È quanto emerge dal Rapporto del Senato sul femminicidio tra il 2017 e il 2018 in Italia, secondo il quale nel biennio sono stati commessi 192 omicidi di donne, di cui 31 con uso di armi da fuoco legalmente detenute. Emerge quindi che il 16,1% degli autori aveva un regolare porto d’armi.
Giorgio Beretta dell’Osservatorio permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (Opal) nota che gli autori sono in gran parte anziani: il 27% degli assassini sono infatti over 65. L’analista aggiunge inoltre che gli autori-anziani spesso hanno il porto d'armi.
Si può solo stimare il numero di armi nelle case italiane
Nel 2020 a fronte di 93 omicidi di donne, 23 sono stati commessi da legali detentori di armi: si tratta di un omicidio su quattro, secondo l’Osservatorio permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa.
Non ci sono dati ufficiali sul numero di armi leggere nelle case degli italiani. Si può però presumere, secondo Osservatorio sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa (Opal), che ce ne siano 8-12 milioni.
Le Questure hanno riportano che ci sono 1,3 milioni di licenze attive nel 2020, tra permessi per difesa personale, caccia, tiro sportivo e per guardie giurate. Mentre non vengono monitorati i Nulla Osta, che servono per l'acquisto di un'arma con munizioni, al fine di difendere la propria abitazione o attività commerciale. Di quest’ultimo tipo di permesso potrebbero essercene 2-3 milioni, sempre secondo l’Opal. Dal 2018 inoltre con una licenza si possono detenere fino a 3 pistole, 12 fucili semiautomatici e un numero illimitato di fucili da caccia. Incrociando questi dati si può arrivare a stimare il numero di 8-12 milioni di armi nelle case degli italiani.
L’11% degli omicidi è commesso con un'arma detenuta legalmente
Analizzando i dati generali sugli omicidi nel 2020, su 318 delitti volontari il 10,7% è commesso con un'arma detenuta legalmente, così suddivisi:
- il 53,8% omicidi in famiglia
- l’8,8% di tipo mafioso
- il 2,8% per furto e rapina
È urgente rivedere le norme sulle licenze per le armi”
commenta Giorgio Beretta dell'Opal su Twitter