Il rientro a scuola con l’aumento dei contagi si prospetta confuso. Il governo però tira dritto: le lezioni devono ripartire in presenza.
Figliuolo: più test e tracciamento per garantire la didattica in presenza
Per questo motivo il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha scritto e inviato ai presidi un documento che fa chiarezza: “È emersa la chiara necessità di disporre ulteriori strategie operative finalizzate a massimizzare le attività di tracciamento e testing dei contatti in ambito scolastico”.
Il testo parla del “maggior coinvolgimento attivo delle risorse sanitarie già presenti sul territorio come i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale a supporto delle attività dei dipartimenti di Igiene e Sanità pubblica” delle Asl.
“L’impiego di queste risorse” potrà “contribuire a preservare quanto più possibile le attività didattiche in presenza”, si legge nel documento.
Su questo tema insiste anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che, dalle pagine del Corriere della Sera, chiede a tutti un atto di responsabilità.
L'appello del ministro dell'Istruzione: "Tutelare il più possibile la presenza"
Intervistato, il ministro afferma che bisogna “tutelare il più possibile la presenza e, con essa, i nostri ragazzi e i bambini che vengono da due anni difficili”, “che hanno segnato il loro apprendimento”. “Il ricorso massiccio alla didattica a distanza, oggi, come se i vaccini non ci fossero, sarebbe un errore”, ripete Bianchi, che individua proprio nella profilassi il motivo per mantenere le lezioni in presenza.
Il Miur invia una nota alle scuole
Proprio per tenere sotto controllo l’andamento dell’epidemia tra i banchi il ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole una nota operativa con le indicazioni per l’applicazione delle nuove misure per la gestione dei casi di positività contenute nel Decreto legge approvato lo scorso 5 gennaio in Consiglio dei ministri.
Prima dell’invio, questa mattina, il ministero ha convocato una riunione per illustrare le misure e la nota stessa ai sindacati.
Il Miur fa sapere che “alle medie e alle superiori con due positivi in classe i requisiti per frequentare in presenza, durante il regime di autosorveglianza, devono essere dimostrati dall’alunno”. La norma, precisano dal Ministero, “autorizza le scuole a prendere visione della situazione vaccinale degli studenti, senza che ciò comporti una violazione della privacy”
“Con due casi di positività nella stessa classe - spiegano ancora - coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario, i guariti da meno di 120 giorni, chi ha fatto la dose di richiamo, possono frequentare in presenza, in regime di auto sorveglianza”.
Intanto è un vero e proprio braccio di ferro quello tra il governo, alcuni governatori e i presidi.
L'allarme del presidente dell’Associazione nazionale presidi
“Stimiamo che lunedì potrebbero essere assenti 100.000 dipendenti della scuola su un milione - tra docenti e personale Ata - ovvero un 10% del totale, per le più svariate questioni legate a Covid, quarantene, vaccini eccetera”, ha detto all’Ansa il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.
L'ordinanza di De Luca: "Dad giustificata dal rischio elevato di diffusione"
Arriva inoltre la precisazione sull’ordinanza del presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca che prevede la chiusura non solo di scuole elementari e medie, ma anche di nidi e scuole per l’infanzia davanti all'aumento dei contagi Covid fino al 29 gennaio: il ricorso alla dad è giustificato dalla situazione sul territorio regionale.
Nello specifico corrisponde alla fattispecie di “circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus Sars-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica” indicata dal Decreto legge 6 agosto 2021 che consente anche nelle Regioni che non si trovino in zona rossa, eccezioni allo svolgimento in presenza delle attività educative e scolastiche.
Questa sottolineatura viene fornita in risposta al ministro dell’Istruzione Bianchi, che aveva detto al Corriere che la legge “permette ai presidenti di Regione di intervenire solo in zona rossa e in circostanze straordinarie. Queste condizioni oggi non ci sono” e che invece ci sono “gli estremi per impugnare quell’atto” del governatore campano.
