Il profilo

Chi è Elisabetta Belloni, dalla Farnesina alla guida dei Servizi

Negli ultimi giorni e ancora di più nelle ultimissime ore si fa sempre più insistente il suo nome come candidata per il Quirinale. Tanti pregi e tanti primati nel corso della sua carriera, nel 2007 dichiarò di "non avere nessuna matrice politica"

Chi è Elisabetta Belloni, dalla Farnesina alla guida dei Servizi
ANSA
Elisabetta Belloni

Il nome di Elisabetta Belloni ha cominciato a diventare popolare per il grande pubblico negli ultimi giorni, da quando ha cominciato a far parte di un ristrettissimo elenco di nomi sui cui si sono concentrati i negoziati tra i partiti per il ruolo di Presidente della Repubblica. Anche se già nel 2018 il suo nome fu fatto, insieme a quello di Lucrezia Reichlin, per il ruolo di presidente del Consiglio.

Si era poi parlato di lei come possibile sostituta di Draghi a palazzo Chigi qualora il premier traslocasse al Quirinale. Belloni infatti sembra godere di stima trasversale, tanto Pd che nella Lega e in Fratelli d'Italia, Luigi Di Maio ha speso in più occasioni per lei parole importanti. Tuttavia, Forza Italia, Italia viva, Coraggio Italia e Leu già annunciano il no a un'eventuale ascesa al Quirinale.

Sono tanti i primati legati al suo nome, Belloni è stata infatti la prima donna nella storia della Farnesina a essere nominata, nel 2016, Segretario generale e poi la prima donna in Italia alla guida dei servizi segreti, nominata il 12 maggio 2021 dal presidente del Consiglio Mario Draghi per guidare il Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza).

Elisabetta Belloni è nata a Roma il 1 settembre 1958. Fu tra le prime allieve di sesso femminile a potersi iscrivere al liceo Massimo di Roma, un istituto di Gesuiti fino ad allora ristretto ai soli uomini, per altro lo stesso liceo frequentato dall’attuale premier Draghi.

Al Massimo, ricordò un'emozionata Belloni nel 2007, ricevendo un premio dedicato agli ex alunni, ci hanno "insegnato l'impegno e il rigore che ci accompagnano per tutta la vita". Nella stessa intervista rivendicò con orgoglio di “non avere nessuna matrice politica”.

Laureata nel 1982 in Scienze Politiche all’Università LUISS di Roma, tre anni dopo, a seguito di un concorso, fu nominata Volontario nella carriera diplomatica, cioè il primo grado della carriera diplomatica in Italia, per poi ricoprire vari incarichi nelle ambasciate italiane e estere, a Vienna e a Bratislava.

A 63 anni la Belloni - che parla quattro lingue e vanta, tra le onorificenze, la Legion d'onore ricevuta dalla Francia - ha alle spalle tanti alti incarichi sempre presso gli Esteri in particolare, tra il 1999 e il 2004 è stata, alla guida della segreteria della Direzione per i Paesi dell’Europa, capo dell’Ufficio per i Paesi dell’Europa centro-orientale e capo della segreteria del Sottosegretario di Stato agli Esteri.

Dal 2004 al 2008 ha diretto l'unità di crisi del Ministero affari Esteri, ed è stata quindi direttrice generale della cooperazione allo sviluppo del medesimo dicastero dal 2008 al 2013, mentre dal gennaio 2013 al giugno 2015 direttrice generale per le risorse e l’innovazione e capo di gabinetto durante il governo Renzi, nel 2015, quando era ministro Paolo Gentiloni.

Riservatissima, della sua vita privata si sa poco: è rimasta vedova cinque anni fa, dopo la morte del marito Giorgio Giacomelli, anche lui ambasciatore. Chi la conosce bene parla di lei come una donna con un personalità forte, molto determinata. Che crede nel ruolo delle donne, "particolarmente idonee – aveva sottolineato anni fa in un'altra intervista - perché hanno quasi per natura una propensione alla decisione senza tentennamenti e all'assunzione di responsabilità anche quando ciò comporta dei rischi personali".