosto chiara" sullo stato di salute di Kim, ha dichiarato Trump, "ma non posso dirvi quali siano esattamente le sue condizioni". Il presidente Usa ha aggiunto che "si saprà relativamente presto" che cosa è successo al leader nordcoreano scomparso dalla vita pubblica e dato per gravemente malato.
Dalla Russia: nessuna notizia
Il Cremlino non ha informazioni ufficiali sullo stato di salute del leader nordcoreano Kim Jong-un, ha detto il portavoce Dmitri Peskov. "No, non abbiamo informazioni ufficiali", ha detto Peskov in risposta a una domanda di Interfax.
Il parere degli esperti
"E' improbabile che questo mistero possa essere risolto e che le speculazioni finiscano finché lo stesso Kim e i media di Stato nordcoreani non decidano di rivelare che è vivo e che sta bene, oppure che è vivo ma in via di guarigione, oppure addirittura deceduto", afferma John Delury, professore di Studi cinesi alla Yonsei University di Seul. "Tuttavia, dal mio punto di vista, le probabilità che sia morto sono incredibilmente remote. Ma non dispongo di informazioni speciali o conclusive in merito, per cui penso che dovremo attendere ancora".
E' d'accordo con lui Peter Hayes, direttore del think-tank Nautilus con sede a Berkeley e professore al Center for International Security Studies di Sidney: "Ci sono poche possibilità che il regime possa collassare", spiega l'analista. "Sappiamo che Kim è un soggetto a rischio: è un accanito fumatore, è sovrappeso e probabilmente la maggior parte del tempo è stressato, ma non vi sono indicazioni affidabili secondo le quali non sia vivo e in salute com'era prima dell'attuale tempesta mediatica". Tuttavia, a detta del professore australiano, "nel caso che Kim Jong-un non sia più in grado di esercitare la leadership, probabilmente assumerebbe il potere un altro membro della sua famiglia oppure un tecnocrate modernizzatore ma schierato con i militari. Dunque ripeto: ci sono poche possibilità di un collasso del regime".
Sisci: "Clinicamente morto"
Di diversa opinione è il sinologo Francesco Sisci, professore di Relazioni internazionali all'Università di Pechino che, in una intervista all'Adnkronos, ribadisce la sua convinzione sulla sorte del leader nordcoreano. Kim Jong-un sarebbe clinicamente morto e l'annuncio ufficiale del suo decesso potrebbe arrivare una volta conclusa la lotta di successione. "Naturalmente potrei sbagliarmi", dice", "ma credo che la ridda di voci, le informazioni contrastanti, le mezze smentite e la sua continua assenza dalla scena pubblica mi pare confermino che appunto Kim è in stato vegetativo e fuori dalla politica attiva. Naturalmente è un momento molto delicato e non si può fare una crisi al buio. Credo quindi che l'annuncio della sua morte potrebbe arrivare quando la lotta di successione probabilmente in corso sarà conclusa".
Lotta di successione in cui al momento i due aspiranti candidati a prendere il posto del 36enne Kim sarebbero la sorella, Kim Yo-Jong, che avrebbe poco più di 30 anni e che è stata inserita nel Politburo del Comitato centrale del Partito dei lavoratori nordcoreano, e lo zio Kim Pyong-il, fratellastro del padre di Kim. "Il suo problema - osserva Sisci - è che è stato fuori dal paese per 40 anni e anche se sulla carta è più 'titolato' è fuori dai giochi, mentre Kim Yo-Jong ha avuto le mani dentro l'apparato per dieci anni". Fra questi due, "potrebbe emergere una terza possibilità".
Il sinologo parla anche della missione di 50 medici inviata da Pechino in Corea del Nord nei giorni scorsi: "Io ho letto di questa cosa su un settimanale giapponese molto bene informato. Per quanto ho sentito io una equipe medica cinese era stata chiamata per cercare di rianimare Kim ma se ne è andata quando ha visto che la situazione era disperata. Non sono certissimo di questo dettaglio, credo sia possibile anche probabile, ma non ho grandi sicurezze in merito".
Il governo sudcoreano definisce poi "fake news" le voci circolanti sullo stato di salute del leader nordcoreano, Kim Jong-un. La sua recente assenza dagli impegni pubblici ha moltiplicato le illazioni sulla sua sorte, ma "i media nordcoreani hanno diffuso notizie sul lavoro del presidente fin dalla sua presenza a un incontro del Politburo", l'11 aprile scorso, ha aggiunto il ministro dell'Unificazione di Seoul, "suggerendo che stia portando avanti gli affari statali in maniera normale".
Neanche oggi si sono viste immagini del leader nordcoreano sui media del regime, mentre l'ultima attività registrata è l'invio di un messaggio al presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa. Nonostante le voci degli ultimi giorni, ha aggiunto il ministro degli Esteri di Seul, Kang Kyung-wha, il Paese sembra impegnato a prevenire e controllare l'epidemia di coronavirus. "Anche se Pyongyang dice di non avere malati, mette enfasi sulle proprie capacità mediche e sanitarie", ha aggiunto la responsabile degli Esteri, citando notizie riguardanti il via ai lavori per la costruzione di un nuovo ospedale e un aumento delle spese sanitarie.
