Si contendono il controllo del territorio

Camorra, guerra tra clan rivali: 19 arresti a Torre Annunziata

Le indagini sono partite il 6 maggio dello scorso anno: era uscito dal carcere da circa due mesi Giuseppe Carpentieri, boss del clan Gionta, quando due esponenti del clan IV Sistema tentarono di ucciderlo a colpi di pistola

Camorra, guerra tra clan rivali: 19 arresti a Torre Annunziata

Appartenevano ai clan camorristici rivali di Gionta e IV Sistema le 19 persone arrestate dai Carabinieri di Torre Annunziata (Napoli) questa notte.

I reati contestati

Sono tutte gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione di armi da sparo.

14 mesi di attività investigativa

Il provvedimento nei confronti degli indagati, tutti appartenenti a clan di fazioni opposte che si contendono il controllo del territorio, è stato emesso al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotta da maggio 2020 a luglio 2021.

L'avvio delle indagini: il tentato omicidio di Giuseppe Carpentieri

Il lavoro degli inquirenti è partito con un episodio avvenuto il 6 maggio dello scorso anno: era uscito dal carcere da circa due mesi Giuseppe Carpentieri, genero del boss della camorra di Torre Annunziata Valentino Gionta (anche lui tra gli arrestati di stanotte perché ritenuto al vertice dell’organizzazione criminale), quando fu raggiunto all’inguine da colpi di arma da fuoco mentre si trovava sul balcone della sua abitazione nel Rione Nunziata.

In manette per il tentato omicidio: i fratello Pasquale e Luca Cherillo

Di quell’agguato furono accusati i fratelli Pasquale e Luca Cherillo, entrambi detenuti, ritenuti promotori del neo-costituito clan IV Sistema, con base nel quartiere popolare del Parco Penniniello e mossi da sentimenti di vendetta per l'omicidio del loro nonno Natale Scarpa, consumato il 14 giugno 2006 in un agguato eseguito da sicari del clan Gionta.

L'epilogo in ospedale

L’Italia, quel giorno, era ancora in pieno lockdown a causa della prima ondata di pandemia Covid. Carpentieri, elemento di spicco del clan Gionta, aveva finito di scontare una condanna a 30 anni, 27 quelli effettivamente trascorsi in galera, perché accusato del duplice omicidio di Alfredo Nasti e Ciro Fraschetta, delitto avvenuto nel 1993.

Alcuni parenti prestarono soccorso a Carpentieri gravemente ferito, portandolo nell’ospedale di Boscotrecase, nel frattempo già convertito a Covid Hospital. Quando furono invitati a rivolgersi al vicino nosocomio di Torre del Greco, i parenti del boss reagirono devastando parte delle strutture del Sant’Anna e Maria Santissima della Neve a Napoli. 

Il controllo sul territorio

Le indagini hanno colpito elementi apicali del clan Gionta (detto anche dei Valentini) che hanno esercitato, secondo gli inquirenti, la capacità di controllo del territorio mediante l'intimidazione mafiosa, l’opprimente rete estorsiva ai danni di attività economiche locali e la capacità di fronteggiare militarmente le fazioni contrapposte, grazie alla disponibilità di armi ed esplosivi.