Città del Vaticano

Migranti. Papa: "Oggi come ieri i tiranni fanno fuori la gente per potere"

Nell'udienza dopo Natale Bergoglio richiama la lettera di Matteo che narra la fuga della famiglia di Nazaret in Egitto: Maria e Giuseppe dovettero scappare da Erode come oggi i migranti e i rifugiati fuggono ancora da guerra e fame

Migranti. Papa: "Oggi come ieri i tiranni fanno fuori la gente per potere"
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Papa Francesco in una foto di Natale scorso

Come ogni mercoledì Papa Francesco è nell'aula Paolo VI dove incontra gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall'Italia e da ogni parte del mondo per l'udienza generale. Ma questo è il primo mercoledì dopo il Natale e il Pontefice, riprendendo il ciclo di catechesi su San Giuseppe, incentra la sua riflessione sul tema: San Giuseppe, migrante perseguitato e coraggioso (Lettura: Mt, 2). Un tema a lui caro, spesso al centro delle sue preghiere.

"Oggi - ha detto Bergoglio - vorrei presentarvi San Giuseppe come migrante perseguitato e coraggioso. Così lo descrive l'evangelista Matteo. Questa particolare vicenda della vita di Gesù, che vede come protagonisti anche Giuseppe e Maria, è conosciuta tradizionalmente come "La fuga in Egitto". "La famiglia di Nazaret ha subito tale umiliazione e sperimentato in prima persona la precarietà, la paura, il dolore di dover lasciare la propria terra. Ancora oggi - ha poi rimarcato - tanti nostri fratelli e tante nostre sorelle sono costretti a vivere la medesima ingiustizia e sofferenza. Anche oggi c'è una traccia della storia della fuga della famiglia di Gesù fuori dalla propria patria, così come raccontato dai Vangeli nel periodo di Natale. Ed è inpersonificata dalle tante persone costrette a fuggire dalla propria terra per diventare migranti o rifugiati.La causa è quasi sempre la prepotenza e la violenza dei potenti. anche per Gesù è accaduto così". 

Francesco continua richiamando l'attenzione all'oggi e soprattutto ai migranti troppi finiti anche in fondo al mare: "È una realtà, quella dei migranti di oggi, davanti alla quale non possiamo chiudere gli occhi. È uno scandalo sociale dell'umanità". E a braccio dice "Pensiamo a tutti i perseguitati, a quanti sono vittima di circostanze avverse, siano politiche, storiche o personali. Pensiamo a tanta gente vittima di guerre che vuole fuggire dalla sua patria e non può, pensiamo ai migranti che cominciano quella strada per essere liberi e finiscono sulla strada o nel mare, pensiamo a Gesù nelle braccia di Giuseppe e Maria fuggendo, e vediamo ognuno dei migranti di oggi".

Bergoglio invita quindi fedeli e pellegrini a pregare per tutti i migranti, tutti i perseguitati e tutti coloro che sono vittime di circostanze avverse: "San Giuseppe, tu che hai sperimentato la sofferenza di chi deve fuggire per salvare la vita alle persone più care, proteggi tutti coloro che fuggono a causa della guerra, dell'odio, della fame. Sostienili nelle loro difficoltà, rafforzali nella speranza e fà che incontrino accoglienza e solidarietà. Guida i loro passi e apri i cuori di coloro che possono aiutarli".

Il Papa tuona contro gli Erode di ieri e di oggi e usa parole fortissime per descrivere le due facce opposte dell'uomo. "Per questi tiranni la gente non conta, conta il potere e per questo fanno fuori la gente. Succede anche oggi". Pensando alla fuga della Santa Famiglia in Egitto, Bergoglio osserva che "salva Gesù, ma purtroppo non impedisce a Erode di compiere la sua strage. Ci troviamo così di fronte a due personalità opposte: da una parte Erode con la sua ferocia e dall'altra parte Giuseppe con la sua premura e il suo coraggio. Erode vuole difendere il proprio potere con una spietata crudeltà, come attestano anche le esecuzioni di una delle sue mogli, di alcuni dei suoi figli e di centinaia di oppositori. Uomo crudele, faceva fuori come unica ricetta".

Osserva il Pontefice pensando a Erode: "Egli è il simbolo di tanti tiranni di ieri e di oggi; è l'uomo che diventa "lupo" per gli altri uomini., La storia è piena di personalità che, vivendo in balìa delle loro paure cercano di vincerle esercitando in maniera dispotica il potere e mettendo in atto disumani propositi di violenza. Ma non dobbiamo pensare che si vive nella prospettiva di Erode solo se si diventa tiranni; in realtà è un atteggiamento in cui possiamo cadere tutti, ogni volta che cerchiamo di scacciare le nostre paure con la prepotenza, anche se solo verbale o fatta di piccoli soprusi messi in atto per mortificare chi ci è accanto". "Giuseppe - dice papa Francesco- è l'opposto di Erode: prima di tutto è 'un uomo giusto', si dimostra coraggioso. Si possono immaginare le peripezie che dovette affrontare durante il lungo e pericoloso viaggio e le difficoltà che comportò la permanenza in un paese straniero. Il suo coraggio emerge anche al momento del ritorno, quando, rassicurato dall'Angelo, supera i comprensibili timori e con Maria e Gesù si stabilisce a Nazareth. Erode e Giuseppe sono due personaggi opposti, che rispecchiano le due facce dell'umanità di sempre".

Nella sua riflessione aperta emerge tutto il dolore del Papa per le vittime che dice sono uno '"scandalo sociale dell'umanità, ed esorta i fedeli a "non chiudere gli occhi".

Infine secondo il Papa il coraggio non è solo prerogativa degli eroi, è "un luogo comune sbagliato considerare il coraggio come virtù esclusiva dell'eroe. In realtà, il vivere quotidiano di ogni persona richiede coraggio per affrontare le difficoltà di ogni giorno. In tutti i tempi e in tutte le culture troviamo uomini e donne coraggiosi, che per essere coerenti con il proprio credo hanno superato ogni genere di difficoltà, sopportando ingiustizie, condanne e persino la morte".