Ricorso dei genitori contro stop scuole in Campania, il Tar chiede documenti alla regione
Intanto Il Tar della Campania ha chiesto alla Regione di presentare ulteriori documenti per poter decidere sul ricorso presentato da alcuni genitori proprio contro l’ordinanza del presidente De Luca. L’integrazione dovrà essere presentata ai giudici amministrativi entro le 11 di lunedì. La decisione è stata presa dai giudici della Quinta sezione che chiedono di avere una integrazione degli atti prima di esprimersi sul ricorso d’urgenza di alcuni genitori, assistiti dagli avvocati Giacomo Profeta e Luca Rubinacci.
In Sicilia rinviata di tre giorni la riapertura delle scuole
Anche la giunta regionale siciliana prende le sue decisioni: rinvierà la riapertura delle scuole di tre giorni in Sicilia per consentire di verificare tutti gli aspetti organizzativi a causa dell’aumento dei contagi da Covid.
Emiliano: "Le vostre preoccupazioni sulla riapertura sono anche le mie"
Lo sfogo sull'appello delle regioni che resta inascoltato arriva su Facebook dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Il governatore sottolinea che “il Governo italiano, nonostante i rischi epidemiologici legati all’ancora basso livello vaccinale dei bambini da 5 a 11 anni, ha deciso di far riprendere le lezioni in presenza da lunedì 10 gennaio. Le vostre preoccupazioni sulla riapertura della scuola sono anche le mie e quelle dei presidenti delle regioni italiane”.
“Le Regioni hanno, invano, richiesto un posticipo della riapertura - prosegue Emiliano - per avere il tempo di completare le vaccinazioni degli studenti e in particolare quelle dei più piccoli, ma il Governo sul punto è stato irremovibile”.
“Non posso intervenire con un'ordinanza regionale perché lo scorso 6 agosto è stato emanato il decreto legge 111 (poi convertito in Legge con modificazioni) che consente ai presidenti delle Regioni di derogare alle disposizioni nazionali solo quando una regione si trova in zona rossa”, precisa il governatore, ricordando che la Puglia si trova al momento in zona bianca.
La richiesta di Zaia: "Aspettiamo il Comitato tecnico scientifico"
Sul tema è intervenuto anche il governatore del Veneto, Luca Zaia. “Sulla scuola penso sia fondamentale l’autorevole espressione scientifica del Cts, che stiamo ancora attendendo, dopo che su mia iniziativa questa richiesta è stata presentata in Conferenza Regioni e portata al governo”, ha detto.
Secondo Zaia, di fronte “all’importante ondata del contagio” e al dibattito conseguente sulla riapertura o meno “abbiamo davanti uno scenario che sarà un ‘calvario’ per la scuola, tra insegnanti colpiti dal Covid, altri assenti per malattia, altri ancora no vax e nuove regole della Dad. Insomma quella della scuola rischia di essere una falsa apertura”.
Sileri: "Ci sono le condizioni per ripartire in sicurezza"
Ma la linea del governo non cambia. “Ci sono le condizioni perché la scuola possa ripartire in sicurezza”, dice il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, spiegando che è stata fatta una attenta valutazione della situazione del sistema scolastico da parte del Cts, della cabina di regia e del governo, e sono state aggiornate le regole per gli isolamenti e le quarantene.
“Ci sarà certamente un incremento dei casi di positività, ci saranno classi che andranno in didattica a distanza”, ha proseguito Sileri, “anche perché nella fascia di età under 19 la percentuale di vaccinati è più bassa, ma nel complesso il governo ha ritenuto che le nuove regole possano rendere sostenibile il ritorno in classe in presenza”.
Bianchi: "Impugneremo l'ordinanza di De Luca"
"Il presidente della Regione Campania De Luca ha avanzato un'ordinanza che bloccava l'attività in presenza per due settimane. Un atto essenzialmente legato alle difficoltà di carattere sanitario della regione, ma che è in esplicito contrasto con la norma, vigente dall'agosto scorso, che vieta a presidenti di Regioni e sindaci interventi generalizzati sul territorio, e li permette solo in zone rosse e per casi mirati". Lo ha spiegato il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Su quell'ordinanza, ha aggiunto, "siamo nella condizione di procedere impugnando l'atto".