La svolta cilena

Cile, il presidente eletto Boric presenta uno storico governo a maggioranza femminile

Tra le 14 donne su 24 componenti dell'esecutivo, c'è la ministra della Difesa, Maya Fernández Allende, nipote del presidente Saldavor Allende, deposto dal generale Augusto Pinochet quasi 50 anni fa con un colpo di Stato militare

Cile, il presidente eletto Boric presenta uno storico governo a maggioranza femminile
Ansa (EPA/Alberto Valdes)
Cile, il presidente eletto Boric

Il presidente eletto del Cile, Gabriel Boric, ha nominato un governo a maggioranza femminile, il primo della storia nel continente americano.

Tra le figure di spicco vi sono Izkia Siches, prima donna a ricoprire il ruolo di ministro dell'Interno e della Pubblica Sicurezza, e la deputata comunista Camila Vallejo, portavoce dell'esecutivo di sinistra. Su 24 portafogli, 14 saranno detenuti da donne: oltre a Siches e Vallejo, Antonia Urrejola (Esteri), Maya Fernández Allende (Difesa), Jeanette Vega (Sviluppo sociale), Marcela Rios (Giustizia), Jeanette Jara (Lavoro), Maria Begona Yarza (Salute) , Marcela Hernando (Miniere), Javiera Toro (Beni nazionali), Maria Eloisa Rojas (Ambiente), Alexandra Benado (Sport), Antonia Orellana (Donne) e Julieta Brodsky (Cultura).

"Oggi si comincia a scrivere un nuovo capitolo della nostra storia democratica. Non partiamo da zero, sappiamo che c'è una storia che ci eleva e ci ispira", ha detto l'ex leader studentesco, che a 36 anni diventerà l'11 marzo il presidente più giovane della storia del Cile.

Per il dicastero del Tesoro è stato scelto Mario Marcel, attuale presidente della Banca Centrale e figura rispettata negli ambienti economici, molto critico nei confronti di Boric in campagna elettorale.

"Affrontiamo con enorme energia la sfida di consolidare la ripresa della nostra economia senza riprodurne le disuguaglianze strutturali. Si tratta di una crescita sostenibile, accompagnata da un'equa redistribuzione della ricchezza", ha affermato Boric, che ha l'obiettivo di archiviare la stagione liberista aperta dalla dittatura di Pinochet, in un continente che sta tornando a virare a sinistra.

La nipote di Allende ministra a 50 anni dal golpe

A quasi 50 anni dal colpo di stato militare del generale Augusto Pinochet che mise fine al governo di Unidad Popular di Salvador Allende, una donna, parente del presidente deposto e che ne porta il cognome, Maya Fernández Allende, sarà ministra della Difesa a partire dal prossimo 11 marzo.

Boric lo ha annunciato presentando oggi davanti al Museo Nazionale di Storia naturale la sua squadra di governo, insolitamente ampia.

Dopo il golpe dell'11 settembre 1973, Maya Fernández Allende, che ha 50 anni ma che allora ne aveva meno di due, si esiliò a Cuba insieme alla madre Beatriz Allende, battagliera figlia del Capo dello Stato, morta suicida a l'Avana. Al suo ritorno in Cile nel 1990, si laureò in biologia e si iscrisse al partito socialista, un tempo guidato dal nonno, partecipando attivamente alla vita politica cilena. Entrò in parlamento nel 2014 come deputata e dal 2020 è stata fra l'altro presidente della commissione permanente della difesa. Membro dell'ala dissidente del Partito Socialista, lo scorso anno si dissociò dalla direzione che aveva deciso di appoggiare per le presidenziali la candidata democristiana, Yasna Provoste. Convinta della necessità di un cambiamento profondo, politico, sociale ed economico, come sollecitato dai promotori della rivolta popolare scoppiata nell'ottobre 2019, la ministra designata della Difesa decise quindi di unirsi a Boric, contribuendo alla svolta storica che ha riportato al potere in Cile un governo chiaramente orientato a sinistra.

Se per la difesa c'è il precedente rappresentato dalla nomina a capo delle forze armate cilene della socialista Michelle Bachelet (2002-2004), poi per due mandati presidente della Repubblica, è invece una prima assoluta la designazione per il ministero dell'Interno di una titolare di sesso femminile nella persona del medico Izkia Siches, 35 anni.