Dalla copertina di Forbes al tribunale, finisce la corsa della ventenne che ingannò Wall Street

La parabola di Elizabeth Holmes a capo di una start up, la Theranos, che diceva di aver messo a punto un sistema rivoluzionario per le analisi del sangue

Dalla copertina di Forbes al tribunale, finisce la corsa della ventenne che ingannò Wall Street
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Elizabeth Holmes, Ceo diTheranos

 L'ex ceo della società Theranos Elizabeth Holmes è stata giudicata colpevole di quattro capi d'accusa al termine del lungo processo che ha affascinato la Silicon Valley. La giuria l'ha giudicata non colpevole di altre quattro accuse penali. Sui tre capi d'accusa rimanenti, la giuria è rimasta in stallo. Holmes rischia ora fino a 20 anni di carcere.

 

La 37enne imprenditrice era accusata di frode ai danni di investitori e pazienti riguardo una tecnologia di analisi del sangue, inizialmente salutata come una rivoluzione in campo medico. Holmes aveva promesso che sarebbe stata in grado di scansionare centinaia di problemi di salute con solo poche gocce prelevate con una puntura del dito.

 

Theranos aveva raccolto più di 900 milioni di dollari da una lunga lista di investitori d'élite, inclusi miliardari come Rupert Murdoch e il magnate del software Larry Ellison. Ma la maggior parte degli investitori non sapeva che la tecnologia della Theranos continuava a produrre risultati fuorvianti che hanno portato l'azienda a fare affidamento segretamente su analisi del sangue convenzionali. Le prove presentate al processo hanno anche mostrato che Holmes ha mentito sui presunti accordi che Theranos aveva raggiunto con grandi compagnie farmaceutiche, come Pfizer, e l'esercito americano. Nel 2015, una serie di articoli sul Wall Street Journal e un audit normativo del laboratorio di Theranos hanno scoperto difetti potenzialmente pericolosi nella tecnologia dell'azienda.

 

 Quella di Theranos è la storia paradigmatica della corsa spregiudicata all'innovazione tecnologica che travolse la Silicon Valley all'inizio degli anni Duemila. Quello era il tempo in cui molti sognavano di emulare il fondatore di Apple, Steve Jobs, indossavano maglioni neri girocollo come lui, e parlavano scandendo messaggi messianici da guru della tecnologia. Una era Elizabeth Anne Holmes, nata a Washington 37 anni fa, studi a Stanford lasciati a metà.  Nel 2003, a 19 anni, dopo una precoce collaborazione da studentessa di ingegneria chimica con il Genome Institute di Singapore per effettuare test sul sangue, in piena epidemia Sars, Holmes diede il via alla sua vertiginosa scalata. Quell'anno depositò il suo primo brevetto: un cerotto con una sorta di computer incorporato, in grado di monitorare in tempo reale tutti i parametri del paziente e rilasciare farmaci.

 

Spinta dall'impeto jobsiano, la giovane studentessa era decisa a lasciare il segno nella vita di milioni di persone: creare qualcosa che avrebbe fatto risparmiare un sacco di dollari a milioni di americani, abbattendo i costi degli esami del sangue, che negli Stati Uniti sono altissimi. Il progetto venne chiamato Real Time Cures, startup di tecnologica medica che prometteva di estrapolare fino a duecento dati da una sola puntura sul dito. 

 

 Nonostante lo scetticismo del mondo accademico, la ragazza riuscì a trovare munifici finanziatori. La startup cambiò nome in Theranos, nata dall'unione tra le parole Therapy e Diagnosis. Piu' di sei milioni di dollari erano arrivati dai donatori, e altri sarebbero arrivati negli anni successivi. Sembrava la classica storia americana del sogno diventato impresa. Ma c'era un particolare che avrebbe dovuto insospettire: con il passare del tempo, Theranos non aveva prodotto alcun risultato e non concedeva interviste.

 

L'anno della grande svolta o della grande illusione è il 2013: Holmes annunciò la partnership con la catena americana di farmacie Walgreens, dove si sarebbero potute fare analisi del sangue a prezzo stracciato e con sole poche gocce. Un risparmio rivoluzionario di tempo, denaro e liquidi. Holmes divenne una star a livello globale, esaltata dalle riviste più prestigiose, finita sulla prima pagine di Forbes, eletta nel 2015 "donna dell'anno" dal magazine Glamour, idolo di migliaia di studentesse. Ma quello fu anche il momento in cui sarebbe crollato tutto.  Pochi mesi dopo, alcuni ex dipendenti svelarono al Wall Street Journal una realtà inquietante, fatta di test manipolati, esperimenti falliti, dipartimenti che lavoravano in totale isolamento. Lo scoop ebbe un effetto devastante.


Le agenzie federali confermarono le falle del sistema. Le procedure reali di analisi, emergerà da un'inchiesta, erano quelle tradizionali, ma venivano fatte passare come frutto della grande idea rivoluzionaria. Walgreens uscì dall'accordo, a Theranos venne vietato per due anni di effettuare prelievi di sangue. Adesso è arrivata la sentenza che ha messo ufficialmente fine all'aspirante Jobs della sanità, la grande innovatrice finita per essere ritenuta colpevole di un reato vecchio come il mondo: la truffa.