L'omicidio 38 anni fa

Giuseppe Fava, giornalista contro le mafie

Ha denunciato la connivenza tra potere politico e potere mafioso

Giuseppe Fava, giornalista contro le mafie
(GettyImages)
Giuseppe Fava

38 anni fa, Giuseppe Fava, detto Pippo, veniva ucciso con cinque colpi di pistola calibro 7,65 davanti al Teatro Stabile di Catania. È stato un giornalista, scrittore, drammaturgo, saggista e sceneggiatore. 

Il giornalismo

Nasce in provincia di Siracusa nel 1925, nel 1952 diventa giornalista professionista. Nel 1956 venne assunto da 'Espresso sera’ dove resterà fino al 1980 come caporedattore. Nel 1980 passa alla direzione di una nuova realtà editoriale: il 'Giornale del Sud’. Fava crea da subito una giovane ed agguerrita squadra con cui affronta in maniera decisa i temi scottanti della Sicilia di quegli anni. La speculazione edilizia, la ramificazione della connivenza mafiosa nella società. Il Giornale è irriverente, denuncia senza timore la commistione tra potere politico e associazioni mafiose, la speculazione edilizia, i traffici di droga e si oppone alla creazione della base missilistica di Comiso. La sua convinzione è che la Sicilia sia una metafora dell'Italia.

Scrittore e sceneggiatore

Questi temi hanno caratterizzato anche la sua opera di scrittore e sceneggiatore che inizia già dai tempi in cui lavora a ‘Espresso sera’. Scrive romanzi, opere teatrali, collabora alla stesura di sceneggiature per televisione e cinema, spesso tratte dai suoi romanzi. Condusse una trasmissione radiofonica su 'Radiorai'.

Gli argomenti del 'Giornale del Sud' danno fastidio, dopo solo un anno la proprietà del quotidiano passa di mano, Si scopre poi che i nuovi editori sono legati agli ambienti mafiosi di Catania. Giuseppe Fava viene licenziato e poco dopo il giornale chiude.

Io ho un concetto etico di giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società . A che serve vivere, se non c’è coraggio di lottare?

Giuseppe Fava

I Siciliani

Pippo non si arrende, fonda 'Radar' una cooperativa con i giornalisti della vecchia redazione del Giornale che gli sono rimasti più vicino. A Novembre del 1982 esce il primo numero della rivista che avrà cadenza mensile: ‘I Siciliani’.

È subito un punto di riferimento per il movimento antimafia. Le inchieste della rivista diventano spesso un caso politico e giornalistico. Giuseppe Fava firma un articolo in cui collega quattro grandi imprenditori catanesi al clan del boss Nitto Santapaola. L'anno successivo, gli stessi imprenditori, cercarono di comprare il giornale per poterlo controllare, ottenendo solo rifiuti.

Il 28 dicembre 1983 rilascia la sua ultima intervista a Enzo Biagi:

L'agguato

Viene ucciso in un agguato una sera piovosa del 5 gennaio 1984 in via dello Stadio. Era uscito di redazione e si stava recando verso il Teatro Verga a prendere la nipote, aveva 59 anni. Non ha neanche il tempo di uscire dalla macchina. Inizialmente il delitto viene etichettato come passionale, in seguito si dice che sia legato ai problemi economici della cooperativa Radar. Solo dopo viene collegato al mondo della criminalità organizzata. E solo nel 2001, Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, vedono confermate le condanne all'ergastolo dalla Corte d'appello di Catania, personaggi di un certo spessore nella Cosa Nostra catanese.