Un anno fa il colpo di stato

I 150mila bambini sfollati in Birmania. La denuncia di Save the Children

La situazione nel paese precipita di giorno in giorno, tra violenze e bombardamenti

I 150mila bambini sfollati in Birmania. La denuncia di Save the Children
FRED DUFOUR/AFP via Getty Images
Myanmar migliaia di persone costrette a scappare a seguito del golpe di stato - immagine d'archivio

Urla nel silenzio. Sono quelle 150 mila bambini in Myanmar. Sfollati senza più una casa, cercano ripari all’aperto, nella giungla, in rifugi improvvisati. Ripari che non li tengono lontani dalla fame, dalle malattie e dal rischio di essere uccisi. La denuncia forte è di Save the Children presente in Myanmar dal 1975. Un anno fa il colpo di Stato militare e l’inizio di una crisi sempre più violenta.

Nelle ultime due settimane, riporta l’organizzazione, molti bambini sono morti sotto i bombardamenti e raid dei militari nello Stato di Kayah1 e nella regione di Sagaing2-3. Uno degli attacchi ha preso di mira un campo per sfollati a Kayah, la stessa zona teatro, il 24 dicembre scorso, di un sanguinoso attacco in cui sono stati uccisi almeno 35 civili, inclusi quattro bambini e due membri dello staff di Save the Children.  

Un prezzo troppo alto di vite interrotte, per il quale si chiede l’intervento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Solo nell'ultimo mese il numero delle persone costrette a lasciare le proprie case è aumentato del 27%. In tutto sono 405.700, che si aggiungono ai 370.000 sfollati già presenti in tutto il Paese prima del colpo di Stato, tra cui decine di migliaia di bambini Rohingya che vivevano in campi di detenzione nello Stato di Rakhine. Una comunità, con 500 mila minori e vessata dai militari – osserva Save the Children, - che resta tra le più preoccupanti.