I temi: pandemia, clima, resilienza economica e sociale

Al World Economic Forum di Davos si parla di sfide globali

Come affrontarle e quali modelli di cooperazione e di governance devono essere messi in atto a livello internazionale

Al World Economic Forum di Davos si parla di sfide globali
Ansa
Klaus Schwab fondatore e presidente del World Economic Forum di Davos

Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, nel presentare l’evento ha commentato: “Tutti sperano che nel 2022 la pandemia di Covid-19, e le crisi che l’hanno accompagnata, inizino finalmente a recedere. Ma ci aspettano grandi sfide globali, dal clima al cambiamento per ricostruire la fiducia e la coesione sociale. Per affrontarli, i leader dovranno adottare nuovi modelli, guardare a lungo termine, rinnovare la cooperazione e agire in modo sistematico.”

Con questo spirito si è aperto oggi il World Economic Forum a Davos. Le diverse sessioni di discussione hanno come elementi i temi caldi del momento: clima, recupero dalla pandemia, resilienza economica e sociale.

Economia

Nell'aprire i lavori il Presidente Cinese Xi Jinping ha fatto un appello alla cooperazione: "Le grandi economie dovrebbero vedere il mondo come una comunità, pensare in una maniera più sistematica, aumentare la condivisione trasparente delle informazioni, coordinare gli obiettivi, l'intensità e il passo delle politiche fiscali e monetarie", ha chiarito Xi parlando da remoto all'istituzione di Davos. "Solo così - ha proseguito - eviteremo un nuovo crollo dell'economia mondiale. I principali paesi sviluppati dovrebbero adottare politiche economiche responsabili ed evitare gravi impatti sui paesi in via di sviluppo". Una dichiarazione che si basa sul fatto che l'ipotesi che l'economia mondiale possa entrare in una fase di liquidità più problematica è vista a Pechino come una vera iattura. Il dato cinese di crescita del Pil annunciato oggi per il quarto trimestre 2021 è il peggiore dal secondo trimestre 2020, quando l'economia cinese scontava il momento più nero della crisi pandemica. Quindi, sebbene il risultato annuale sia stato positivo grazie soprattutto all'andamento della produzione industriale, la possibilità di una stretta sulla politica monetaria a livello globale pone un serio rischio.

L'altro grande protagonista del continente asiatico è l'India. Il premier Narendra Modi ha sottolineato come, nei confronti della pandemia, "l'India ha dato speranza al mondo nella lotta al Covid con la sua tecnologia, i suoi talenti, i farmaci e con le sue strutture sanitarie". Ma soprattutto il leader indiano si è soffermato sugli aspetti economici: "L'India è impegnata a diventare un partner di fiducia per il mondo nell'area delle catene di approvvigionamento globali e a questo fine stiamo lavorando con diversi paesi per creare parti per accordi di libero scambio". Modi ha sottolineato la propensione degli indiani per l'innovazione e la loro capacità imprenditoriale. Il primo ministro ha sottolineato come nel 2014 vi erano solo poche centinaia di startup registrate in India mentre oggi il loro numero ha superato le 60.000. Inoltre l'India fornisce al mondo 5 milioni di ingegneri di software oltre a essere il terzo fornitore di materiali farmaceutici e la terza nazione per unicorni, ovvero le aziende partite da start-up e arrivate a valere oltre 1 miliardo di dollari di capitalizzazione. "Oggi l'India - ha detto - è la destinazione più attraente per gli investimenti anche grazie alla forte riduzione operata dal governo sulle tasse aziendali".

Clima

Le città producono oltre l'80% del Pil mondiale, ma quasi metà di quel Pil - il 44% pari a 31.000 miliardi di dollari - rischia conseguenze "dirompenti" da disastri naturali a causa di un modello di sviluppo non in grado di integrare infrastrutture e ambiente naturale. Mentre, al contrario, le città - che sono anche responsabili del 75% delle emissioni globali di gas serra - "potrebbero prendere un ruolo guida nel liberare opportunità economiche" attraverso soluzioni più integrate con l'ambiente naturale.  L'allarme arriva dal World Economic Forum, che propone una nuova road map per adottare soluzioni in grado di integrare infrastrutture urbane e ambiente naturale, ottimizzare la spesa e spingere al massimo la crescita sostenibile. Secondo l'organizzazione, con con l'Istituto Alexander von Humboldt e il Governo della Colombia ha lanciato l'iniziativa "BiodiverCities by 2030", investimenti infrastrutturali in grado di aumentare la resilienza al cambiamento climatico possono creare 59 milioni di posti di lavoro e mitigare rischi crescenti legati a eventi climatici estremi.  "Nel paradigma convenzionale, lo sviluppo urbano e la salute dell'ambiente sono come l'olio e l'acqua"; dice Akanksha Khatri, responsabile del World Economic Forum per Natura e Biodiversità. "Questo studio mostra che non deve necessariamente essere così. La natura può essere l'ossatura portante dello sviluppo urbano. Riconoscendo le città come sistemi viventi, possiamo favorire le condizioni per la salute delle persone, del pianeta e dell'economia nelle aree urbane".

Pandemia

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, chiede "di vaccinare tutto il mondo perché, ed è stato chiaro in questo anno, non possiamo lasciare nessun indietro perché lasceremmo tutti indietro. L'Organizzazione Mondiale della Sanità si era prefissa di arrivare al 40% di vaccinazioni a livello globale per lo scorso anno ed arrivare al 70% ma siamo lontani da questi obiettivi. Raggiungere l'obiettivo dipende da tutti noi". Poi aggiunge: "All'appello manca la solidarietà mondiale" e chiede ai paesi più sviluppati di essere più solidali, economicamente, verso quelli meno sviluppati.