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Bitcoin: nuovo crollo, cede oltre il 50% dal record di novembre

Vale meno di 34mila dollari, era arrivata a 68mila solo sei mesi fa

Bitcoin: nuovo crollo, cede oltre il 50% dal record di novembre
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Il Bitcoin solo nell'ultima settimana ha lasciato sul campo il 17,81% e si sta trascinando dietro le altre criptovalute

Nuovo crollo per il Bitcoin (BTC), la criptovaluta più capitalizzata, la cui valutazione è scesa dai 68mila dollari di novembre ai 34mila di ieri. Solo nell'ultima settimana ha lasciato sul campo il 17,81% e si sta trascinando dietro le altre criptovalute: Ethereum, ad esempio, è passato dai 4.100 euro di novembre ai 2.100 di oggi.

Andamento annuo dei Bitcoin Google
Andamento annuo dei Bitcoin

Negli ultimi sette giorni

Solana (SOL) è sceso del 30,5%, BNB è in calo del 23,9% , Xrp (XRP) e Terra (LUNA) sono entrambi in calo del 21,2% negli ultimi sette giorni. Meglio va ADA che ha registrato il minor numero di perdite percentuali questa settimana: il 12,4%

Una cifra immensa uscita dal mercato delle criptovalute. Coinmarketcup ha calcolato una perdita complessiva di oltre 205 miliardi di dollari in 24 ore solo nel giorno di venerdì 21 gennaio.

Alcuni analisti concordano nel ritenere che il peggio non sia ancora arrivato, eppure gli stessi analisti a novembre avevano predetto che il Bitcoin avrebbe raggiunto la quotazione di 100mila dollari entro il 2022. Il perché di questi movimenti è, come sempre, nei misteri dei giochi finanziari e speculativi ma ci sono comunque alcune concomitanze da analizzare.

Il Bitcoin, data la sua natura decentralizzata, poiché legato alla blockchain che ne determina l’esistenza, è slegato da poteri centralizzati, come appunto le Banche Centrali e questa indipendenza non sempre è ben accetta. Da una parte ci sono paesi senza una moneta propria e dipendenti da altre divise internazionali, ad esempio El Salvador, che vedono di buon occhio l’indipendenza delle cripto tanto da farne una valuta a corso legale. Altre come USA e Russia che non gradiscono troppo questa peculiarità.

Elvira Nabiullina, Governatrice della Banca Centrale russa Wikipedia
Elvira Nabiullina, Governatrice della Banca Centrale russa

Bank of Russia

La Banca centrale russa ha sempre avuto una intransigente posizione contraria alle criptovalute. Giovedì ha emanato un report di consultazione, pubblicato dall'autorità di regolamentazione, intitolato "Criptovaluta: tendenze, rischi, misure". In questo rapporto la banca riconosce la rapida crescita del mercato e prende atto del fatto che in Russia ogni hanno vi siano transazioni crittografate effettuate da cittadini Russi per 5 miliardi di dollari. Ma vede tutto ciò come una minaccia alla stabilità finanziaria del Paese, Si propone quindi di affiancare il governo russo per emanare leggi che proibiscano l’emissione, lo scambio ed il mining stesso delle criptovalute. Il mining, cioè il processo software tramite cui si 'estraggono i bitcoin' è fortemente energivoro e dopo la repressione cinese del settore, la Russia, con la sua energia a basso costo è diventata un hotspot minerario. Molte famiglie che hanno accesso ad elettricità sovvenzionata dallo stato usano il mining come una fonte di reddito integrativa mettendo a dura prova la rete elettrica nazionale.

Consumo energetico

Non solo la Russia fa i conti con il problema energetico legato ad una attività così energivora. La repubblica del Kosovo ha vietato le attività di estrazione di criptovalute dei cosiddetti "miners". I consumi dei loro server hanno fatto collassare le reti elettriche, facendo precipitare il paese in una situazione di forte crisi energetica. I rincari dei prezzi legati all'energia mettono alle corde le fragili economie dei Balcani, le cui industrie sono quasi totalmente dipendenti dalle centrali a carbone.

Jerome Powell, presidente della Federal Reserve Alex Wong/Getty Images
Jerome Powell, presidente della Federal Reserve

Federal Reserve americana

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha presentato, sempre giovedì, un rapporto sull'ipotesi della creazione di una valuta digitale emessa dal governo. Il rapporto del governo espone i pro e i contro delle criptovalute emesse dal governo, ma alla fine non ha preso posizione sulla questione. In particolare, il rapporto includeva una richiesta di maggiori contributi da parte del pubblico e di altre parti interessate prima di intraprendere ulteriori azioni. La Fed ha riconosciuto nel rapporto che la creazione di una valuta digitale emessa dal governo "rappresenterebbe un'innovazione molto significativa nel denaro americano". La Fed chiede agli americani di fornire un commento pubblico sul possibile lancio di un dollaro digitale fino al 20 maggio 2022. Una valuta digitale della banca centrale (CBDC) sarebbe essenzialmente una forma digitale di contanti, emessa e sostenuta dalla banca centrale americana.

Una potenziale valuta digitale della banca centrale statunitense, se ne venisse creata una, soddisferebbe al meglio le esigenze degli Stati Uniti essendo protetta dalla privacy, intermediata, ampiamente trasferibile e verificata l'identità

tratto dal rapporto della Federal Reserve