Australian Open

Djokovic vince la sua battaglia, attesa per le mosse del Governo

Il ministro dell'immigrazione deciderà domani se esercitare il suo potere e revocare il visto. Il tennista su Twitter: "Voglio partecipare agli Open"

Djokovic vince la sua battaglia, attesa per le mosse del Governo
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Novak Djokovic

"Voglio restare e provare a partecipare agli Australian Open". Il numero uno del tennis Novak Djokovic rompe il silenzio e scrive sui social dopo aver vinto il ricorso sulla cancellazione del visto e mentre attende le decisioni del governo austaliano.

"Rimango concentrato su questo - ha aggiunto il fuoriclasse serbo - Sono volato qui per giocare in uno degli eventi più importanti che abbiamo davanti ai fantastici tifosi. Per ora non posso dire di più, ma grazie a tutti per essere stati con me durante tutto questo e per avermi incoraggiato a rimanere forte".

Mentre scrive sui social, i suoi familiari stanno parlano in conferenza stampa sul caso che lo vede coinvolto in vista del primo major stagionale a Melbourne.

"Il diritto e la giustizia hanno prevalso. Ha vinto lui, la sua famiglia e lo stato di diritto. Volevano negargli di fare il suo lavoro, questa è la sua più grande vittoria". Così dice il padre Srdan Djokovic. "Novak è libero - aggiunge il fratello Djordje - Pochi minuti fa si è allenato su un campo da tennis. È venuto in Australia per giocare a tennis e per provare a vincere un altro Australian Open".

I familiari non dicono nulla sul 'giallo' della presenza del tennista a un evento pubblico il giorno dopo essere 'ufficialmente' risultato positivo al Covid. Quando sono state poste domande sulla questione, hanno interrotto la conferenza stampa.

Secondo i suoi legali, Djokovic è risultato positivo il 16 dicembre ma sui social del serbo compaiono alcune sue foto del 17 dicembre durante un evento, quando doveva essere in isolamento.

La decisione del giudice

La star del tennis Novak Djokovic ha vinto la sua battaglia legale. La corte di Melbourne ha ordinato il suo rilascio immediato e la restituzione del passaporto dopo che il giudice Anthony Kelly ha constatato "irragionevolezza" nel modo in cui il responsabile alla frontiera ha preso la decisione di cancellare il visto del tennista.

Tuttavia, la partecipazione del campione agli Open è ancora in forse. Un avvocato del governo ha fatto sapere che l'Australia può ancora ordinare l'espulsione di Djokovic dal Paese. Il ministro dell'immigrazione Alex Hawke ha infatti il potere personale di cancellare comunque il permesso di entrare nel Paese del campione serbo. Può farlo se ritiene che la persona ponga "un rischio per la salute, la sicurezza o l'ordine pubblico della comunità australiana o di una parte di essa" o per "la salute e la sicurezza di uno o più individui".

Se ciò dovesse accadere, il caso potrebbe tornare di nuovo in tribunale perché Djokovic rischierebbe di essere bandito dall'Australia per tre anni.

Secondo il sito del quotidiano The Age, il ministro Hawke aveva quattro ore per usare il suo potere personale ai sensi del Migration Act, ma il Governo ha deciso di non prendere una decisione oggi, ma nella giornata di domani, il che significa che Djokovic è libero di andarsene. Per ora.

La festa dei sostenitori

Dopo la decisione del Tribunale di Melbourne, i sostenitori di Djokovic hanno festeggiato fuori dagli uffici dei legali del tennista numero uno al mondo alla Melbourne's Rialto tower in Collins Street.

I fan del serbo Novak Djokovic reagiscono alla notizia della sua sentenza. Corte federale prima dell'Australian Open a Melbourne Ap
I fan del serbo Novak Djokovic reagiscono alla notizia della sua sentenza. Corte federale prima dell'Australian Open a Melbourne

Fonti del governo: "Non è in stato di fermo"

Dopo il verdetto si era diffusa la notizia del fermo del campione, smentita da fonti governative ma rilanciata dalla famiglia del tennista e ripresa dai media serbi.

Parlando con la rete televisiva Prva a Belgrado, in Serbia, Djordje Djokovic, fratello di Nole, ha affermato che "l'ultima informazione che abbiamo è che vogliono arrestarlo" con riferimento alle autorità australiane. "Quello che possiamo fare è farlo sapere su tutti i social media - ha scritto su Twitter il fratello - vogliono catturare e rinchiudere di nuovo Novak. Al momento stiamo consultando i legali sui prossimi passi. Lui è con i suoi avvocati nella stanza in cui erano durante l'udienza, a pensare alle opzioni". "Questa è decisamente politica, tutto questo è politica", ha aggiunto.

Scontri tra polizia e manifestanti

Secondo il Telegraph, dopo la decisione Novak Djokovic ha lasciato lo studio dei suoi avvocati, scortato dalla polizia in mezzo a una folla di persone che s'era riunita sotto l'edificio per protestare contro il suo eventuale nuovo arresto. Gli inviati sul posto riferiscono di scontri tra polizia e manifestanti: le forze dell'ordine avrebbero usato spray al peperoncino sulle persone che intralciavano il percorso dell'auto. "Ho visto almeno un manifestante sputare addosso a un ufficiale e diversi uomini gli hanno lanciato bottiglie d'acqua, colpendo più agenti", scrive su Twitter Michael Miller, corrispondente del Washington Post.

Il caso Djokovic

Al tennista serbo era stato negato la scorsa settimana il visto di ingresso in Australia perché non vaccinato contro il Covid-19, ma la star aveva dichiarato alle autorità di frontiera di avere avuto il covid due volte, nel giugno 2020 e lo scorso 16 dicembre, negativizzato poi il 22 dicembre.

"Ho avuto il covid due volte. Ho avuto il covid a giugno 2020 e ho avuto il covid di recente - sono risultato positivo al Pcr- il 16 dicembre 2021", riporta la trascrizione dell'intervista con i responsabili australiani alla frontiera, pubblicata dal Guardian.

Il serbo ha messo nero su bianco nella dichiarazione giurata, pubblicata tra i documenti della sentenza con cui il Tribunale federale gli ha ridato temporaneamente il visto, che sospetta che la decisione di annullare il suo visto sia stata presa da persone al di sopra dei funzionari con cui ha avuto a che fare all'aeroporto di Melbourne.  

Nella dichiarazione ha detto di essere stanco, sconvolto e confuso: "Credevo di aver rispettato tutte le regole. Non capivo cosa stesse succedendo. E non capivo perché il funzionario stesse pensando di annullare il mio visto. Ero sconvolto e confuso. Erano circa le 4 del mattino e avevo bisogno di aiuto, e gliel'ho detto".  

Djokovic ha scritto di essersi sentito spinto a continuare a rispondere alle domande della Border Force, e in seguito ha creduto che l'interrogatorio fosse stato posticipato alle 8:30 per consentirgli di parlare con i suoi avvocati e funzionari di Tennis Australia. Ma verso le 7:40, il funzionario della Border Force è tornato e ha detto a Djokovic "che sarei stato respinto in quanto cittadino illegale".  

Djokovic ha scritto che i funzionari con cui ha avuto a che fare all'aeroporto spesso lo lasciavano solo, così potevano parlare con i loro superiori: "Mi ha dato l'impressione che la decisione sul mio visto non dipendesse completamente dalle persone che stavano parlando con me, e invece dipendesse da qualcun altro al di sopra di loro", ha scritto.