Le ricerche della dottoressa sudafricana

Omicron, la scoperta del paziente "zero"

Angelique Coetzee: "Aveva sintomi leggeri. A quel punto mi si è accesa una lampadina"

Omicron, la scoperta del paziente "zero"
Ansa
Angelique Coetzee (ansa)

Il 22 novembre è arrivata la conferma: questa è una nuova variante

La storia della variante Omicron comincia un giorno di metà novembre, il 18, in un ospedale di Pretoria, in Sudafrica. A raccontarla è la dottoressa Angelique Coetzee, membro della task force sanitaria governativa, che ha individuato la variante. Tecnicamente si identifica con una sigla alfanumerica: B.1.1.529, ma è internazionalmente conosciuta con la lettera dell'alfabeto greco "omicron", per scelta dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Questa mutazione del Covid ha messo in allarme mezzo mondo. Sembrerebbe più contagiosa della variante Delta, ma da parte della dottoressa Coetzee arriva un cauto ottimismo, perlomeno per quanto riguarda i sintomi riscontrati nei suoi pazienti: "Stanchezza, mal di testa, prurito in gola, leggero raffreddore. Finora nessun paziente affetto da Omicron è stato ricoverato. Non abbiamo mai riscontrato effetti gravi".

Ma facciamo un passo indietro e torniamo a quel pomeriggio di metà novembre. "Erano circa otto settimane che non c'erano pazienti affetti da Covid", racconta la dottoressa. Poi un giorno si presenta un uomo di 33 anni con un'infezione virale. Pur presentando sintomi differenti da quelli riscontrati fino a quel momento, la dottoressa decide di sottoporre l'uomo al test: "Non coincidevano con quelli della Delta che avevamo visto fino a dieci settimane prima. Mi si è accesa una lampadina."

A quel punto sono partite le ricerche che hanno impegnato tutto lo staff: "I nostri scienziati hanno subito fatto le ricerche delle sequenze virali. Lunedì 22 novembre è arrivata la conferma: questa è una nuova variante". Da quel giorno la variante Omicron è stata isolata e la comunità internazionale avvisata di una nuova minaccia.

L'Organizzazione mondiale della Sanità è preoccupata per il gran numero di mutazioni che la variante Omicron sembra portare, ma è ancora presto per avere delle risposte sulla sua effettiva pericolosità - conclude la dottoressa Coetzee: "È proprio quello che i nostri scienziati stanno cercando di capire. Ora non lo sappiamo. Nessuno lo sa. Entro le prossime due settimane probabilmente avremo delle risposte". intanto però un tema, per la virologa, diventa urgente e coinvolge l'intera comunità internazionale: "Bisogna immunizzare l'Africa o le mutazioni non si fermeranno".

Bisogna immunizzare l'Africa o le mutazioni non si fermeranno