L'editoriale

Ecco il Mattarella Bis, unica strada possibile

Come fu per Napolitano, tirato per la giacca e costretto a reiterare solo per senso dello Stato, così sarà per Sergio Mattarella

Ecco il Mattarella Bis, unica strada possibile
Ansa
Sergio Mattarella

Alla fine, fu Mattarella Bis. Una strada obbligata più per l’incapacità della politica che per le vere esigenze del Paese. Anche se naturalmente i problemi economici post pandemici e la lotta stessa al Covid-19 impongono un senso di responsabilità alto, perfino “sopra le righe”.

Matteo Salvini ci ha provato in tutti i modi, a quanto pare. Ma il centrodestra, o quanto meno quella parte di centrodestra di Governo, che si è incardinato in una maggioranza formata con la sinistra e con le forze centriste del Parlamento, ha dovuto rinunciare al sogno: quello di avere al Quirinale un uomo, o perché no una donna di area. L’identikit, partito con Berlusconi e riformulato poi sul sacrificio della seconda carica del Paese, la presidente del Senato Casellati, è sempre stato un po' in chiaroscuro.

Le peripezie di palazzo, i giochi notturni, i vertici improvvisi hanno caratterizzato l’azione di uno o più “kingmaker” che facevano sperare i cittadini e disperare i giornalisti. Tra le corse affannose dei colleghi pronti a catturare umori e notizie dell’ultima ora e lo zapping televisivo, radiofonico e online dei cittadini, l’ombra del Bis al Colle si è allungata sempre più sulla Camera.

Restano vincitori e vinti. E tra questi ultimi ci sono sicuramente le donne: dalla Casellati stessa alla Belloni, dalla Cartabia alla Severino. Ma direi che le più sconfitte sono le donne italiane, ancora una volta illuse e poi deluse. E vedere Emma Bonino o Giorgia Meloni, leader indiscusse, contornate da uno stuolo di uomini incapaci di decidere sul merito più che sul genere, dovrebbe far riflettere. I vincitori sono sicuramente coloro che auspicavano, dentro e fuori le mura italiche, una soluzione istituzionale. Pensiamo a Renzi, pensiamo alle forze centriste, pensiamo a quelle composizioni miste che aspirano ad un nuovo soggetto politico. Non pensiamo ovviamente ad Enrico Letta, che salva il PD sì da un eventuale fronte di dissenso interno, anche grazie all’alleato-nemico Matteo Salvini, ma non può non fare i conti col fallimento dell’asse coi cinquestelle. A loro volta divisi all’interno più di una decina di giorni fa.

Fanno festa di sicuro il presidente francese Macron, le forze europeiste e i sostenitori del governo Draghi, a dispetto dei programmi dello stesso Premier che in fondo, lasciatecelo pensare, un’idea sulla salita al Colle forse l’aveva fatta. 

Come fu per Napolitano, insomma, tirato per la giacca e costretto a reiterare solo per senso dello Stato, così sarà per Sergio Mattarella. Anche perché lo stesso Draghi ha chiesto il Bis di persona.

Cosa resta? Uno sforzo enorme: che tutti noi, politici, giornalisti, cittadini, abbiamo fatto in queste ore per conoscere il volto di chi guiderà il Paese. Una certezza: che la politica, questa politica, è davvero sull’orlo di una crisi di nervi. Un rimpianto: che un’altra occasione è andata persa. Ma anche una speranza (quella con la s minuscola, non di Governo!): che prima o poi qualcosa cambi, grazie proprio a quelle tanto vituperate ed invocate elezioni.

Intanto, grazie a Mattarella e grazie a Draghi. Viva Mattarella e Draghi. E soprattutto: viva l’Italia!

Bene, bravi, Bis!