Costi per Imprese e famiglie

Caro-Energia, Confindustria: "A rischio la crescita del Paese, servono interventi strutturali"

Le critiche alle misure prese dal governo: "Piccoli interventi spot senza una visione di lungo termine, purtroppo insufficienti". I contagi frenano consumi. Risalita a forte rischio

Caro-Energia, Confindustria: "A rischio la crescita del Paese, servono interventi strutturali"
Ansa
Logo sede di Confindustria

"Occorrono interventi strutturali e di politica industriale, come accaduto in Francia e in Germania e come richiesto dalle associazioni aderenti a Confindustria, tra cui la massimizzazione della produzione nazionale di gas e l'incremento delle agevolazioni per i settori industriali energivori a maggiore rischio chiusura o delocalizzazione". Lo ha ribadito Confindustria Energia alla luce delle prime bozze circolate relative al decreto-legge Sostegni in tema di caro energia.  Sembra emergere, per Confindustria Energia, che le misure prese in considerazione dal governo siano congiunturali e non strutturali: "Piccoli interventi spot senza una visione di lungo termine, purtroppo insufficienti a contrastare i fortissimi incrementi di costi che si sono abbattuti sui settori industriali energivori, con gravi conseguenze per la crescita del sistema Paese e per l'occupazione". Confindustria Energia auspica, pertanto, che gli interventi strutturali proposti vengano seriamente presi in considerazione e implementati dal governo, "perché è ormai evidente che questi incrementi del costo dell'energia perdureranno per un lungo periodo e influenzeranno negativamente l'economia del nostro Paese per i prossimi anni".

Caro-energia: -0,8% l'impatto sul Pil 2022

"Con gli attuali prezzi abnormi dell'energia, i margini erosi, la scarsità di commodity e l'aumento dei contagi, il rischio è che il Pil subisca uno stop nel primo trimestre: almeno -0,8% l'impatto del caro-energia sul PIL del 2022", avverte il Centro studi di Confindustria. "Il rincaro dell'energia - evidenziano gli economisti di via dell'Astronomia - colpisce l'industria italiana" mentre "gli elevati contagi frenano i consumi di servizi". Assistiamo ad una "risalita a forte rischio. A inizio 2022 si sono fatte più fitte le nubi, addensatesi già a fine 2021 sulla risalita del Pil italiano, stimato in frenata nel quarto trimestre".

Per l'industria è attesa una flessione, segnala l'analisi. "Lo scenario per la manifattura ha iniziato a peggiorare a dicembre: il pmi è sceso(62,0 da 62,8), pur indicando espansione; gli ordini reggono a fatica. Il costo insostenibile del gas (+723% a dicembre sul pre-crisi) e dell'elettricità in Italia, sommandosi ai rincari degli altri input, sta causando temporanee chiusure di imprese nei settori energivori". Per gli economisti dell'associazione degli industriali "l'impatto sulla produzione industriale in Italia sarà registrato tra dicembre e gennaio (dopo il +0,7%medio a ottobre-novembre)".Intanto, servizi e consumi sono visti "di nuovo giù. Il pmi dei servizi è calato a dicembre (53,0 da 55,9), segnale che la risalita sta frenando. Nel turismo il recupero fino a novembre era parziale (-25% dal 2019 i viaggi di stranieri in Italia) e ora la nuova ondata di contagi sta riducendo la mobilità delle famiglie (-22% in Italia a gennaio 2022). Ciò potrebbe frenare nuovamente le spese fuori casa, sebbene i limiti di legge restino moderati. Il recupero dei consumi (gap di -3,6% dal pre-crisi, tutto nei servizi) rischia di interrompersi".E per gli investimenti "attese pessimiste".

Balzo transitorio dell'inflazione

Quello dell'inflazione sarà un "balzo transitorio, se si raffredda l'energia", rilevano gli economisti di via dell'Astronomia - il balzo dei prezzi dei beni energetici, +29,1% annuo a dicembre, ha spinto l'indice generale molto sopra quello core, che è rimasto, a fine 2021, su una dinamica simile al 2020 (+1,5%). L'impatto sulla spesa delle famiglie del rincaro dell'energia (pari all'8,3% del paniere dei consumi) è stimato in circa 5/6 miliardi di euro: ciò sottrae risorse alla spesa in altri beni e servizi, frenando i consumi.

In questo scenario "in Italia, se si avvereranno le attese di parziale flessione dei prezzi energetici, sarebbe confermato lo scenario di rientro dell'inflazione, sui valori pre-Covid, nonostante la dinamica possa continuare a crescere nel breve termine. Al calo contribuirebbe la perdurante debolezza della domanda; il risparmio accumulato, che potenzialmente potrebbe affluire sui consumi, difficilmente verrà speso a breve, a causa della fiducia ridotta. Viceversa, le attuali pressioni sui costi e i nodi nelle catene del valore potrebbero in parte trasmettersi ai prezzi dei beni nel 2022. Insieme alla spinta ai prezzi implicita in alcuni processi in atto (transizione ecologica ,Pnrr), ciò potrebbe condurre a un'inflazione core strutturalmente più elevata".

Il Centro studi di Confindustria avverte che "l'imprevedibilità degli shock esogeni e della loro durata, come quello del gas nel 2021, rappresenta un limite all'accuratezza delle previsioni", che sono "di calo nel 2022"; "L'inflazione già acquisita per il 2022 in Italia è del +1,8%: molto di più rispetto al 2021, quando si partiva quasi da zero. Le pressioni inflazionistiche,infatti, sono cresciute progressivamente nel corso del 2021 (da+0,8% nel 1° trimestre, fino a +3,9% nel 4°), determinando un'trascinamento' elevato per l'anno appena iniziato. Comunque, le previsioni dei principali istituti prospettano un'inflazione italiana nel 2022 in calo dal picco, in media al +2,4%,fluttuando tra un massimo di +3,5% secondo le stime di Banca d'Italia (di gennaio), e un minimo di +1,8% secondo lo scenario Fmi (di ottobre). Anche le previsioni per l'Eurozona sono di rientro".