Il presidente sudcoreano Moon, intanto, ieri ha tenuto un discorso per ricordare il secondo anniversario del primo summit avuto con Kim al villaggio di confine di Panmunjom, evitando accuratamente di alimentare speculazioni ed esprimendo l'auspicio che la crisi sanitaria alla pandemia del Covid-19 possa portare a una nuova opportunità di cooperazione tra le due Coree. "Ci muoveremo in avanti per trovare i modi più realistici e pratici per i legami intercoreani", ha detto Moon. Gli impegni presi dai leader nei vari summit avuti non hanno fatto grandi progressi, "ma non possiamo solo aspettare un miglioramento delle condizioni".
Dalla Cina nessuna conferma
Anche la Cina ha smorzato i toni osservando di "non avere informazioni da dare" sul leader. Il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, sulle indiscrezioni secondo cui giovedì sarebbe partita per il Nord una delegazione cinese comprensiva di 50 medici, ha riferito solo che Pechino ha spedito i kit anti Covid-19 da usare "in caso di necessità future". Pyongyang ha negato finora contagi da coronavirus, avendo chiuso confini e collegamenti con la Cina e la Russia, e avendo obbligato gli stranieri residenti a 30 giorni di quarantena, prima di consentire lo scorso mese alla gran parte di loro dipartire con un volo speciale per Vladivostok. Ma molti osservatori sono scettici sull'ipotesi 'zero infezioni'.
La versione di Trump
"Ho un'idea piuttosto chiara" sullo stato di salute di Kim, ha dichiarato Trump, "ma non posso dirvi quali siano esattamente le sue condizioni". Il presidente Usa ha aggiunto che "si saprà relativamente presto" che cosa è successo al leader nordcoreano scomparso dalla vita pubblica e dato per gravemente malato.
Dalla Russia: nessuna notizia
Il Cremlino non ha informazioni ufficiali sullo stato di salute del leader nordcoreano Kim Jong-un, ha detto il portavoce Dmitri Peskov. "No, non abbiamo informazioni ufficiali", ha detto Peskov in risposta a una domanda di Interfax.
Il parere degli esperti
"E' improbabile che questo mistero possa essere risolto e che le speculazioni finiscano finché lo stesso Kim e i media di Stato nordcoreani non decidano di rivelare che è vivo e che sta bene, oppure che è vivo ma in via di guarigione, oppure addirittura deceduto", afferma John Delury, professore di Studi cinesi alla Yonsei University di Seul. "Tuttavia, dal mio punto di vista, le probabilità che sia morto sono incredibilmente remote. Ma non dispongo di informazioni speciali o conclusive in merito, per cui penso che dovremo attendere ancora".
E' d'accordo con lui Peter Hayes, direttore del think-tank Nautilus con sede a Berkeley e professore al Center for International Security Studies di Sidney: "Ci sono poche possibilità che il regime possa collassare", spiega l'analista. "Sappiamo che Kim è un soggetto a rischio: è un accanito fumatore, è sovrappeso e probabilmente la maggior parte del tempo è stressato, ma non vi sono indicazioni affidabili secondo le quali non sia vivo e in salute com'era prima dell'attuale tempesta mediatica". Tuttavia, a detta del professore australiano, "nel caso che Kim Jong-un non sia più in grado di esercitare la leadership, probabilmente assumerebbe il potere un altro membro della sua famiglia oppure un tecnocrate modernizzatore ma schierato con i militari. Dunque ripeto: ci sono poche possibilità di un collasso del regime".
Sisci: "Clinicamente morto"
Di diversa opinione è il sinologo Francesco Sisci, professore di Relazioni internazionali all'Università di Pechino che, in una intervista all'Adnkronos, ribadisce la sua convinzione sulla sorte del leader nordcoreano. Kim Jong-un sarebbe clinicamente morto e l'annuncio ufficiale del suo decesso potrebbe arrivare una volta conclusa la lotta di successione. "Naturalmente potrei sbagliarmi", dice", "ma credo che la ridda di voci, le informazioni contrastanti, le mezze smentite e la sua continua assenza dalla scena pubblica mi pare confermino che appunto Kim è in stato vegetativo e fuori dalla politica attiva. Naturalmente è un momento molto delicato e non si può fare una crisi al buio. Credo quindi che l'annuncio della sua morte potrebbe arrivare quando la lotta di successione probabilmente in corso sarà conclusa".
Lotta di successione in cui al momento i due aspiranti candidati a prendere il posto del 36enne Kim sarebbero la sorella, Kim Yo-Jong, che avrebbe poco più di 30 anni e che è stata inserita nel Politburo del Comitato centrale del Partito dei lavoratori nordcoreano, e lo zio Kim Pyong-il, fratellastro del padre di Kim. "Il suo problema - osserva Sisci - è che è stato fuori dal paese per 40 anni e anche se sulla carta è più 'titolato' è fuori dai giochi, mentre Kim Yo-Jong ha avuto le mani dentro l'apparato per dieci anni". Fra questi due, "potrebbe emergere una terza possibilità".
Il sinologo parla anche della missione di 50 medici inviata da Pechino in Corea del Nord nei giorni scorsi: "Io ho letto di questa cosa su un settimanale giapponese molto bene informato. Per quanto ho sentito io una equipe medica cinese era stata chiamata per cercare di rianimare Kim ma se ne è andata quando ha visto che la situazione era disperata. Non sono certissimo di questo dettaglio, credo sia possibile anche probabile, ma non ho grandi sicurezze in merito".